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Effe come Fermento, effe come Frullato… Effe come Febbraio… che se n’è appena andato…A causa dell’apatia indottami (e credo di non essere un caso raro) dalle vicende (interne ed esterne rispetto al terreno di gioco) del Catania calcio, avevo programmato uno “sfogo” solo a conclusione – appunto – di questo “ricco” mese di febbraio. Secondo calendario ufficiale, avrei dovuto – perciò – pubblicarlo dopo Potenza (mercoledì 26: vittoria infrasettimanale sul Picerno, squadra lucana superata anche all’andata – non senza fatica – grazie alla striminzita rete, toh, di Mazzarani).

Siccome ci voleva solo qualche ora per la domenica degli “amari”, ho ceduto all’attesa e ho fatto bene. L’“Amaro dell’Etna” si è reso assai poco gradevole per il palato di quelli del “Capo” (che, però, devo ammetterlo: ritengo uno dei migliori in circolazione); all’andata fu assai indigesto per noi essendo stato servito uno storico cappotto (cinque a zero) che decretò l’esonero dell’allora allenatore Camplone. Mi ha fatto impressione ascoltare, nel corso dell’intervista concessa alla RAI durante l’intervallo (partita ancora sull’1 a 1), il “capo dell’“Amaro del Capo” nonché presidente della Vibonese – il catanese Pippo Caffo – professarsi, urbi et orbi, tifoso del Catania «tranne che per due giorni l’anno»…

Catania-Vibonese: 2-1

Questa vittoria cominciò ad apparire “logica” subito dopo le prime sostituzioni (entrata dei tre coloriti ragazzotti: Welbeck, Beleck e Manneh al posto di Capanni, Di Molfetta e Curcio, il realizzatore del primo punto su rigore) quando – cioè – i forti Rossoblù calabri sembrarono non capirci più niente. Parve chiaro che Lucarelli avesse indovinato qualcosa; il “qualcosa” si materializzò con la seconda parte di cambi (Biagianti-Mazzarani, per Rizzo e Biondi), dopo che il Miele di Nola cominciò anch’egli a entrare in stato confusionale, ben collaborato in questo dall’assistente Della Croce. Non so se effettivamente le due reti annullate al Catania per fuorigioco meritassero questa sorte; di sicuro, è rimasta impunita una plateale cavolata della difesa ospite (passaggio di gamba all’indietro, al portiere che agguanta con le mani). Ma tutte e tre le circostanze fungono da antefatto all’apoteosi di Andrea Mazzarani celebrata di lì a poco (con tanto di spogliarello, di conseguente ammonizione e di squalifica) dopo aver spedito in rete con un misurato “piattone” un perfetto passaggio di-pinto da Pinto (eccellente prestazione) al culmine di un’azione altrettanto pregevole, trovandosi al posto giusto nel momento giusto.

I festeggiamenti di squadra e tifosi

I festeggiamenti continuano e si sprecano, dopo i 4’ di recupero, dentro il Circo Massim-ino, accomunando in unico abbraccio gladiatori e popolo.

Quanto tempo è passato dallo scoraggiante pomeriggio col Monopoli (che, per la cronaca, stavolta ha espugnato il Granillo col medesimo risultato del Massimino)? Quanto sembra lungo questo “tragitto” che congiunge gli inizi del febbraio bisestile e del marzo?

Esultano Mazzarani e compagni al “Massimino”

M’arrivoddu – Febbraio (prima parte)

Febbraio era iniziato (giorno uno) con la morte di Luciano Gaucci. E, l’indomani, in pieno periodo di festeggiamenti agatini e nel ricordo della – quasi sicuramente – peggiore serata della storia calcistica etnea (uccisione del poliziotto Raciti e sconfitta col Palermo determinata dal “abituale” Farina) è arrivata la sconfitta casalinga per due a zero col Monopoli, una sconfitta in grado di sfiancare anche il più possente dei sostenitori. Appuntai (c. d., senza pubblicare):«“Consummatum est”… Sicuramente è eccessiva (evoca qualcosa di enormemente più grande) questa locuzione che tuttavia serve a definire lo scempio che attanaglia il Calcio Catania e che oggi ha avuto il suo culmine nella vergognosa esibizione conclusasi con la meritata vittoria degli ospiti del Monopoli per due a zero. Che – rigirandola – significa anche una strameritata sconfitta per i colori etnei, identica – nei numeri – alle due precedenti, maturate a Viterbo e Terni (Coppa Italia). Questa ha la peculiarità di potersi definire in tutti i sensi una sconfitta in contumacia… essendo palpata una totale inconcludenza in campo da sembrare assenza. Al coro “Fuori i coglioni”, levatosi dalla Curva Nord, qualcuno della parte calda della B (una specie di succursale delle Curve) ha risposto: “ma si non c’è nuddu”».

Per chi annette significati “particolari” a cose “particolari”, va detto che la data di svolgimento di questo incontro (terminato proprio 0-2; domenica 02.02.2020) è chiamata palindroma perché si può leggere da destra a sinistra. Capita assai di raro; lo 02, insomma non sembrava avere alternative. Era solo l’inizio di un mese davvero pieno di eventi. (Continua)

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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