Cultura

In tempo di isolamento, di “condivisione forzata” di spazi e di esperienze che si limitano per lo più alle pareti domestiche, con i componenti della famiglia, con cui si riscopre la piacevolezza del “creare”, di inventare quasi le giornate nella semplicità  e con lo scambio reciproco del proprio contributo, i pensieri corrono velocemente  verso immagini di libertà e di vita.

E prendono forma in versi poetici che sappiano raccontare i desideri e le aspettative, ancora tenuti ben saldi nella propria interiorità, del tempo tanto atteso, quello in cui si ritornerà a vivere ed incontrare, abbracciare e respirare senza una mascherina.

Tradotto in termini bellici, non appena il coronavirus avrà perso la sua guerra! Non vedo l’ora” è il titolo dell’iniziativa organizzata da La Voce dell’Jonio, testata giornalistica acese e casa editrice, che riassume questo stato di cose, ovvero l’attesa di ritornare anche a compiere gesti fin troppo noti ad ognuno, un tempo forse scontati, e di cui, in questo lungo periodo di stand-by, se n’è scoperta improvvisamente la mancanza.

I poeti, ma anche chi abbia voglia di rendere concrete le proprie considerazioni, di vedere tramutata in parole la gioia di “riappropriarsi” del quotidiano, in un domani libero dal virus, potranno comporre in versi la loro creatività ed inviare gli stessi, in formato WORD,  all’indirizzo: segreteria@vdj.it, il tutto corredato dei propri dati.

I termini di partecipazione sono stati prorogati al 15 di maggio. Le poesie saranno, poi, raccolte in un’apposita antologia edita da La Voce dell’Jonio. Se è vero che, spesso, i componimenti artistici in generale e letterari in particolare, come insegnano gli intramontabili intellettuali del passato, nascono da situazioni di intensa sensibilità e sofferenza, nel caso contingente possono veicolare immagini di speranza e di fiduciosa attesa nei confronti della vita.

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