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È stata pubblicata la graduatoria generale “aggiornamento 2015” per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dell’I.A.C.P. di Catania, ma nelle due graduatorie “sfrattati e disagio abitativo”, non risultano disponibili alloggi né a breve né a lungo termine, ad esclusione di 24 alloggi già pronti la cui consegna è legata alla pubblicazione della prossima graduatoria, aggiornata al 2022. 

Lo segnala il Sunia di Catania aggiungendo che nella graduatoria generale sono state inserite oltre 3800 famiglie; tutti nuclei che dal 2000 al 2015 hanno presentato istanza perché  in situazione di grave disagio abitativo. 

“A fronte di queste istanze e delle altre circa 1.000 presentate per l’assegnazione di un alloggio di edilizia pubblica di proprietà del Comune di Catania, l’ indisponibilità di alloggi per gli sfrattati salta immediatamente all’occhio – dichiarano Giusi Milazzo e Agata Palazzolo, rispettivamente segretarie regionale e provinciale del Sunia- C’è grande preoccupazione per il grave disagio abitativo sempre più in crescita nella città di Catania, anche a causa della crisi post Covid 19; basti pensare al crescente numero degli sfratti per morosità”.

Il Sunia chiede quando verranno riqualificati i circa 160 alloggi delle due Torri a Librino per i quali è stato previsto un finanziamento di 12 milioni di euro, ma anche quando inizieranno i lavori di costruzione di 2 palazzine di 32 alloggi ciascuna.

Altre soluzioni, secondo il sindacato degli inquilini,  potrebbero essere messe in campo dal Comune di Catania per ridurre il disagio abitativo per i propri concittadini, basti pensare allo stanziamento di 1 milione e seicento mila euro per la riqualificazione degli alloggi confiscati alla mafia, o ai numerosi immobili pubblici inutilizzati che potrebbero in parte essere riqualificati ai fini abitativi, o ai fondi stanziati con la nuova programmazione comunitaria che potrebbero essere utilizzati per la realizzazione di progetti di nuova edilizia popolare o di soluzioni abitative anche temporanee.

“Riteniamo che per ridurre il grave disagio abitativo sia necessario non solo cercare soluzioni a breve termine ma anche prevedere una programmazione pluriennale che permetta la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia pubblica”.

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