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E pari fu. La partitissima di Serie C – letta in base al solo risultato odierno – direbbe che Catania e Lecce si equivalgono; in realtà, c’è una questione da quattro punti.  Tanti sono quelli che vanta il Catania dopo i due incontri diretti (contro uno del Lecce); tanti quelli che, invece, quantificano il vantaggio in classifica dei pugliesi. Significa che i “nostri”, intanto, devono colmare questo svantaggio, per potersi avvalere – poi – in caso di parità della supremazia “diretta”.  Si sa bene che i punti dannatamente gettati al vento (o altrimenti sottratti) sono principalmente da cercare altrove; non si sarebbe dovuta aspettare quest’occasione per mettere sotto i leccesi; in ogni caso, Vanigli (vice di Lucarelli) e Aya hanno affermato che si sono persi dei punti… Io dico tre: due per la mancata vittoria e uno che è andato al Lecce… Per come si erano messe le cose, dunque, si è trattato di altri punti gettati alle ortiche. Ogni tanto, però, come stavolta, è meglio guardare alla parte migliore dell’esito, ricordandosi, tra l’altro, delle condizioni ambientali, degli spalti gremiti all’inverosimile come se fosse stato un Lecce-Juventus (onore, dunque, anche al Catania!), da cui non è stato possibile far giungere l’incitamento dei nostri tifosi per il restituito divieto di trasferta.

I rossazzurri esultano dopo il vantaggio a Lecce (Ph. calciocatania)

Conosco bene quello stadio sulla strada per San Cataldo, conosco Lecce e le sue terre che sono “di moda”; e non solo nel calcio ma anche nel cinema, in agricoltura, nel turismo, in musica leggera… Sicuramente, i salentini si “industriano” e questo fa loro onore.

Lecce è una bella cittadina, chiamata la Firenze del Barocco (bella cattedrale, basilica – mozzafiato – di Santa Croce e tante altre chiese) con resti di un anfiteatro romano, il mare a due passi (e da due lati con spiagge sabbiose e scogliera), buon cibo e ottimo vino… E i ragazzi sono “carusi” anche lì. Neanche la città di Sant’Oronzo (che, dall’alto della sua colonna su di essa vigila), tuttavia, è capoluogo di regione…

Lecce e anfiteatro

L’altro giorno, girovagando per Catania, pensavo che siamo degli emeriti coglioni e ho peccato “in pensieri”… Il figlio furbo di Piero Angela – per conto della TV di Stato – mostra e descrive “meraviglie” definite dall’UNESCO patrimonio dell’umanità; Catania ne ha di materiali (monumenti a non finire e l’Etna) e immateriali (l’Opera dei Pupi). Ammirando il servizio che riguardava la stupenda Reggia di Caserta, pensavo al nostro complesso dei Benedettini. Eresia? Non credo; né il rampollo della dinastia torinese ha riconosciuto altrimenti a Cesare quel che gli appartiene. Con piacere, qualche settimana prima avevo, invece, intercettato due filmati della trasmissione scientifica “Leonardo” in cui si illustravano interessantissime visite virtuali al Colosseo catanese (Catania vecchia, cioè l’Anfiteatro) e alle Terme Achillee. Ma quant’altro ci sarebbe cui rendere il giusto risalto? Su cui creare “industria”. Da chi dipende? L’inconcludente “vis” polemica serve a poco.

Anna Elisa Massimino premia Lodi al Memorial Massimino

…Come nel caso del c. d. “Memorial (solita e insulsa mania esterofila) Massimino”. È vero, sono inspiegabili sia la lunga assenza sia l’improvvisa ricomparsa che a tanti è sembrata opportunistica e casuale (per la presenza del Sion). L’opportunismo è una molla che spinge tante cose e non sempre negativamente. Provo a domandarmi: questo trofeo potrebbe essere organizzato da qualche altra istituzione o entità, sensibile e legata alla memoria del c. d. “Presidentissimo”? O c’è sopra un “diritto di proprietà”? Non è neanche carino organizzare, esserci e (spesso) vincere…

Si diceva dell’opportunità di considerare il bicchiere mezzo pieno… La battaglia al vertice continua (d’ora in poi, a distanza); si parte ancora una volta come se fossimo “penalizzati”, è destino! Lunedì 29 al Cibali/Massimino ci sarà un’altra salentina (Francavilla Fontana dista meno di un’ora da Lecce) in notturna (diretta RAI). D’ora in poi, distrarsi potrebbe essere fatale. Noi concorreremo con il nostro calore affinché ciò non accada.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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