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Il Centro culturale e teatrale Magma, diretto da Salvo Nicotra, nell’ambito delle attività concertistiche “Fuorischema 2021” ha presentato lo scorso 12 dicembre nella Chiesa SS. del Crocifisso, in piazza Umberto I, di Santa Maria di Licodia, all’interno della rassegna “I Concerti di fine anno”, il concerto dei chitarristi Salvatore Daniele Pidone e Massimo Martines. In certi momenti il suono delle loro chitarre all’interno della Chiesa Madre di Santa Maria di Licodia, dedicata al SS. Crocifisso, riconduceva ad atmosfere antiche, quelle dei suoni provenienti da strumenti a corda medievali, cui il monumentale campanile che fa capolino tra la chiesa ed il palazzo del Municipio – con le sue bifore e i merli ghibellini – sembrava prestarsi a fungere da scenografia. La musica di Scarlatti e i suoni natalizi. Alessandro Scarlatti, padre, piace per la spontaneità delle sue composizioni – contrapposta all’ampollosità bachiana – per l’apparente semplicità del linguaggio, la cantabilità e, soprattutto, per la sua esplorazione tecnico-tastieristica che ne fa un antesignano del pianismo ottocentesco. In realtà, l’estremo virtuosismo e la brillantezza celano, agli occhi dei musicisti che le affrontano, gli altri caratteri presenti nelle Sonate, dando di Scarlatti l’immagine di un compositore agile, bizzarro, ma poco profondo…

Locandina

L’esecuzione del duo Pidone-Martines ha invece puntato sul connubio tra “forma sperimentale” e “forma sonata”, sottolineando, ad esempio nella sonata K380, l’influenza spagnola, proveniente dalla tradizione popolare andalusa e l’influenza della tradizione colta italiana, assorbita da Domenico Scarlatti durante gli anni della formazione a Napoli, Venezia e Roma. Quando si pensa all’influenza spagnola il pensiero corre solitamente all’impulso ritmico definito, generalizzando, “flamenco” e che ritroviamo anche in Sonate come la K239 in Fa minore, caratterizzata dall’inizio alla fine dal tipico ritmo di danza spagnola accompagnata dalle nacchere. Ma l’influenza andalusa non riguarda solo le strutture ritmiche: è molto più ampia e coinvolge l’armonia e le line melodiche, l’elasticità della sua pronuncia, l’organizzazione della forma e l’utilizzo della ripetizione attraverso l’utilizzo di elementi tratti dalla liturgia bizantina e dal “cante Jondo” da cui attinge gli elementi principali modificandoli a suo piacimento con gusto tipicamente Italiano.

Il passaggio a Vito Nicola Paradiso, interessante autore contemporaneo, peraltro legato da lunga e profonda amicizia con Pidone, risulta facile all’ascoltatore. Le accattivanti composizioni ispirate per lo più a musicisti che hanno fatto della storia della musica mondiale un veicolo di ispirazione sono e rimangono capisaldi per musicisti di comprovata esperienza e musicisti per così dire in erba.

Corora, piccolo paese non lontano da Caracas, ha dato i natali a due grandi chitarristi, Alirio Diaz e Rodrigo Riera che furono anche amici. Di questo secondo è stato eseguito il “Preludio criollo”, nel quale si è esaltata la capacità improvvisativa dei due concertisti. Nella seconda parte del concerto lo spirito natalizio ha preso il sopravvento e i due chitarristi, attraverso un delicato excursus storico, hanno deliziato il pubblico che non ha lesinato applausi e chiamate per i bis. I due chitarristi si sono esibiti con due chitarre opera del maestro catanese Mario Filetto.

Ancora Pidone e Martines in concerto (Ph. Centro Magma)

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