Cronaca

A soli 26 anni, nel 1975, Carlo Casini, grazie alla sua intelligenza lucida, alla sua memoria vivacissima e ad una passione per la giustizia, era un giovane pubblico ministero di Firenze e cominciò ad indagare sulla “clinica degli aborti” che c’era allora a Firenze, e fece arrestare e il segretario radicale Gianfranco Spadaccia per “procurato aborto”, mentre la legge italiana lo vietava.

Questo fatto impose il tema dell’aborto al centro del dibattito politico, e tre anni nel 1978 portò all’approvazione della legge 194, pensata “per la Tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza” e divenuta tout court la legge sull’aborto.

Il giovane Magistrato Fiorentino Carlo Casini, non si rassegnò a cotante sconfitta, è ripartendo da una sua “Associazione Cavia”, le dette maggiore linfa e vigore, definendola: “Movimento per la Vita Italiano.”

La Conferenza Episcopale Italiana, a sostegno dei valori sostenuti dal Movimento per la prima Domenica di Febbraio: “La Giornata per la Vita.

Nel frattempo, Carlo Casini lasciò la magistratura e iniziò il suo impegno di politico nella Democrazia cristiana, come deputato dal 1979 al 1994.

Nel 1981, si batté per abolire, o almeno per modificare, la legge 194, divenendo promotore del referendum che fallisce per una manciata di voti.

Attraversando l’Italia in lungo e largo per testimoniare il valore della vita e la responsabilità di tutti ed in particolare dei cattolici, ha creato una rete di movimenti, collegati al Movimento per la vita (Mpv), istituito il 15 gennaio 1980: i CAV (Centri di Aiuto alla Vita), il Progetto Gemma, le case di accoglienza e tante altre iniziative con decine di migliaia di bambini aiutati a venire al mondo semplicemente mettendosi in ascolto e al fianco delle loro madri tentate per povertà o paura di abortire.

Nel 2005, partecipò attivamente alla formazione del comitato “Scienza e Vita” e alla campagna astensionista sostenuta da milioni di italiani e dalla stessa Conferenza episcopale italiana, con l’obiettivo di impedire il successo del referendum promosso dai Radicali per la modifica alla legge 40/2004 riguardante la fecondazione assistita.

Bastava soltanto il mancato raggiungimento del quorum per garantire alla legge la sua validità. Anche questa battaglia andò perduta.

Iniziò il cammino della bioetica, della biogiuridica e della biopolitica a sostegno del principio che la vita inizia con il concepimento e tutelare la vita significa tutelarla dal momento del concepimento.

Eletto parlamentare europeo nelle elezioni del 1984, del 1989 e del 1994 dopo lo scioglimento della Dc aderisce al Ppi, in seguito passa al Centro cristiano–democratico (Ccd) e successivamente all’Udc.

Da Eurodeputato ha svolto il compito di presidente della Commissione Affari costituzionali dal 20 luglio 2009 fino a maggio 2014.

La sua ultima battaglia è stata la campagna “Uno di Noi” del 2013, con la raccolta di oltre due milioni di firme a sostegno della petizione europea per la salvaguardia dell’embrione umano e dei suoi diritti.

“Ogni uomo è titolare di diritti, senza distinzioni o limiti. E, in particolare, lo è il più debole: il concepito non ancora nato”.

Colpito dalla Sla, malattia che alla fine se l’è portato via dopo anni di crescente sofferenza, è rimasto afono, ma non ha rinunziato ad intervenire nelle ultime battaglie sull’eutanasia, che, di fatto apre la strada al suicidio assistito.

Giovanni Paolo II che nell’’Enciclica “Evangelium Vitae”, ha posto i cardini della dottrina cristiana sul valore del dono della vita, ha chiamato Carlo Casini a far parte della “Pontificia accademia per la vita” proseguendo la sua missione di “apostolo e missionario della vita che nasce”, coraggioso difensore della famiglia e sostenitore di un’efficace politica familiare, che ha consentito la nascita di 85mila bambini accolti dall’affetto di tante persone che hanno sostenuto le madri in difficoltà e ne hanno condiviso le angosce, senza mai giudicare.

Giuseppe Adernò

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