Libri

E’ stato l’illustre e noto canonista e storico della Chiesa catanese, mons. Adolfo Longhitano, vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico dell’Arcidiocesi metropolitana, docente emerito di Diritto Canonico nello Studio Teologico interdiocesano “San Paolo” e canonico maggiore del Capitolo metropolitano della basilica Cattedrale di Catania, a presentare con una magistrale relazione, la sera di venerdì 1 dicembre, nell’auditorium “Prof. Mauro Corsaro” del Comune di Mascalucia gremito di cittadini, il libro dal titolo “Per la storia di Mascalucia, nuove ricerche d’archivio (secc. XVII-XIX)” del prof. Domenico Aiello, attento ricercatore ed infaticabile studioso di storia e di tradizioni locali e della devozione popolare nel territorio etneo, nativo di Mascalucia, dottore in Scienze Geologiche, già insegnante in provincia di Novara e funzionario statale a Catania.

Al significativo evento culturale, curato dall’Assessorato comunale alla Cultura e dalla Pro Loco,  hanno partecipato, tra le autorità intervenute, il sindaco, dott. Giovanni Leonardi, la presidente della Pro Loco, Maria Scardaci e la dott.ssa Maria Grazia Sapienza, nota studiosa e scrittrice di storia patria e già direttrice della Biblioteca Comunale mascaluciese, che ha concluso brillantemente gli interventi alla presenza dell’autore.

Il volume di 283 pagine -riccamente illustrate con decine di fotografie a colori e in bianco-nero, in gran parte inedite e scattate dall’autore, dei principali beni culturali, iconografici, architettonici, archivistici e storici ancora presenti nel territorio- è dotato di un sommario introduttivo distinto in sei corposi capitoli e decine di paragrafi: Notizie storiche su Mascalucia (le origini, sviluppo del toponimo “Mascalucia”, il casale, l’eruzione del 1669, il terremoto del 1693, il dopo terremoto, i primi interventi ricostruttivi del ‘700 e il riassetto amministrativo borbonico dell’800, il rinnovamento delle principali vie di comunicazione con Catania e i paesi limitrofi, i moti rivoluzionari e le epidemie di colera dell’800, l’istruzione pubblica, l’illuminazione pubblica, la banda musicale, le coltivazioni); L’antica chiesa madre di S. Nicolò; La nuova chiesa madre della Madonna della Consolazione (notizie storiche fino all’800, vicende di una collegiata mai costituita, la chiesa madre nel ‘900, la chiesa madre oggi); La chiesa di S. Vito (le origini della chiesa e la confraternita, la nuova chiesa, la parrocchia, S. Vito, patrono di Mascalucia e la sua festa); Le chiese minori (chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, vulgo del SS.mo Crocifisso ai Marretti, chiesa e confraternita di S. Nicola, chiesa della Madonna della Pietà, chiesa di S. Rocco, chiesa della SS. Trinità, chiesa di S. Antonio di Padova, vulgo di S. Antonello, la cappella della congregazione dell’Immacolata Concezione); Gli arredi sacri; Le edicole sacre di Mascalucia.

La seconda parte dell’opera riporta tre dense appendici di documenti inediti esplorati, consultati e studiati dall’autore che con certosina precisione li ha riportati alla luce e riprodotti con esattezza nella loro integrità e leggibilità: Il clero di Mascalucia; I vicari foranei e i parroci di Mascalucia, Introiti ed esiti delle principali chiese e confraternite di Mascalucia. Il libro dispone di centinaia e centinaia di preziose annotazioni -riportate praticamente e diligentemente in tutte le pagine del testo- e contiene anche un’abbondante bibliografia generale e un particolareggiato e utilissimo indice analitico alfabetico di nomi di persona, luoghi e cose notevoli, nonché una pagina introduttiva dedicata alle “referenze archivistiche e relative abbreviazioni”, con una precisa <nota all’edizione> per rendere comprensibili i termini un tempo di uso comune e non più ricorrenti nel linguaggio attuale, le citazioni bibliografiche, la lettura delle carte e la consistenza del denaro contenuto nelle monete una volta usate in commercio.

Con ammirevole scrupolo, l’autore nella <premessa> spiega, alla luce della documentazione d’archivio raccolta, la metodologia usata per le ricerche e la stesura del libro d’indubbia rilevanza storica che, come vuole precisare, non esaurisce gli studi intrapresi con tanto entusiasmo: ciò lo impegnerà, in futuro, a verificare ed approfondire gli aspetti ancora risultanti incerti e di dubbia interpretazione, nonché a colmare quei vuoti ancora esistenti, affinché <presto si possa scrivere una quanto più veritiera possibile “Storia di Mascalucia”>.

La riuscita sintesi, esposta chiaramente in quarto di copertina, fornisce al lettore di oggi un’ampia idea della plurisecolare realtà storica territoriale di Mascalucia, uno degli attuali comuni etnei “un tempo paesi del Bosco etneo e prima ancora casali della città di Catania. Essi occupano la parte centro-meridionale del versante sud del vulcano Etna. La loro storia è stata sempre legata a quella della vicina Catania anche se, nella metà del XVII secolo, essi furono staccati dal capoluogo e venduti dalla corte spagnola a diversi baroni, che vi instaurarono un regime feudale. Mascalucia, ubicata al centro di questo territorio, sembra avere origini molto antiche. Assieme ai comuni vicini è stata più volte interessata dalle eruzioni dell’Etna e da terremoti. La sua economia, un tempo prettamente agricola e basata soprattutto sulla coltivazione della vite, oggi cerca nuove fonti di sviluppo. Luoghi di maggior interesse storico sono l’antica chiesa di S. Nicolò, oggi di S. Antonio abate, al centro del cimitero comunale, la chiesa madre che custodisce alcune opere  di notevole interesse artistico e alcune vie del centro cittadino che ricalcano l’antica struttura del paese. Luogo di fede e di preghiera è il santuario della Madonna di Mompileri, che si trova dove sorgeva l’omonimo casale coperto dalla lava durante l’eruzione del 1669”.

I nuovi e rivisitati contributi relativi alla esatta conoscenza delle vicende storiche, dei monumenti e dei beni culturali presenti nel territorio e offerti ai lettori sono notevoli e in buona parte attingono alle preziose ricerche del prof. Adolfo Longhitano il cui ultimo volume “La parrocchia nella diocesi di Catania prima e dopo il concilio di Trento” (Edizioni Grafiser, Troina, 2017) costituisce un sicuro punto di riferimento e di orientamento, come ad esempio la poca attendibilità della notizia riferita dall’abate Vito Maria Amico secondo cui la chiesa di San Nicolò sarebbe stata assegnata nel 1094, come concattedrale di Catania, al vescovo Ansgerio da parte di Ruggero, primo conte di Sicilia. La presenza di una chiesetta intitolata alla Madonna dell’Itria sta a testimoniare l’antichissimo culto alla Madre di Dio, introdotto dai bizantini che veneravano come <patrona principale> di Costantinopoli e dell’impero romano d’Oriente la Vergine Maria Odigitria. La disamina dei casali etnei venduti dalla Corona di Spagna quasi come piccole <città-stato>. Le catastrofi naturali della seconda metà del Seicento. La salvezza delle vare e dei simulacri processionali dei venerati santi patroni nella Cattedrale, sotto le ali del taumaturgico Velo di Sant’Agata, custodito nel sacrario della Maggiore Chiesa della diocesi. Le insurrezioni-rivoluzioni antiborboniche del 1848-49. Le pandemie coleriche. I fasci dei lavoratori di fine Ottocento. Squarci di cronaca storica ricavata dall’esame delle visite pastorali e delle visite <ad limina apostolorum> dei vescovi di Catania. L’applicazione delle leggi eversive del 1866. Le devozioni verso i santi titolari di patronati, chiese, cappelle, altari, icone, edicole votive. La “velatio della Croce e della sacre immagini nel tempo liturgico di Passione, ultime due settimane di Quaresima. L’erezione canonica delle parrocchie e dei santuari.

Tanta mole di documenti di carattere prettamente curiale ed ecclesiastico, esposti e commentati diligentemente dall’autore, ci induce a meglio comprendere l’attuale situazione della struttura ecclesiale della comunità cattolica del territorio di Mascalucia che si concretizza in tre parrocchie: matrice-santuario Santa Maria della Consolazione con tre chiese filiali: Santi Filippo e Giacomo, San Rocco, Santissima Trinità (non officiata); San Vito Martire con le dipendenti chiese Sant’Antonio Abate, Santa Maria della Pietà; Maria Santissima Annunziata, in Massannunziata con sede presso il santuario diocesano Madonna delle Sciara a Mompileri con tre chiese nel territorio: San Michele a Massannunziata, Madonna Bambina, Santuario dell’Addolorata di via del Bosco.

Non si può trascurare, infine, l’operosa presenza di tre comunità religiose: Congregazione della Passione di Gesù Cristo, Serve della Divina Provvidenza, Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), nonché l’Istituto secolare delle Missionarie secolari della Passione.

Antonino Blandini

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