Cronaca

PROCESSIONE PER L’OFFERTA DELLA CERA A SANT’AGATA

Con il sabato 3 febbraio, sono iniziate a Catania i tre “giorni del festino” di Sant’Agata vergine e martire che da tanti secoli costituiscono l’asse portante di tutte le annuali e diverse celebrazioni in onore dell’amata santa protomartire concittadina, titolare della basilica Cattedrale e patrona principale della Città e dell’Arcidiocesi metropolitana di Catania.

Foto Salvatore Agnello

 Nella tradizione degli ultimi secoli, l’inizio dell’antica processione cittadina e diocesana dell’offerta della cera a Sant’Agata, che viene depositata nelle mani dell’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina, è fissata all’ora della preghiera evangelica-angelica dell’>Angelus> di mezzogiorno (quest’anno è avvenuta in ritardo a causa della pioggia), con partenza dalla chiesa votiva “San Biagio in Sant’Agata la Fornace” a Porta Aci, in piazza Stesicoro, nel cuore dei luoghi del martirio della giovane Agata il 5 febbraio 251.

   Si tratta dell’unica vera e propria processione liturgica della festa di Sant’Agata, che restituisce tutto il significato religioso e spirituale dell’intensa devozione dei cittadini con la riscoperta del grande valore spirituale che essa rappresenta come carattere originario di supplica, di impetrazione e di ringraziamento al Signore misericordioso per aver donato a Catania, per 1767 anni, una così potente celeste protettrice contro le avversità della natura e la cattiveria degli uomini.

 Le candele bianche spente che hanno portato tutti partecipanti all’offerta della cera saranno utilizzate dalla basilica Cattedrale per il culto agatino e per ardere tutto l’anno davanti alla porta del sacello delle reliquie di Sant’Agata nella cappella dedicata alla santa Patrona.

Foto Salvatore Agnello

In testa all’imponente processione per l’offerta della cera o della “luminaria”, nel passato l’unico giorno in cui uscivano le candelore, segno della luce di Cristo e della fede nel Redentore, sono stati presenti i fedeli dell’associazionismo laicale cittadino (associazioni e gruppi vari e di ispirazione cristiana che desiderano esprimere un atto di devozione a S.Agata, compreso il coordinamento dei consigli comunali dei ragazzi); i cavalieri di S.Agata di Paternò; il Sacro Militare Ordine Costantiniano di S.Giorgio.

 Hanno partecipato anche i movimenti e le associazioni ecclesiali con il proprio gonfalone (Consulta diocesana delle aggregazioni laicali); “I Ramara” di San Silvestro; l’Associazione Maria Ausiliatrice; Real Maestranza di Caltanissetta, i gruppi parrocchiali, i Terzi Ordini, le Confraternite e il Consiglio Confederazione. Sono Intervenuti, inoltre, le Associazioni Agatine, gli Amici del Rosario, l’Associazione diocesana delle Guardie d’onore ai santuari mariani, l’Azione Cattolica e la Presidenza diocesana.

 Dopo le realtà laicali cattoliche, hanno proceduto verso il Duomo agatino i ministranti, gli alunni del Corso “Sant’Euplio” per i ministeri e il diaconato permanente, gli alunni del Seminario arcivescovile dei Chierici, i diaconi, i presbiteri, i canonici dei capitoli della Collegiata e della Cattedrale in abito corale, l’arcivescovo assistito da due diaconi, il cerimoniere arcivescovile; seguiranno gli Ordini Pontifici di S. Gregorio Magno e S. Silvestro, i membri degli Ordini equestri riconosciuti dalla Santa Sede: il Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Hanno chiuso la processione il presidente della Regione con le massime autorità civili e militari, con i gonfaloni della Città, della Città metropolitana e dell’Università, seguiti dalle due berline del Senato catanese e dalle 13 candelore votive di categoria.

Nella basilica Cattedrale è stato cantato il solenne “Te Deum” di ringraziamento composto dal compianto m° mons. Nunzio Schilirò, eseguito dalla Cappella Musicale del Duomo diretta dal m° can. Giuseppe Mailei, all’organo il m° Piero Figura.

SERA 3 FEBBRAIO CONCERTO IN ONORE DI S.AGATA- RICORDO DI MONS. SCHILIRO’

La sera di Sabato 3 febbraio, in piazza Duomo, sul palco eretto davanti a palazzo dei Chierici, è stato offerto ai catanesi il tradizionale ed atteso concerto in onore di Sant’Agata (già dei “giovani cantanti”) -prima e dopo il grandioso, spettacolare ed artistico spettacolo piro-idro-musicale dei Fratelli Vaccalluzzo, eseguito dalla Corale polifonica “Giuseppe Tovini” diretta dal m° Pietro Valguarnera, con Orchestra di Fiati “Gaetano Miraglia” di Acireale, diretta dal m° Salvo Miraglia: in programma inni sacri e devozionali agatini, recuperati dalla tradizione musicale religiosa ed ecclesiale catanese, e musiche classiche lirico-sinfoniche.

Il repertorio di quest’anno ha contenuto delle novità di rilievo che esaltano il genio musicale catanese: Cantata in onore di Sant’Agata -inno (allegro maestoso, introduzione), preghiera (adagio) e cabaletta di chiusura (allegro vivace)- di Michele Giarrusso risalente alla fine del Settecento, nel centenario dello sconvolgente terremoto dell’11 gennaio 1693; coroncina in onore di S. Agata, del sacerdote m° Giuseppe Maugeri; “Ho, S.Agata Radiosa” del compositore catanese Salvatore Riela; Inno popolare a S.Agata dei sacerdoti Rosario Licciardello e Antonio Corsaro.

   Sono Seguite arie da opere di Bellini, Sinfonia e Casta Diva di “Norma”; Fuochi Etnei, Marcia Sinfonica del m° Salvo Miraglia; Largo al factotum da “Il barbiere di Siviglia” di Rossini; Nessun dorma da “Turandot” di Puccini; Va’ pensiero da “Nabucco” di Verdi; finale della Sinfonia de “Guglielmo Tell” di Rossini; Libiam ne’ lieti calici da “Traviata” di Verdi. Solisti: soprano, Piera Bivona; tenore, Francesco La Spada; baritono, Salvatore Todaro.

   La Corale polifonica “G. Tovini” è stata fondata a Catania nel 1970 con lo scopo di coltivare lo studio e la divulgazione del canto corale. Il suo repertorio è costituto da canti gregoriani, laudi, polifonie sacre e profane, rinascimentali e moderne.

   Il prestigioso complesso musicale ha partecipato a rassegne, concerti ed eventi culturali di importanza locale e nazionale, riscuotendo unanimi consensi. Ha partecipato, anche, all’indimenticabile concelebrazione della s. messa presieduta da Papa San Giovanni Paolo II nella visita apostolica a Catania. E’ l’unico coro cittadino a conservare nel suo repertorio gli inni popolari dedicati a S. Agata.

   Da due anni è diretta dl m° Pietro Valguarnera, diplomato in Canto presso il Conservatorio di Musica”V. Bellini” di Palermo, che ha introdotto nel programma del concerto agatino nuove composizioni sacre di autori siciliani. Per ricordare la straordinaria figura del compianto m° mons. Nunzio Schilirò, animatore della Corale Tovini, direttore dell’Istituto diocesano di musica sacra “Pietro Platania”, rifondatore e maestro della Cappella Musicale del Duomo, è stato magistralmente eseguito il suo inno “Orsù, Voi Devoti”, nella nuova strumentazione curata dal m° Miraglia.

GIRO ESTERNO DEL FERCOLO DI SANT’AGATA

Ancor prima dell’alba di domenica 4 febbraio, nella basilica Cattedrale, è stato recitato il santo rosario a cura del gruppo diocesano di preghiera “Amici del Rosario” e sono state esposte le sacre reliquie di Sant’Agata sul presbiterio del cappellone centrale. E’ seguita la s. messa dell’aurora presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Gristina che ha tenuto l’omelìa e, al termine della concelebrazione eucaristica, ha benedetto le corone del rosario per la preghiera dentro i cordoni del fercolo guidata dagli “Amici del Rosario”. In Duomo sono state celebrate altre s. messe domenicali di precetto alle 8, 9.30 e 11.

   Alle 7 del mattino, in piazza Duomo sono state tenute riflessioni dal parroco e delegato arcivescovile della Cattedrale, mons. Barbaro Scionti, che insieme ai cittadini “devoti biancovestiti” ha dato inizio alla processione -il c.d. “giro”- delle reliquie di S. Agata, poste sul fercolo argenteo, preceduto dalle 13 candelore votive, da Porta Uzeda per via Beato Cardinale G.B. Dusmet.

   Davanti all’Icona mariana dei pescatori della Marina della Civita all’incrocio con via Porticello, dedicata alla Madonna della Lettera e S. Agata, il metropolita ha offerto alla Santa Patrona il tradizionale cereo bianco. Davanti alla chiesetta del Santissimo Redentore, già detta del Salvatore e Sant’Agata alla Marina e Santa Maria di Porto Salvo, è avvenuto l’omaggio dell’Autorità Portuale e della Capitaneria di Porto.

   La vara ha proseguito per via Calì e piazza Cutelli, con omaggio della comunità scolastica del Convitto “Cutelli” e dell’associazione ex allievi, via Vittorio Emanuele, omaggio delle suore francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari; in piazza dei Martiri della Libertà della Sicilia, è avvenuta la commovente sosta davanti alla stele votiva di S. Agata che protesse Catania dalla peste del 1743 con omaggio delle persone con disabilità e difficoltà motorie. Sono stati sparati fuochi d’artificio, imponenti come quelli dell’uscita delle reliquie.

   Il fercolo ha percorso, quindi, la via Sei Aprile 1837 (omaggio della parrocchia vincenziana Santissimo Sacramento Ritrovato), piazza Papa San Giovanni XXIII, viale della Libertà; in piazza Principessa Jolanda di Savoia, con riflessioni del sacerdote Guido Randon, rettore della chiesetta votiva “Sant’Agata” in Marsan di Marostica (Vicenza).

La processione ha continuato per via Umberto con omaggio della parrocchia gesuitica “Santissimo Crocifisso dei Miracoli”, via Grotte Bianche, piazza Carlo Alberto con riflessioni del vicario foraneo fra’ Francesco Collodoro, parroco-rettore del santuario “Maria Santissima Annunziata al Carmine”, con omaggio della comunità “San Gaetano alle Grotte”; in piazza Stesicoro angolo via Etnea, l’arcivescovo si è rivolto ai fedeli per il tradizionale messaggio alla Città: la comunità cristiana catanese, nei luoghi tradizionalmente riconosciuti del martirio di S.Agata.

   Lungo la salita dei Cappuccini è avvenuto l’omaggio della comunità del santuario “Sant’Agata al Carcere” e della chiesa “San Domenico fuori le mura;  per via Santa Maddalena la vara ha raggiunto la primaziale S.Agata la Vetere, dove il vicario foraneo, mons. Carmelo Smedila, ha presieduto la celebrazione dei primi vespri della solennità di Sant’Agata, con la partecipazione dei presbiteri e dei diaconi del primo Vicariato.

 Il fercolo e le candelore hanno ripreso il giro per via Plebiscito, con omaggio dell’Ospedale V.Emanuele e della parrocchia “Sacro Cuore” ai Cappuccini, via Vittorio Emanuele, piazza Risorgimento, via Aurora, via Palermo; in piazza Palestro omaggio della parrocchia “Sacro Cuore al Fortino”, con bellissimi fuochi d’artificio. Molto partecipate dal popolo la prosecuzione per via Garibaldi e la ripresa di via Plebiscito lato sud-ovest, con omaggio delle parrocchie “San Cristoforo alle Sciare” e “Santi Angeli Custodi”. Sempre emozionante la discesa per via Cristoforo Colombo “calata della Marina” alla Pescheria, via Beato Dusmet, Porta Uzeda: In piazza Duomo rientro alle 8 del mattino e fuochi d’artificio conclusivi e di saluto nel nuovo giorno del giro interno.

In occasione del giro esterno di Sant’Agata, i militari della Guardia costiera, schierati sotto uno degli archi di Via Dusmet, hanno atteso la sosta del fercolo per rendere gli omaggi alla Santa patrona della Città di Catania.

Come da tradizione l’Ammiraglio Gaetano Martinez, Comandante della Capitaneria di Porto di Catania e Direttore Marittimo della Sicilia orientale, ha donato il consueto mazzo di fiori.

SANT’AGATA LUNEDI’ 5 FEBBRAIO 2018

 Lunedì 5 febbraio, nella ricorrenza del 1767° anniversario del martirio di S. Agata, avvenuto a Catania il mercoledì 5 febbraio 251, la città e l’arcidiocesi metropolitana di Catania sono state in festa per ringraziare la venerata protomartire concittadina del potente ed ininterrotto celeste patrocinio sui suoi abitanti.

   Alle 10 in punto, le autorità civili con i gonfaloni della Città, della Provincia e dell’Università, di cui è Patrona, da palazzo degli Elefanti si sono recati a piedi -una volta con la carrozza del Senato civico- in Cattedrale, nel cui presbiterio principale sono stati esposti il busto e lo scrigno reliquario di Sant’Agata, per partecipare alla solenne concelebrazione del pontificale presieduto dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

   Alle 10.15, dall’arcivescovado si è snodata la processione liturgica introitale verso il Duomo del porporato con l’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina,  arcivescovi, vescovi e  padri abati di Sicilia, canonici metropolitani e collegiali, vicari episcopali e foranei, sacerdoti, diaconi, seminaristi, alunni del Corso “Sant’Euplio” per i ministeri e il diaconato permanente, ministranti,  cavalieri e dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sovrano Militare Ordine di Malta e degli Ordini Pontifici di San Gregorio Magno e San Silvestro.

   Il servizio liturgico è stato curato dagli alunni del Seminario arcivescovile e dai canti della Cappella Musicale del Duomo, diretta dal m° canonico Giuseppe Maieli, vicario parrocchiale della Cattedrale, all’organo il m° Piero Figura. Dalle 9 alle 13, in piazza Duomo, attorno alla monumentale fontana dell’Elefante, sono state esposte a cerchio tutte e tredici le candelore votive.

 Nel pomeriggio all’altare maggiore, il vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, ha presieduto la santa messa, alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti (1), presidente della Conferenza Episcopale Italiana ed arcivescovo metropolita di Perugia, del cardinale arcivescovo metropolita di New York Timothy Dolan e dell’arcivescovo metropolita di Catania mons. Salvatore Gristina, che hanno impartito insieme la benedizione del Signore sul popolo che gremiva la basilica.

   Al suono delle campane e allo scoppio dei fuochi artificiali, è iniziata la lunga e lenta processione -ossia il giro <interno>- delle sacre reliquie intronizzate sull’argenteo fercolo preceduto dalle 13 candelore votive delle categorie cittadine.

   Il porporato perugino e l’arcivescovo catanese hanno seguito la processione, guidando alcuni momenti di preghiera sino a piazza Stesicoro (Porta Aci). Dinanzi al portone laterale est del Municipio il sindaco Enzo Bianco ha offerto un omaggio floreale a nome della città metropolitana e ha suonato la campana quattrocentesca che ha dato il via ufficiale al giro interno della vara.

Dinanzi alla basilica Collegiata “Santa Maria dell’Elemosina -la storica regia Cappella Aragonese- omaggio floreale del Capitolo dei canonici e dei soci del Circolo Cittadino S. Agata, maschile e femminile, e del gruppo diocesano di preghiera “Amici del Rosario”, che assieme ad altre aggregazioni laicali -gruppo Madonna dello Scoglio e Movimento Pro Sanctitate- con il sacerdote Ugo Rapicavoli e il diacono Vito Privitera,  hanno assicurato turni di preghiera lungo i cordoni del fercolo fino alla chiesa parrocchiale “Santa Maria della Mercede”.

Quando il fercolo ha raggiunto Palazzo Minoriti, c’è stato l’omaggio floreale a S. Agata da parte del prefetto e successivamente della comunità ecclesiale della chiesa San Michele Arcangelo. La processione, quindi ha raggiunto il bivio del <Rinazzo> per imboccare via Caronda e oltrepassare via Monserrato sino all’Istituto salesiano “Maria Ausiliatrice” al Borgo; ingresso in piazza Cavour per via Bertuccio, con omaggio floreale dell’Associazione “S. Agata al Borgo”, i cui soci assieme ai fratelli dell’Associazione “Uniti per Sant’Agata” della parrocchia “Santa Croce” del Villaggio Sant’Agata, sono stati insieme ai cittadini devoti biancovestiti per assicurare altri turni di preghiera e di canti con i sacerdoti Francesco Nicolosi e Alfio Libera.

   Dopo lo spettacolo pirotecnico, la vara è scesa per via Etnea e ha raggiunto i Quattro Canti di Città e ha percorso a passo d’uomo la salita Antonino di San Giuliano. Il fercolo in via Crociferi, dopo aver superato la chiesa monastica “San Giuliano”, sede capitolare della sezione “Card. Salvatore Pappalardo” dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, si è fermato davanti alla cancellata del sagrato della chiesa monastica “San Benedetto”, da dove le monache benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento hanno cantato l’antifona in latino gregoriano “Stans Beata Agatha” e hanno offerto un omaggio floreale. In piazza San Francesco d’Assisi, con omaggio dei frati minori conventuali del santuario mariano dell’Immacolata, e prosecuzione per via Santa Maria della Lettera, piazza Mazzini e via Garibaldi fino al rientro in Duomo, con sparo di fuochi d’artificio finali. In basilica celebrazione di benedizione e di ringraziamento prima della commovente riposizione dei reliquiari nel sacello delle reliquie nella cappella quattro-cinquecentesca di Sant’Agata.

Antonino Blandini


(1) CARD. GUALTIERO BASSETTI PRESIDENTE CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il cardinale Bassetti è nato, il 7 aprile 1942, a Popolano di Marradi, provincia di Firenze e diocesi di Faenza-Modigliana. Primo di tre figli, ha trascorso l’infanzia a Fantino nell’arcidiocesi di Firenze, nel cui seminario è entrato a 14 anni per essere ordinato sacerdote, 10 anni dopo, nel duomo di Santa Maria del Fiore. E’ stato viceparroco, assistente e rettore del seminario minore e maggiore, fino a diventare vicario generale. Nel 1994 Papa San Giovanni Paolo lo ha eletto vescovo di Massa Marittima-Piombino e successivamente è stato trasferito alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Roma, la sua vicinanza ai giovani è una costante del suo episcopato. Promosso da Papa Benedetto XVI alla sede arcivescovile metropolitana di Perugia-Città della Pieve, Bassetti, il cui motto episcopale è “In charitate fundati” richiamante il significativo passo della Lettera agli Efesini di San Paolo, è assai vicino pastoralmente al mondo del lavoro, degli immigrati, della sanità, dell’università. Ha molto in comune con un suo illustre predecessore, il cardinale Gioacchino Pecci (Papa Leone XIII) che fu vescovo dal 1846 al 1878, entrato nella storia come il “Papa riformatore e sociale” e il “Papa dei lavoratori” che, nello scrivere l’enciclica “Rerum novarum”, formulò i fondamenti della Dottrina sociale della Chiesa. Il porporato fiorentino è molto attento alla famiglia e sensibile alle problematiche sociali, in particolare al mondo del lavoro e al ceto meno abbiente.

  E’ stato chiamato a far parte del Collegio cardinalizio nel 2014 da Papa Francesco che lo ha confermato alla guida dell’arcidiocesi perugina nonosatnte la rinuncia da lui presentata per raggiunti limiti d’età, nominandolo presidente della C.E.I. il 24 maggio 2017, dopo essere risultato il primo della “terna” votata dai vescovi italiani durante la 70^ assemblea generale. E’ un cardinale al servizio degli “ultimi” facendo sentire concretamente la vicinanza della Chiesa di Cristo alle persone in difficoltà, disagiate, emarginate, sofferenti, gli “scarti della società”. Nel contempo, richiama costantemente i cristiani ai loro doveri verso i fratelli che vivono difficili situazioni di povertà umana e materiale, oltre a non far mancare la sua attenzione a quanti sono distanti dalla Chiesa, perché la Parola di Dio, che annuncia la salvezza, va fatta conoscere e tutti: nessuno è escluso. Ha scritto le Meditazioni della Via Crucis presieduta da Papa Francesco il venerdì santo 2016 al Colosseo. Particolarmente attento ai giovani, che definisce “le rondini che vanno verso la primavere”, espressione usata dal <sindaco santo> di Firenze, il servo di Dio Giorgio La Pira. Il cardinale non si lascia sfuggire occasione per stare in mezzo a loro, per accogliere le loro istanze di fede. L’attenzione al mondo del lavoro si concretizza nelle numerose visite di Bassetti alle aziende, alle associazioni di categoria e trova un punto fermo nella Lettera pastorale “Nella crisi: la speranza oltre ogni paura” con interventi concreti a sostegno delle famiglie in difficoltà a causa della perdita del lavoro, attivando o rilanciando progetti di solidarietà gestiti dalla Caritas. A Perugia si trova una bella chiesa dedicata a Sant’Agata.

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