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La SLC CGIL di Catania ha sottoposto all’assessore regionale al Turismo Sport Spettacolo Manlio Messina, in presenza dell’assessore comunale alla Cultura di Catania, Barbara Mirabella, un pacchetto di proposte quali “sintesi dei ragionamenti nati dalla riunione sindacale degli iscritti”. Nel dettaglio si tratta della richiesta di attivazione di uno speciale Fondo di solidarietà per chi è rimasto escluso dall’indennità del Decreto Cura Italia; la richiesta di certificazione del pagamento degli artisti (attori, costumisti, scenografi) della stagione da parte dei teatri e delle aziende dello spettacolo che chiedono di ricevere il contributo regionale stanziato (FURS); l’impegno della Regione Siciliana ad acquistare posti in tutti i teatri da offrire gratuitamente o con piccolo costo simbolico al pubblico, al fine di riaffezionarlo a quei luoghi importanti per la crescita di uno spirito critico e sociale.
Il segretario generale della  Slc Cgil di Catania, Gianluca Patanè, si dichiara “soddisfatto dell‘incontro e dell’apertura dimostrata dall’assessore, che ha dimostrato grande senso di responsabilità e di affezione alla nostra tradizione culturale, accettando le nostre proposte. Le istituzioni  e i governi nazionale e regionale non possono permettersi di lasciare indietro nessuno. La categoria delle artiste e degli artisti che noi rappresentiamo, grazie al nostro impegno, è stata riconosciuta, e per la prima volta si parla di misure per lavoratori dello spettacolo. Abbiamo anche ragionato con i due assessori presenti all’incontro, sulla possibilità di sottoscrivere un Protocollo di Intesa su regole condivise”.
Il responsabile del Dipartimento artisti della SLC Cgil, Luigi Tabita, si ritiene soddisfatto e sottolinea che “bisogna regolamentare questa categoria atipica. Sappiamo che il settore legato alla produzione culturale e allo spettacolo sarà l’ultimo a ripartire e questo è molto preoccupante perché già eravamo una categoria sottopagata e sfruttata. Continueremo a batterci con un lavoro di interlocuzione costante, sia al livello nazionale che regionale, con le istituzioni per il riconoscimento dei nostri diritti”.

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