“Porteremo al Governo nazionale la cronaca di un altro disastro annunciato”. Così, ha esordito il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino atterrato ieri a Catania, per effettuare un sopralluogo nei territori colpiti dal nubifragio dello scorso 18 ottobre, tra Scordia, Francofonte, Lentini, Carlentini, Palagonia, Ramacca e Mineo. “Con un cambiamento delle condizioni meteorologiche ormai note il territorio non riceve una manutenzione adeguata”, ha aggiunto il rappresentante nazionale degli agricoltori Cia con al fianco il presidente Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, il direttore Graziano Scardino e alcuni produttori della zona del torrente esondato Gornalunga, che hanno subito i danni maggiori.
“Danni per decine di milioni di euro – dice Giuseppe Auteri che ha un terreno di agrumeto a nuovo impianto, totalmente travolto dalla piena del fiume – i danni strutturali sono del 100%”. “Stessi danni anche per i carciofeti – dicono Vincenzo Nigido e Antonio Sambataro – non riusciremo a raccogliere nulla, al danno la beffa di dover fare fronte adesso a tutti pagamenti di mutui, tasse e Imu agricola, cui avremmo provveduto con la vendita dei prodotti”. “Ci riteniamo comunque fortunati, perché siamo scampati ad una tragedia immane, se, infatti, l’esondazione del fiume fosse avvenuta qualche ora più tardi – dicono – ci sarebbero state decine di vittime, perché avremmo avuto i collaboratori al lavoro, oltre agli automobilisti che percorrono la SS417, attraversata dalla piena”. “Ringraziamo il presidente Scanavino – afferma il presidente Giuseppe Di Silvestro – La Cia è vigile a tutti i livelli per fare intervenire le istituzioni. Bisogna tamponare le emergenze, con il non pagamento di oneri e tributi, di regolare i rapporti con banche e Ismea”.
A queste richieste si aggiungono le sollecitazioni dei sindaci invitati a Scordia a partecipare alla giunta Cia convocata eccezionalmente nella sede della Protezione Civile. “Nel documento – spiega il direttore Grazino Scardino – si chiede l’immediata conta dei danni sia alla produzione che alle strutture, e l’emanazione delle misure straordinarie per il ristoro danni, lo stato di calamità e le misure straordinarie per interventi immediati di tipo infrastrutturale per il ripristino degli argini dei fiumi, per la pulizia degli alvei, e per la rimozione dei detriti accumulati negli anni nei letti dei fiumi ove necessario, per il riassetto e ripristino delle strade principali e secondarie; al risarcimento dei danni alle strutture delle aziende agricole; al risarcimento dei danni alla produzione attuale; al pagamento immediato dell’acconto da parte di AGEA dei premi PAC; all’esonero del pagamento degli oneri previdenziali tributari e fiscali per gli agricoltori i braccianti agricoli assunti; all’esonero dei tributi locali e del canone dei consorzi di bonifica; alla sospensione del pagamento di rate di mutui agrari e dei contenziosi con istituti di credito ed enti vari (ISMEA ecc).
“Questo è un evento così straordinario che va oltre le coperture assicurative – specifica Scanavino – abbiamo avuto fenomeni di distruzione di frutteti e ortaggi irrecuperabili. Bisogna intervenire sulle strutture e infrastrutture, credo che un intervento straordinario del Governo sia legittimo e debba essere preso in considerazione”. “Sono necessari piani di adeguamento del sistema idrico delle bonifiche che consentano di mitigare gli effetti cosi devastanti, perché tutto il sistema delle bonifiche in Italia non funziona: assorbe risorse importantissime e non è efficiente”.
Per avviare gli interventi richiesti è necessaria attivare alcune deroghe su quanto previsto dalla normativa nazionale ovvero dalla Decreto Legislativo 29 marzo 2004, n. 102 e successive modifiche. Deroga per gli interventi risarcitori, a valere sul Fondo di solidarietà nazionale, anche per i danni assicurabili, in modo che le imprese agricole, che non hanno ancora sottoscritto polizze assicurative possano ricevere un indennizzo.