Cronaca

Un cantiere di solidarietà a Catania: quasi ottanta ragazzi, dai 13 ai 17 anni, sono stati i protagonisti  del “Kick Off 5” un’esperienza di solidarietà e di servizio concreto per gli ultimi nella città, che si è svolto dal 17 al 21 luglio. I ragazzi provenivano da sei regioni italiane: Sicilia, Veneto, Calabria, Puglia, Basilicata, Lazio.

Sono i “Ragazzi per l’Unità” (diramazione giovanile del Movimento dei Focolari, presente in 182 nazioni, formato da ragazzi e ragazze, di diverse culture e religioni) che a Catania hanno sperimentato una delle iniziative del programma “Coloriamo la città” che, in varie nazioni del mondo, li vede impegnati a costruire piccole realtà di fraternità e segni tangibili del loro impegno concreto per gli ultimi. La loro azione porta a realizzare dei piccoli “punti colorati” nella città che vive i tanti problemi della marginalità sociale, della povertà, delle tante necessità della città.

Il “Kick Off 5” ha offerto ai ragazzi dei momenti di riflessione, a partire dalla Regola d’Oro “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”, presente in tutte le religioni del mondo. Ma il clou del “cantiere estivo” è stato l’impegno concreto a  favore degli ultimi. A gruppi, hanno operato delle esperienze concrete di servizio nella Locanda del Samaritano, realizzata dai Missionari Vincenziani, casa di accoglienza per i senza tetto a Catania. I ragazzi e le ragazze hanno cucinato, servito a tavola, hanno mangiato insieme agli ospiti della “locanda” e lavato i piatti insieme a loro. A turno, alternandosi nelle varie attività, si sono recati nelle case di riposo “Il Girasole” e “San Vincenzo”, realizzando momenti di animazione (musica, sketch, eccetera) per gli anziani ospiti. Altre attività li hanno visti protagonisti nell’Oratorio “San Filippo Neri”, gestito dai Salesiani, in via Teatro Greco. Lì hanno animato i giochi e creato un momento di riflessione per i bambini, per insegnare a conoscere e gestire le “emozioni”, realizzato da Paola Calì, neuropsichiatra infantile. Infine, si sono recati alla mensa “Help center”, della Caritas diocesana ed hanno aiutato nella preparazione dei pasti.

Altri momenti importanti sono stati gli incontri con la comunità dell’Oasi Don Bosco (Salesiani) – dove, con i “minori non accompagnati” che lì risiedono, hanno dato vita ad un torneo di calcetto ed uno di pallavolo – e con la comunità di Sant’Egidio. Al “Kick Off 5”, insieme ad uno dei responsabili di Sant’Egidio, Walter Cerreti, sono arrivati alcuni giovani “nuovi europei” (immigrati che vivono nella comunità). Altro momento forte è stata la visita ad una famiglia dell’associazione “Giovanni XXIII”, che ha adottato quattro bambini disabili. Con loro, i “Ragazzi per l’unità” hanno conosciuto l’esperienza concreta (e spesso poco nota) di chi si spende quotidianamente in favore degli ultimi e di chi più ha bisogno.

Di particolare rilievo, la “Cena dei Popoli”, realizzata in collaborazione con il Sermig di Torino, impegnato, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, per il programma “FameZero” della FAO. La cena “simula” la distribuzione delle ricchezze globali del pianeta e, soprattutto, della diversa quantità di cibo a disposizione di ciascun uomo nelle varie parti del pianeta. I ragazzi hanno ricevuto ciascuno la bandiera di un paese diverso: nessuno sceglie la nazione e la città in cui viene al mondo e anche per i ragazzi del Kick Off è stato così. Nella sala era imbandita una tavola per otto persone: lì si sono seduti i ragazzi con la bandiera di Italia, Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Giappone). In quella tavola è arrivata un grande tegame di riso: i ragazzi hanno mangiato a volontà. Il riso avanzato è stato gettato via nella pattumiera. In un’altra parte della sala, i ragazzi con le bandiere dei paesi del cosiddetto “Terzo Mondo” avevano nel piatto, ciascuno, un cucchiaio di riso ed hanno mangiato solo quello mentre i loro amici potevano sfamarsi a sazietà. I ragazzi dei paesi poveri avevano però dei grandi vassoi di banane che hanno dovuto cedere ai “paesi ricchi” in cambio di armi. Alla loro tavola, dunque, non c’era cibo, ma possedevano le armi per uccidere. L’esperienza vissuta ha toccato profondamente i giovani ed ha lasciato il segno anche quando, a conclusione della serata, tutti hanno potuto sedere a tavola per la cena “vera”: una cena che però, stavolta, dopo l’esperienza vissuta, aveva un timbro ed un sapore diverso.

Altri momenti salienti del cantiere estivo “Kick Off 5”  sono stati i workshop pomeridiani sulla legalità, sul giornalismo (animato da Giancarlo Morello Morello), di teatro (curato dall’attrice Grazia Maria Ambra) di scenografia (curato da Enza Lomonaco), di danza (coordinato da Letizia Verzì), di musica (curato da Davide Rapicavoli ed Enrico Rella). Le attività dei workshop hanno permesso di realizzare lo spettacolo finale messo in scena dagli stessi ragazzi per l’ultima sera del “Kick Off 5”.

Un’esperienza che ha toccato profondamente gli ottanta ragazzi che hanno partecipato: “Ho capito quali sono i veri problemi del mondo” è il commento di uno di loro. Ecco altri commenti dei ragazzi, lasciati nei “bigliettini” nell’ultimo giorno del “Kick Off 5”: “Sono cambiate molte cose, specialmente è aumentata la mia amicizia con gli altri”, “Ho trovato la felicità”. “In questi giorni ho imparato a conoscere bene i ragazzi e mi sono divertito tanto facendo nuove conoscenze”, “Ho imparato a donare tutto me stesso per aiutare il prossimo”. “Ho imparato molte cose. Questi giorni mi hanno fatto diventare più disponibile con il prossimo”.

La sintesi dell’esperienza vissuta nelle parole di Elisabetta Lussu ed Eliseo Perticarini, responsabili dei “Ragazzi per l’unità” della Sicilia orientale: «Insieme ai ragazzi – afferma Eliseo Perticarini – abbiamo cercato di vivere quanto Papa Francesaco ci ha insegnato quando parla di usare la testa, le mani ed il cuore: abbiamo usato la testa per studiare ed informarci, approfondendo tematiche come la fame nel mondo, l’educazione civica e l’immigrazione. Abbiamo ascoltato con il cuore il grido di chi soffre: per questo abbiamo sensibilizzato e coinvolto gli adulti della comunità di Catania. Abbiamo infine aperto le mani al dono e all’accoglienza con azioni concrete: gli anziani delle case di riposo, i bambini delle periferie, gli uomini e le donne senza fissa dimora».

«L’esperienza è stata molto significativa, – aggiunge Elisabetta Lussu – sia perché si sono visti i ragazzi in una veste diversa da quella presentata normalmente dai mass-media: superficiali, poco impegnati nel sociale, autoreferenziali. I giovani del Kick Off hanno invece mostrato una forte sensibilità ed espresso quanto di meglio ognuno poteva dare e il lavorare e vivere insieme ha avuto un effetto amplificatore dei talenti e delle doti di ciascuno. Ritorneranno nel proprio ambiente più forti e decisi nel promuovere i valori della solidarietà, dell’accoglienza e del dialogo ad ampio spettro. Anche gli adulti che li hanno affiancati si sono sentiti rafforzati nel loro impegno a lavorare con le giovani generazioni».

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