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Una conferenza organizzata, nell’ambito delle feste agatine, dall’associazione culturale “Solarium” di San Giovanni Galermo, che ha voluto far conoscere meglio i legami tra Sant’Agata e San Giovanni Galermo, o meglio il Casale di Galermo, l’antico Ganormus o Galermus, indicato anche come luogo di nascita della santa e che ha dato origine alla diatriba tra Catania e Palermo sull’attribuzione di luogo di nascita dalla Vergine catanese, all’una o all’altra città. Gli antichi toponimi di Ganormus e Panormus hanno dato adito a tali contestazioni ma in greco la lettera G è simile alla P, per cui si può pensare a un errore di trascrizione e infatti negli atti greci del martirio di S. Agata si legge che la Vergine per sfuggire alle insidie di Quinziano si rifugiò a Palermo, vicino l’Etna, distante settemila passi da Catania; è chiaro che debba intendersi non Palermo ma Galermo (oggi San Giovanni Galermo), antico pago vicino Catania. Presenti all’appuntamento l’ing. Mauro Rapisarda, monsignor Giovanni Lanzafame, la professoressa Agata Marletta, il consigliere comunale Giuseppe Catalano e il dottor Giuseppe Di Mariano.

Conferenza Sant’Agata e San Giovanni Galermo

La storia di Agata è interamente racchiusa nel suo martirio, tramite gli atti del processo contenuti nelle redazioni latine e greche che ci sono pervenute nel tempo è possibile risalire al presunto luogo di nascita e di cattura della Santuzza da parte dei soldati di Quinziano. Agata era nobile e cristiana, mentre la famiglia era proprietaria di case e terreni, d’una seconda abitazione ed una tenuta, chiamata “casa Bertuccia” a San Giovanni Galermo, ove visse riservata come in un monastero. La “casa Bertuccia”, secondo la tradizione, era ritenuta la residenza estiva della famiglia di S. Agata e, probabilmente, la stessa santa sarebbe nata qui. L’abitazione originale in cui si pensa potesse risiedere la nonna della Martire, anche questa una leggenda, si trovava in via Immacolata ed è stata definita dagli archeologi con il termine di “Pretorio” e quindi realizzata in stile romano. Da un punto di vista strutturale presentava esternamente delle finestre e un grande ingresso, si pensa possa essere stato il luogo in cui nacque la Beata Agata dal momento che in epoca romana era diffusa l’usanza tra i nobili di partorire nelle case di campagna per non disturbare gli affari degli uomini e per dare più spazio ai nuovi nascituri.Purtroppo anni fa questa casa fu demolita per dar posto ad un nuovo palazzo. Non tutti però sono d’accordo con questa teoria soprattutto tra coloro che volevano che la santa fosse nata a Palermo e coloro che ritenevano che fosse nata a Catania.

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