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Dall’1 luglio le cantine Al-Cantàra, a Randazzo, ospiteranno la rassegna teatrale estiva DOC per la direzione artistica di Egle Doria, organizzata dall’associazione culturale Madè. Tra le vigne del patron Pucci Giuffrida nasce un nuovo palcoscenico che guarda al Vulcano e si inebria d’arte; il vino ed il teatro rendono gli esseri umani più liberi, possono condurre all’estasi e alla verità. La prima edizione di Teatro Doc si sofferma su alcuni segni che esprimono l’appartenenza al nostro territorio, offrendo il palcoscenico ad artisti della nostra terra ed a storie che toccano l’anima e verranno sviluppati temi sociali attraverso il rapporto con il “Divino”.

Nella foto Egle Doria e Francesca Vitale

Sarà lo spettacolo di “Virginedda Addurata”, produzione Palco Off- La memoria del teatro, ad inaugurare la rassegna teatrale estiva domenica 1 luglio. Il femminicidio è tema tristemente attuale, come attuali sono i dibattiti sul perché e sul cosa fare: ma se tutte le domande venissero poste a una santa, la Santa Rosalia di Palermo, la virginedda addurata dai suoi fedeli? Che posizione prenderebbe la Santuzza? La risposta è affidata alla penna di Giuseppina Torregrossa, alla regia di Nicola Alberto Orofino e alle due interpreti, Egle Doria e Francesca Vitale.

Si prosegue il 29 Luglio con “L’Alba del Terzo Millennio” di Pietro De Silva, per la regia di Federico Magnano San Lio, produzione Magaemastema.

Puglia e Coltraro in “L’Alba del Terzo Millennio”

Un maestro di scuola elementare, interpretato da Emanuele Puglia e un vinaio, interpretato da Cosimo Coltraro, battibeccano sulla vita, sull’esistenza terrena e sui rapporti familiari, mentre “messi in croce” all’alba del terzo millennio nei panni dei due ladroni, attendono l’arrivo di Gesù Cristo nella sacra rappresentazione della passione, di un paesino della provincia di Catania.

Il 9 Settembre andrà in scena “Sperduti nel buio” (‘ntra lustru e scuru), viaggio nell’inferno di Catania da Nino Martoglio a Pippo Fava, un testo di Nino Bellia e regia di Elio Gimbo, che tra ironia e sorrisi, rende omaggio a Nino Martoglio e Giuseppe Fava ed evidenzia le bellezze del nostro territorio e il doppio volto della città di Catania, ieri come oggi, tra bene e male, tra “lustru e scuru”, tra paure e miserie.

I protagonisti di “Sperduti nel buio”

La pièce è impreziosita dalla presenza della Marionettistica dei Fratelli Napoli, che ci consente di rinnovare il concetto di innovazione attraverso uno sguardo attento all’identità della nostra tradizione. In scena Cosimo Coltraro, Giuseppe Carbone, Sabrina Tellico, Fiorenzo e Marco Napoli e le intense note vocali di Cinzia Caminiti che riporta le sonorità dei nostri canti più viscerali. Produzione I Siciliani – Compagnia FabbricaTeatro).

“In scena – spiega il regista Elio Gimbo – non tanto un omaggio a Nino Martoglio quanto un riconoscimento della sua statura di intellettuale civile, espressione della migliore “catanesità” possibile, una riflessione di nostre suggestioni personali su un possibile collegamento ideale tra il destino di Martoglio e quello di Pippo Fava, tra le funzioni che questi due “martiri laici” scelsero di ricoprire nella nostra cultura. Sarà uno spettacolo sulla città, un viaggio nell’inferno di Catania alla ricerca – fantasma dopo fantasma, anima dopo anima – delle origini precedenti all’evidente trauma che ha generato l’attuale depressione, sfiducia, mancanza di stima verso se stessa, che ancora avvolge questa realtà”.

Il regista Elio Gimbo

“Partiamo – conclude Gimbo – da Nino Martoglio nel fondo della tromba dell’ascensore in cui qualcuno – vigliaccamente – lo ha appena spinto e che si risveglia in un “mondo di sotto” in preda ad un’amnesia. Qui viene accolto da don Procopio e Cicca Stonchiti, i figli più emblematici del suo teatro, veri e propri personaggi-bandiera. Insieme a loro c’è Peppenino, maschera comica dell’Opra dei pupi catanese ed omologo dei primi due nell’universo teatrale della Marionettistica Fratelli Napoli. L’insolito terzetto avrà il compito di accompagnare l’autore in un viaggio nell’Inferno di Catania alla ricerca della propria memoria smarrita. Incontreranno anime di persone e di luoghi, fantasmi immateriali fatti di luce e ombra ed alla fine del percorso Nino Martoglio, riprendendosi la memoria, si trasfigurerà in un Pippo Fava intrappolato nello stesso Inferno”.

Il pubblico verrà accolto alle cantine Al-Cantàra,  Strada provinciale 89, 95036 Randazzo (CT) a partire dalle 18.00 con la visita guidata alle cantine e al “piccolo museo”.

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