Catania News

Free Green Sicilia per tutto l’anno 2019 ha denunciato anche a mezzo stampa l’irresponsabile ed ingiustificato spegnimento da parte de Comune delle tre centraline rimaste in vita di rilevamento delle pericolose sostanze emanata prevalentemente dalla combustione dei mezzi a motore, denunce che sono rimaste inascoltate da quelle istituzioni pubbliche che per legge dovrebbero rispettare e fare rispettare la normativa vigente italiana ed europea sui livelli di smog in città; la legislazione tra l’altro prevede limitazioni del traffico se certi livelli vengono superati.
“Eppure i cittadini catanesi – afferma Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilianegli anni precedenti hanno inalato veleni da smog così come monitorato dalle tre centraline (quelle di Tondo Gioeni, viale Vittorio Veneto e piazza Aldo Moro/Giuffrida) rimaste in funzione e, anche se a singhiozzo, fino al 31 dicembre 2018, come dimostra il sito web del Comune dov’era possibile andare a verificare i dati giornalieri dei livelli di sostanze chimiche e polveri prodotte dai mezzi a combustione, veri e proprio killer per la salute peraltro in una città a debito di parchi, verde pubblico e piste ciclabili e dove sono del tutto assenti le zone pedonalizzate. Eppure i Sindaci di molte città italiane a causa del superamento di livelli di smog hanno preso provvedimenti radicali di limitazione del traffico a difesa della salute dei loro cittadini!”.

Centralina disattivata in viale Vittorio Veneto

Neppure la più che penosa classifica nazionale di “Ecosistema Urbano 2019” di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che condanna Catania come l’ultima città italiana green per la qualità della vita (che, tra l’altro, la inserisce e al 78 esimo per il Biossido di Azoto e al 59esimo posto tra le città più inquinate da polveri sottili) non ha indotto il Comune e l’ARPA regionale che si rimpallano le responsabilità a riattivare le tre centraline che dovrebbero rilevare giornalmente per legge i livelli di inquinamento in città ovvero: Ossido di Carbonio, Ozono, Biossido di Azoto, Anidride Solforosa, Benzene, PM 2 e 10.
Secondo il rapporto “La sfida della qualità dell’aria nelle città italiane” e della stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’Italia detiene il triste primato per morti premature da inquinamento atmosferico di oltre 91.000, contro le 86.000 della Germania, 54.000 della Francia, 50.000 del Regno Unito, 30.000 della Spagna. Il nostro paese ha una media di 1.500 morti premature all’anno per inquinamento per milione di abitanti, contro una media europea di 1.000.
Le tre centraline tutt’ora disattivate non solo dovrebbero essere da subito riattivate ma ne dovrebbero essere installate in altre zone inquinate della città dove il traffico la fa da padrone per intere giornate e dove vi è una concentrazione di uffici e negozi oltre alle strade che fungono da ingresso e uscita dalla città. Ma anche all’interno del porto visti gli allarmi rilevati in diversi porti italiani a causa dell’inquinamento delle grandi navi da crociera e dei traghetti, inquinamento che peraltro a causa dei venti viene spostato all’interno della città.
“Dovrebbe essere più che prioritario per tutti – sostiene Lisi – che il benessere dei cittadini di qualsiasi età debba essere sempre messa al vertice dei comportamenti e delle scelte di chi governa la città ma di fatto a Catania i cittadini non sapranno mai quanti veleni hanno inalato nel 2019 e se continuano a respirare aria sana o malsana non avendo la possibilità di saperlo e conseguentemente cercando di difendere la propria salute come loro sacrosanto diritto ed il Comune di prendere le iniziative opportune per limitare o fermare del tutto l’inquinamento”.

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