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Coloro che decidono di aprire la partita IVA rientrano in quelle casistiche di lavoratori conosciuti come liberi professionisti o freelance. Chi gestisce un’attività tramite una qualsiasi impresa o azienda, è obbligato ad utilizzare la PEC e comunicare la casella di Posta Elettronica Certificata al Registro Imprese. Questo dovere viene imposto anche a tutela stessa dei possessori di partita IVA perché lo scambio di email dove avvengono comunicazioni delicate è certificato e tutelato. Il contenuto non è in alcun modo modificabile una volta inviato e consegnato al mittente.

Ogni messaggio deve essere conservato per 10 anni, così da assicurare un valore legale al contenuto. A prescindere dal fatto che si voglia aprire una Partita IVA tradizionale o adottare il regime forfettario agevolato, la posta elettronica certificata è uno strumento sempre utile e nella maggior parte dei casi obbligatorio. Ovviamente in base all’uso che si ipotizza di farne è consigliabile cercare delle soluzioni ad hoc e a tal proposito suggeriamo di prendere in considerazione il sito Letterasenzabusta.com per creare una casella pec gratuita qualora si ritenga di dover inviare poche mail certificate all’anno. Di seguito le differenze tra aziende e privati con partita IVA e come devono agire per ciò che concerne la PEC.

Partita IVA e PEC: le differenze tra aziende e privati

Avendo la PEC lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento, è stato diffuso l’obbligo di comunicare la propria casella di Posta Elettronica Certificata per soggetti registrati ad albi, con partita IVA e ditte individuali. Le persone che rientrano in queste categorie devono iscriversi al Registro Imprese con una regolare PEC, in modo tale da legalizzare gli scambi di dati tra coloro che sono interni al mondo delle finanze e l’Agenzia delle Entrate. Le aziende non possono essere assolutamente esenti dall’aprire una partita IVA con annessa PEC, perché la posta digitale e certificata consente anche di pagare gli stipendi dei dipendenti, oltre che ad inviare dati sensibili, documenti ufficiali e altri elementi riservati.

Ma la PEC si sta diffondendo ampiamente anche tra i cittadini siccome adempie a numerose funzioni, al contrario della posta elettronica standard. Infatti, tramite la PEC i privati possono fare avanzare richieste alla banca, svolgere ricorsi per una qualsiasi multa, rivolgersi ad Enti o istituzioni per ciò che riguarda bandi pubblici o per ottenere approvazioni qualora si debbano effettuare riprese per un prodotto audio-video in una location pubblica. Insomma, le funzionalità della PEC sono molteplici e dati i costi, anche per i privati è conveniente aprire un indirizzo personale di Posta Elettronica Certificata.

Chi tra i possessori di partita IVA non è obbligato ad aprire la PEC?

La partita IVA aperta da coloro che sono iscritti agli albi professionali comporta obbligatoriamente la registrazione di una email PEC, così come per le società, gli artigiani e le Pubbliche Amministrazioni. Qualunque professionista dotato di una Partita IVA ordinaria deve, dunque, comunicare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata all’albo di riferimento presso cui è iscritto. Questo discorso è valido ad esempio per psicologi, architetti e avvocati, ma non solo. Gli unici non obbligati a registrare una email PEC sono coloro che risultano lavoratori autonomi con una partita IVA in regime forfettario, diversa da quella ordinaria.

Tuttavia, pur non essendoci un dovere vincolate quasi tutti quelli che rientrano in questa categoria preferiscono avere una PEC. Questo perché i costi annuali sono bassi ed è comodo per poter comunicare con la Pubblica Amministrazione, così come è funzionale avere la possibilità di registrare gli atti tra privati e i documenti lavorativi. L’Agenzia delle Entrate ha comunicato ufficialmente che chi non possiede la Partita IVA non è tenuto a fornire l’indirizzo di posta certificata. Infatti, basta semplicemente richiedere l’emissione della fattura elettronica all’esercente di un servizio.

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