calciosport

A poche ore dall’inizio di Euro 2016, il c.t Antonio Conte è chiamato a mantenere inalterato lo status mentale dei propri giocatori, vero punto di forza di un’Italia sprovvista di fuoriclasse. Gli infortuni di Claudio Marchisio e Marco Verratti hanno messo in ginocchio una Nazionale ritenuta da molti tra le più scarse di sempre. Ma la storia insegna che non bastano fiato e doti tecniche per fare la differenza e vincere in campo europeo. Lo dimostra la straordinaria impresa della Grecia, che vinse il campionato europeo 2004 sconfiggendo il Portogallo padrone di casa contro ogni pronostico. La testa dei giocatori infatti, gioca un ruolo fondamentale nelle dinamiche di un match, perché permette di sfruttare istantaneamente delle intuizioni. L’Italia oggi presenta un gruppo affiatato, senza delle vere individualità,  ma con molta stabilità emotiva. Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, la prima preoccupazione di Antonio Conte deve essere quella di mantenere inalterato lo status mentale che ha reso forte il suo gruppo.

Dott. Michele Cucchi

Dott. Michele Cucchi

I giocatori devono riuscire ad entrare nelflusso, uno stato psicofisico che permette ai giocatori di dare il 120% in campo – afferma lo psichiatra Cucchi-. Ci sono diverse strade e ciascuno deve scegliere la propria: c’è chi parte dalla coesione del gruppo, chi dall’identificazione di un nemico e chi dalle emozioni forti che distraggono dalla paura di non farcela. L’Italia oggi è un bel gruppo, senza individualità estreme, ma con grande stabilità emotiva ed un equilibrio di forze caratteriali. Conte ha il compito di mantenere inalterato lo status mentale del gruppo, anche con l’aiuto delle sue colonne. L’esperienza di Buffon e la determinazione di Bonucci ad esempio, oltre ad offrire una grande solidità al reparto difensivo, diventano fondamentali per lo status psicologico della squadra”.

Per questo i giocatori cardine saranno gli ingredienti di un mix perfetto: lo spogliatoio. Il tecnico salentino, persona schietta e diretta, porterà in Francia un gruppo di fedeli che vedono in lui non solo un ct, ma soprattutto una guida. Lo psichiatra Cucchi analizza le caratteristiche di questi giocatori chiave, mettendo in risalto l’apporto mentale e psicologico che possono dare anche fuori dal campo ai propri compagni: “Gianluigi Buffon, capitano della Juventus e della Nazionale italiana, incarna l’esperienza e la sicurezza di un fuoriclasse  infinito. Campione del Mondo nel 2006, Gigi è uno dei pochi giocatori in rosa capace di gestire emotivamente un certo tipo di pressioni, sia nei momenti favorevoli che in quelli sfavorevoli. Il suo legame con Conte e la sua saggezza, possono essere decisivi per questa Italia. Leonardo Bonucci invece è uno dei difensori più forti in circolazione, insostituibile per Conte già ai tempi della Juventus. Doti tecniche eccellenti al servizio della squadra, ma soprattutto un carattere forte. La determinazione che mette in campo è uno delle sue maggiori qualità e può diventare ancora più importante se trasmessa all’interno dello spogliatoio, spingendo così i propri compagni a non mollare neanche un centimetro in campo”.

Logo Europei 2016Daniele De Rossi è un altro reduce del Mondiale 2006. Fino all’ultimo non era sicuro di prendere parte ad Euro 2016. Ora si trova ad essere uno dei probabili punti fermi del centrocampo azzurro (fisico permettendo), soprattutto se Thiago Motta non decide di cambiare registro. De Rossi aggiunge un pizzico d’animo rivoluzionario all’interno del gruppo azzurro, sempre pronto a combattere e capace di dare una scossa nei momenti più difficili. Con il suo carattere può aiutare Conte a tenere i più giovani sull’attenti. Graziano Pellè, attaccante del Southampton, è il bomber di questa Nazionale ed i suoi compagni si aspettano grandi cose dal ragazzo di San Cesario di Lecce. Il suo apporto nell’area piccola avversaria deve rispecchiare il suo comportamento fuori dal campo. Solo 13 presenze in Nazionale, il suo comportamento deve essere pari a quello di un veterano, per dimostrare ai compagni di reparto che anche in attacco esiste un leader”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post