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Fino a domenica 13 gennaio, festa del Battesimo del Signore e conclusione del tempo liturgico di Natale, resterà esposta sulla facciata della chiesa parrocchiale “Santa Maria della Guardia in Ognina” un’opera di straordinario effetto spirituale e artistico: la scenografica rappresentazione figurativa della Natività di Gesù Cristo.

   La comunità dei frati minori francescani di S.M. della Guardia negli ultimi anni ha voluto dare un maggior rilievo al messaggio evangelico del Natale. ”In un contesto socio-culturale sempre meno affezionato alle semplici e significative tradizioni da sempre legate a questo periodo dell’anno -commentano i religiosi ai quali è affidata la cura pastorale della parrocchia- approfittando della posizione <strategica>, abbiamo allestito un grande presepe sul prospetto della nostra chiesa”.

 Tre enormi banner (il centrale misura 15×4 metri) raffigurano l’Adorazione dei Magi, la più celebre opera (eseguita a Firenze nel 1423 ed esposta agli Uffizi) di Gentile da Fabriano, uno dei maggiori esponenti del gotico internazionale.

   Il corteo, che si snoda lungo tutto il dipinto, dà l’estro al pittore di animare la scena realistica vivificata da un colorismo luminoso e smagliante, da un modellato morbido e plasmato nella luce, in un mirabile accordo tra descrizione minuta ed attenta della realtà ed evocazione in un clima favoloso e fantastico.

   “Così il monumento -afferma l’autore del progetto grafico, fra’ Massimo Corallo- preparato grazie al contributo dei fedeli è diventato esso stesso segno visibile e inequivocabile del messaggio cristiano del Natale: Gesù è il Signore, l’Emmanuele, il Dio con noi. Non è il Dio del tempio, ma della strada, della gente, dei lontani (i Magi), di chi cerca il divino e riesce a leggerne i segni nel quotidiano. L’illuminazione e la musica in diffusione attirano l’attenzione di tanti passanti i quali, anche solo per un attimo, sono i destinatari del messaggio d’amore di Dio per l’umanità e che ci piace pensare hanno sentito il bisogno di soffermarsi per una preghiera”.

  Antonino Blandini

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