Cronaca

“Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” è stato il tema della 51^ Giornata Mondiale della Pace che Papa Francesco ha affidato alle comunità ecclesiali sparse nel mondo perché possa crescere e svilupparsi il dono della pace che Gesù porta a tutta l’umanità con la sua nascita e che diverse realtà ecclesiali anche della nostra città, accogliendo il paterno invito del Pontefice, hanno voluto approfondire e celebrare con il partecipare numerosi e fraternamente insieme, la sera della ricorrenza festiva di Capodanno, solennità liturgica di precetto di Maria Santissima Madre di Dio, alla “Marcia della Pace 2018 a Catania e per Catania” promossa dagli “Amici” a San Nicola” che con una nota della Rettoria della chiesa “San Nicola l’Arena” hanno chiarito lo scopo dell’iniziativa.

Il Papa ha voluto ricordare che la pace <è un’aspirazione profonda di tutte le persone e di tutti i popoli, soprattutto di quanti più duramente ne patiscono la mancanza> e gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati.

 Il Santo Padre con spirito di misericordia, desidera che i cristiani abbraccino tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale. Ecco perché i cristiani sono chiamati a rivolgere anche sulla nostra città “uno sguardo di fede che scopra Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze…promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia, in altre parole realizzando la promessa della pace”.

  Nel tardo pomeriggio di lunedì 1° gennaio, si sono ritrovati radunati davanti all’ingresso dell’Anfiteatro in piazza Stesicoro: Amici a San Nicola, mons. Gaetano Zito rettore della chiesa monumentale San Nicola l’Arena e vicario episcopale per la cultura, Agesci CT 9 della parrocchia “Santa Maria della Salute” a Picanello, Comunità di Sant’Egidio, Movimento pro Sanctitate, parrocchia Santissimo Crocifisso dei Miracoli, Locanda del Samaritano, Missionari Vincenziani, Pax Christi e altri laici cattolici.

Il prof. Zito ha evidenziato il particolare significato che assume per Catania il luogo della partenza della marcia e che ne motiva la scelta: memoria del martirio di sant’Agata che ha serbato un cuore pacificato dalla presenza di Dio, capace di testimonianza radicale sino a dare la vita per coerenza; al contrario, un cuore irrequieto e violento come quello del persecutore Quinziano è capace di produrre e generare morte. Egli ha anche fatto riferimento al tema e al testo del Papa.

Prima di iniziare la Marcia per via Etnea verso la Cattedrale, ci sono stati altri interventi di testimonianza dei presenti in merito alla Giornata della pace: quelli del magistrato dott. Sebastiano Mignemi per conto della Comunità di Sant’Egidio e di un migrante. Subito dopo è iniziata la marcia tra canti inneggianti alla pace, con uno striscione di apertura, con fiaccolata a seguito, con circa 25 cartelloni con tutti i paesi dove c’è conflitto e con la parola pace in tutte le lingue. Una sosta davanti alla basilica Collegiata ha permesso l’intervento di un rappresentante di Pax Christi, del dott. Abdelhafid Kheit, iman della comunità islamica di Sicilia e di un secondo migrante.

La Marcia è proseguita verso la Cattedrale dove il professore universitario Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha introdotto con il messaggio del Papa la concelebrazione della santa messa della solennità di “Maria Santissima Madre di Dio”, la <Theotokos> della Chiesa indivisa, presieduta dall’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina che ha offerto un’ispirata omelìa sulla liturgia dell’Ottava del Natale e sulla Maternità della beatissima Vergine Maria.

La liturgia eucaristica è stata animata dagli scout e da diversi laici e sacerdoti impegnati nel mondo accademico (professori universitari Giuseppe Speciale e Agatino Cariola), dell’assistenza e della solidarietà che hanno proclamato le due prime letture (dal Libro dei Numeri 6, 22-27, Porranno il mio Nome sugli Israeliti e io li benedirò; dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Galati 4, 4-7, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna), nonché il salmo responsoriale 66 Dio abbia pietà di noi e ci benedica). Il Vangelo tratto da un brano di Luca 2, 16-21, è stato proclamato da un diacono permanente: I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino. Dopo 8 giorni gli fu messo nome Gesù. La lettura delle preghiere dei fedeli è toccata a Giuliana, Mirella, Nicola, Annagloria, Vittorio Maccarone, Mario Sirica, Salvo Amato, Massimo Palumbo.

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