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“Gli esami non finiscono mai”, diceva Eduardo… Queste parole non devono essere collegate, per forza, a sensazioni di sofferenza. Se gli esami finissero, significherebbe o che si è spenta la vita o che non v’è più motivo di superarsi, migliorarsi.

Queste considerazioni, dopo l’importante vittoria sul Matera, possono pienamente valere anche per il Catania che deve pensare al futuro. Se la compagine non avesse obiettivi, non avrebbe esami da superare; invece, ne ha: è già all’orizzonte il prossimo impegno che – oltre alla “vendetta, tremenda vendetta”, per riprendersi il dono fatto ai girgentani nel girone d’“andata” – significa imprimere un diverso andamento al cammino in trasferta e, conseguentemente, a quello complessivo verso traguardi (per scaramanzia) impronunciabili.

Nel frattempo, è stato fatto un gran favore ai competitori (per la vetta) dei “sassaioli”, Foggia in primis. Avrebbe errato chi si fosse aspettato segni dauni di riconoscenza: “Sappiamo perfettamente che non è il momento di esaltarsi troppo per la prima posizione in classifica del Foggia, ma tutti gli errori visti in campo quest’oggi dai giocatori di entrambe le squadre [Catania e Matera, n. di r.] non siamo sicuramente abituati a vederli nelle gare dei rossoneri” (cfr.: Redazione Foggialandia.it http://www.foggialandia.it/2017/02/07/catania-matera-2-0/).

Nella stessa pagina, il commento di tal Vincenzo La Notte (Membro e Probus Vir – per com’è scritto – presso Accademia Italiana Studi Numismatici) recita: “Bergamelli è un giocatore meraviglioso. Perfetto. Qualcuno ha scritto che era meglio Coletti, che Bergamelli ha i “piedi quadri” e non è in grado di impostare l’azione. Gli ultimi 5 minuti li ha fatti zoppicando ed ha fatto, nonostante ciò, sul 2-0, un intervento risolutivo. Parliamo di altra categoria. Russotto perso in mezzo al campo, senza una posizione, un filo logico. Un giocatore che da esterno sinistro potrebbe essere devastante. Caro Rigoli, se intendevi fare il 4-4-2 con Pozzebon e Tavares, tenendo ovviamente in panchina Russotto perché non ce lo hai dato? Lo stai semplicemente distruggendo.

Demiro Pozzebon (Ph. CalcioCatania)

Pozzebon gran bel giocatore. E il fatto che sia andato a Catania e non al Matera, alla fin fine potrebbe essere determinante. Oggi lo è stato. E pure Di Grazia, classe 1996, gran bel talento” (ibidem). Sono parole che appaiono intrise di cordiale risentimento e malcelata invidia. Di Grazia (un prezioso “suggerimento” e una quasi-rete), Pozzebon (che ha timbrato il suo primo cartellino al Cibali), Tavares (che aveva fatto la stessa cosa all’esordio), Russotto (genio e sregolatezza) e Bergamelli (d’accordo, superlativo!) giocano per il Catania, come tutti gli altri ed il Foggia – in futuro (almeno una volta) – se li troverà davanti per come li schiererà Rigoli! Sull’impiego di Russotto qualche riflessione l’ho già espressa in altre occasioni; in questa sede non mi va di aggiungere altro. Quanto a Pozzebon, va detto che è italianissimo; anzi, romanissimo e il nome “Demiro” parrebbe derivazione popolaresca dal latino “miro”; del resto, è qui per essere ammirato e meravigliare in coerenza col nome.

Marchese festeggiato dai compagni (Ph. CalcioCatania)

Se il sorriso di Marchese ha meritato la copertina della partita con la Reggina, quella di adesso credo che debba riprodurre il ghigno di Auteri. Si può immaginare cosa si agitasse nella mente di questo signore e abbiamo notato quanta carica agonistica sia stato capace di trasmettere ai suoi (qualche ammonizione in più, però, il pur accettabile “diminutivo” – da Massimino – avrebbe fatto bene a propinarla anche ai lucani), ma lo stile è un’altra cosa… Bene ha fatto Rigoli a non “raccogliere” le provocazioni. Del resto, evito di riferire quali rime hanno dedicato al nervoso allenatore ospite i “vicini di casa” della tribuna B, usando sia il nome sia il cognome, sia l’italiano sia il siciliano; né mi soffermo sulla “centralità” della scomparsa di Ciccio Famoso, da tutti abbondantemente rendicontata.

Logo testata organo del Catania Calcio

Registro, invece, che – dopo la segnalazione, fatta in questa sede (nel “pezzo” precedente) si è riacceso il tabellone ed è ricomparso il giornale cartaceo. Anche il terreno di gioco – oggetto delle strane notazioni di reggini e materani – è migliorato; anche se a sor Gaetano da Floridia è sembrato penalizzante per i suoi Messi e Ronaldo…

Se le segnalazioni trovano ascolto (più probabile che si sia trattato di pura coincidenza) stavolta mi sembra doveroso riferire sulle estenuanti “code” ai pochi accessi. La speranza comune è che, per l’avvenire, continui a esserci lo stesso pubblico da serie A che ha accompagnato, in tutti i sensi, la bella prestazione etnea post-agatina (preferendola al “pompato” festival canzonettistico in corso); in tal caso – pur comprendendo le difficoltà e dando merito all’impegno della società – credo che bisogna adeguarsi. L’atmosfera sembra cambiata; molto in meglio! Perseverare non è diabolico ma elefantiaco!

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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