Cronaca

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente pubblicati alla fine del 2017, l’Italia detiene il triste primato europeo di morti dovuti allo smog, ben 82.489 solo nel 2014, dei quali 59.630 a causa delle polveri sottili (i PM 10 e 2.5), 17.290 a causa delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e 5.569 a causa dell’ozono a livello del suolo (O3) privando i cittadini italiani di quasi 2 milioni di ore di vita l’anno!

In merito al drammatico problema nella città di Catania arriva un nuovo atto di denuncia contro il degrado ambientale dall’associazione Free Green Sicilia attraverso le parole del suo portavoce Alfio Lisi.

“A Catania le tre centraline rimaste “miracolosamente” ancora in funzione (viale V. Veneto, Tondo Gioeni e piazza A. Moro/Giuffrida) nel 2017, nei giorni di attività, alterando di fatto i dati annuali, hanno rilevato per giorni la presenza di sostanze inquinanti pericolose per la salute: ozono O3, polveri sottili PM10, biossido di azoto No2. Nulla è stato comunicato ai cittadini in merito ai rischi nei quali potevano incorrere muovendosi e respirando tali veleni nelle zone a più alta concentrazione di smog da scarico di automezzi.

Dati facilmente intuibili per una città come Catania che detiene il primato per il più alto numero di auto pro capite, un’auto e mezza ogni due abitanti, (ovvero quasi 700 mila ogni mille abitanti), città con il minor uso di biciclette per andare al lavoro, vista anche la quasi totale assenza di piste ciclabili idonee, e con i maggiori rischi per l’altro mezzo ecologico per antonomasia ovvero lo spostarsi a piedi”.

“Eppure basterebbe visitare il sito web del Comune di Catania- evidenzia ancora Alfio Lisi –  nella pagina dedicata ai rilevamento di inquinanti per verificare che nel 2017 l’inquinante ozono avrebbe superato per oltre 36 giorni i livelli al Tondo Gioeni e 22 a piazza Moro/via Giuffrida per un totale di 58 giorni quando la legge obbliga i Comuni a prendere iniziative opportune a fermare tale veleno quando si superano i 25 giorni l’anno. Così come il micidiale PM10, le polveri sottili di 10 micro grammi (ma non vengono misurati quelli da 2 micro grammi ancora più dannosi) hanno superato di oltre 19 giorni complessivamente i livelli previsti per legge, 50 mg per m3.  Ma questo dato sarebbe falsato dal fatto che la centralina di piazza Aldo Moro per quasi sei mesi, nella seconda metà dell’anno, non avrebbe rilevato il dato dell’inquinamento giornaliero da PM 10 e prima di questo avrebbe già registrato un superamento di PM10 per 5 giorni. Per non parlare dei tanti giorni in cui i dati rilevati non hanno raggiunto di poco il limite imposto per legge ed i tanti giorni nei quali le centraline non hanno registrato dati specifici come già segnalato da Free Green Sicilia nel 2017”.

“Lo stesso vale per l’altro micidiale veleno, il biossido di azoto No2, che per troppi giorni, come già avvenuto quest’anno insieme al PM 10, ha toccato i livelli di guardia, costringendo gli indifesi cittadini a respirarne le esalazioni. In merito aspettiamo smentite da parte dell’Amministrazione comunale sui dati riportati!”

“Relativamente ai dati sugli inquinanti da scarichi di automezzi, con valori medi di un giorno e di un anno, si potrebbe intendere che, durante certi giorni ed in certe ore, in molte zone della città (tra queste la maggioranza del territorio risulta priva di centraline) in quelle con maggior traffico, i livelli di inquinamento risultano più elevati di quelli consentiti per legge e, grazie al fatto di essere una città sul mare, in certe ore, con la brezza marina lo smog non scompare ma viene spalmato sulle altre zone della città avvelenando anche chi non vive nelle vicinanze del micidiale traffico quotidiano”.

 L’associazione Free Green Sicilia chiede all’amministrazione comunale, così come attuato in altre città italiane, “perché non siano stati presi provvedimenti, previsti dalle normative, quando lo smog ha superato i livelli di guardia, lasciando i cittadini senza alcuna protezione ed informazione rispetto ai reali rischi per la loro salute come dimostrato dai dati dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità?”

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