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La Direzione investigativa antimafia di Catania ha eseguito misure cautelari nel capoluogo etneo, a Roma e Milano nei confronti di funzionari pubblici del Comune e imprenditori impegnati nel settore Ecologia e Ambiente indagati per reati contro la Pubblica amministrazione. L’operazione è stata denominata “Garbage affair” e riguarda in particolare il sistema dei rifiuti e dei controlli. Al centro delle indagini, dirette dal capo centro Dia Renato Panvino e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, c’è l’affidamento di un appalto dell’importo complessivo di 350 milioni di euro suddivisi in tre anni.

Sono scattate perquisizioni nelle casa e nei luoghi di lavoro degli indagati a Catania, Milano e Roma. Nel capoluogo etneo, personale della Direzione investigativa antimafia sta eseguendo anche perquisizioni e acquisizione di atti nell’ufficio del settore Ecologia del Comune. Tra i destinatari del provvedimento cautelare emesso dal Gip su un appalto da 350 milioni di euro per la gestione triennale dei rifiuti a Catania ci sono due funzionari dell’amministrazione ai vertici del settore Ecologia del Comune e un imprenditore romano che opera nel settore della raccolta dei rifiuti in Sicilia. Le ordinanze sono state eseguite dalla Dia di Catania nell’ambito dell’inchiesta ‘Garbage affair’ coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania. Sono quattro funzionari e dirigenti del settore Ecologia e della Ragioneria generale del Comune di Catania, che avrebbero garantito pagamenti veloci e omesso i controlli e di due imprenditori romani vicini alla Ecocar, l’azienda che per conto dell’amministrazione ha gestito in regime di ‘prorogatiò la raccolta dei rifiuti. I reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione e peculato.

Dettagli sull’operazione sono stati resi noti durante un incontro con i giornalisti nella sala stampa della Procura di Catania alla presenza del procuratore Carmelo Zuccaro, del capo del secondo reparto della Dia, Maurizio Calvino e del capo centro della Dia di Catania, Renato Panvino.

Quattro i funzionari e dirigenti del settore Ecologia e della Ragioneria generale del Comune di Catania che avrebbero garantito pagamenti veloci e omesso i controlli e di due imprenditori romani vicini alla Ecocar, l’azienda che per conto dell’amministrazione ha gestito in regime di ‘prorogatiò la raccolta dei rifiuti. Al vaglio della Procura distrettuale c’è la posizione di una settima persona. Nell’abitazione di uno degli indagati la Dia ha sequestrato oltre 20 mila euro in contanti.

Gli arrestati sono l’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni e Orazio Stefano Fazio, 64 anni, funzionario della direzione Ecologia e ambiente del Comune di Catania. Entrambi sono accusati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Agli arresti domiciliari è Antonio Natoli 46 anni, dipendente della Ipi srl.

Deodati è comproprietario della Ipi srl che in raggruppamento temporaneo di imprese con Oikos è stata dal 9 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 affidataria del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania. Fino al 2 marzo 2017 Deodati è stato anche socio della Ecocar srl affidataria, in consorzio con Senesi spa, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Catania. Fazio è invece responsabile dei servizi esternalizzati di ecologia e ambiente del Comune e responsabile dell’esecuzione del contratto di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Il gip ha deciso anche l’interdizione per 12 mesi dall’esercizio di uffici direttivi per Francesco Deodati, 51 anni e Massimo Rosso, 54 anni. Deodati è accusato di turbata libertà degli incanti e Rosso (sospeso anche per un anno dai pubblici uffici) di corruzione. Sospensione per un anno dai pubblici uffici infine per Leonardo Musumeci, 34 anni, direttore di Ecologia e ambiente del Comune di Catania.

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