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A Simon Yates la prestigiosa tappa con arrivo a Campo Imperatore sul Gran Sasso. Battuti Pinot ed il compagno di casacca Chaves. Il successo vale anche un incremento in classifica che l’inglese conduce con 32’’su Chaves, e 36’’ su Dumoulin.

Era più che prevedibile che un manipolo di uomini avrebbero presto cercato il pretesto giusto per andar a cercar fortuna, eppure fa sempre specie quando, pronti e via, più di un pizzico di follia fa schizzare lontano dal gruppo rassicurante quattordici uomini verso un’avventura dall’esito quasi scontato. Oggi tuttavia, un vantaggio, che a circa cinquanta dall’arrivo era ancora oltre gli otto minuti, aveva fatto sembrare il gesto meno folle. La squadra della maglia rosa tirava per non inseguire nessuno, disposta più che volentieri a lasciare l’incombenza a chi in gruppo riteneva di avere più interessi. Il comando passava così all’Astana, lasciando intendere chiaramente quanto il traguardo di Campo Imperatore facesse gola a Lopez. La speranza degli uomini al comando cambiava in modo deciso e si affievoliva man mano che passavano i chilometri sotto le inesorabili trenate di Zeits, Villella, Kangert e Luis Leon Sanchez. Ai meno trenta il vantaggio dei primi è sceso a 4’ ed al comando è già avvenuta la prima scrematura sotto l’impulso di Cherel. Assieme al francese restavano Boaro, Visconti, Masnada, Carthy e Brambilla.

A render impossibile l’impresa si ci metteva pure il vento che tartassava incessantemente chi oggi ci aveva messo la faccia più degli altri. Nel bel mezzo della salita infinita che conduce a Campo Imperatore, Fausto Masnada sfidava le leggi della fisica lasciando la compagnia, ben conscio che chi dietro sta ben accucciato evita il vento due volte. Del resto a volte puoi essere conscio fin che vuoi ma in quel frangente valeva bere o affogare. Il bravo Masnada affogava a tre chilometri dal traguardo dove le pendenze si facevano decise ed il vento non accennava a diminuire. In testa al gruppo il lavoro di rifinitura era tornato ai Mitchelton, se l’era caricato sulle spalle Haig. La ruota dell’australiano non si limitava a rifinire ma anche a distanziare Aru e Froome, i due tra i favoriti della vigilia che sin qui han fatto più fatica. Fra i migliori si aspettava l’affondo di Lopez o almeno gli immani precedenti investimenti Astana indicavano quella direzione. Un paio di rasoiate del colombiano arrivavano ma più che affondi sembravano rimbalzi. Per vedere qualcosina in più bisognava aspettare l’ultimo chilometro. E’ Pozzovivo “a provare a far la conta”, l’espressione è sua e mi pare appropriata. Restavano alla sua ruota Pinot, Yates, Chaves e Carapaz. Il resto è il racconto di un anomalo sprint a 2135 metri slm. Volata che premiava nettamente Yates su Pinot e Chaves, poi Pozzovivo e Carapaz classificati a 4’’. Dumoulin cedeva la miseria di 12’’,così come Lopez, fra i più battuti di giornata. Preoccupanti le flessioni di Froome e Aru, rispettivamente 23^ e 24^, che in millecinquecento metri perdevano 1’ 07’’ e 1’14’’.

La nuova classifica rimarca il dominio della Mitchelton Scott in questa prima parte del Giro. Ai primi due posti Yates e Chaves separati da 32’’ ed al momento in perfetta sintonia. Poi il pericoloso Dumoulin distante solo 36’’ , segue Pinot a 45’’. I nostri colori sono ben rappresentati da Pozzovivo, quinto a 57’’, per il lucano oltre l’ottima posizione in classifica anche le eccellenti sensazioni destate che fanno ben sperare per il proseguo della corsa. Scivolano decisamente Froome , 11^ a 2’27’’ e Aru, 15^ a 2’36’’.

Dopo il riposo di domani, si riprende martedì con la tappa più lunga del Giro, per di più non proprio tranquilla. Si va da Penne nel pescarese a Gualdo Tadino in provincia di Perugia. Il contachilometri ne segnerà almeno 239.
In tanti stanno cominciando a considerare l’ennesima follia. Questa volta sarei disposto a scommettere uno “scellino” sul buon esito della pensata.

Il Giro chiedeva a Campo Imperatore di sbrogliare un po’ la matassa. Il vento ha complicato l’operazione, ma attraverso l’inesorabile setaccio della montagna qualcosa è passato.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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