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Tutti i salesiani di Sicilia sono in festa per la lieta ricorrenza del centesimo genetliaco del sacerdote salesiano catanese don Rodolfo Di Mauro che, mercoledì 16 maggio, nella chiesa parrocchiale “Santa Maria de la Salette”, nel cuore del quartiere San Cristoforo, presiederà la concelebrazione della s. messa di ringraziamento con l’ispettore don Giuseppe Ruta e tanti altri confratelli salesiani di Don Bosco provenienti da ogni parte della Sicilia, alla presenza di autorità religiose e civili, tra cui il presidente della Regione, Nello Musumeci e di tanti ex allievi di ieri e di oggi.

Don Di Mauro, figura ormai leggendaria di educatore salesiano, passato dai lumi a petrolio all’era digitale, impegnato nella guida e nella formazione morale e sociale di tante generazioni di ragazzi di modeste condizioni economiche e spesso a rischio, bisognevoli di sostegno e di attenzione, attuale delegato per gli exallievi dell’Unione di Salette-S.Cristoforo, è nato il 16 maggio 1918 a Militello in Val di Catania, dove il padre scalpellino catanese lavorava alla costruzioni dei ponti  della ferrovia Catania-Caltagirone, mentre ancora infuriava la Grande Guerra. Fanciullo, andò ad abitare nella casa della sua famiglia proprio nel <difficile> quartiere dove da 70 anni, nell’Opera salesiana “Salette” operano instancabilmente i discepoli di San Giovanni Bosco, nella cui congregazione ha emesso la prima professione 80 anni fa. Durante il fascismo divenne <balilla> e <avanguardista>. L’epocale crisi del 1929 lo costrinse a sospendere gli studi, ma un fratello carabiniere lo mantenne agli studi nella case salesiane di Pedara e di San Gregorio, sino a conseguire l’abilitazione magistrale che gli permise di insegnare come maestro elementare a Marsala, durante al seconda guerra mondiale.

   Il 15 giugno 1947 è stato ordinato sacerdote e destinato a la Salette (dove divenne direttore nell'<anno terribile> 1968, fino al 1971) e assieme a don Gioacchino Casales e don Innocenzo Bonomo fondò -come formidabile antidoto contro la fame, la povertà e l’emarginazione sociale dei bambini e dei ragazzi poveri del quartiere assai provato dal disastro della guerra -l’oratorio “San Giovanni Bosco” de la Salette, presto dotato dell’immancabile banda musicale e di scuola serale per debellare, con lo spirito di Don Bosco, il diffuso analfabetismo e l’evasione scolastica tra i ragazzi di strada, assai presto facilmente <arruolati> come manovalanza della malavita. Nell’immediato dopoguerra, fu tra i preti che coraggiosamente si mobilitarono nei comitati civici di Luigi Gedda con l’impegno di tenere comizi per scongiurare la vittoria elettorale del fronte social-comunista. Don Rodolfo è stato anche <rifondatore> e direttore della casa salesiana dell’oratorio “San Michele Arcangelo” di Barcellona Pozzo di Gotto dal 1961 al 1968. La sera di sabato 19 riceverà la cittadinanza onoraria dal sindaco di quel Comune.

 Antonino Blandini

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