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Un secchio può trasformarsi in un mulino, può sensibilizzare su un tema come la siccità, ma può anche accogliere un fondale marino. Ieri un’esplosione di creatività ha contagiato Marina di Ragusa. Durante tutta la giornata i colori si sono diramati a macchia d’olio in piazza Torre, trovando spazio in ogni angolo grazie ai creativi che in gruppo o singolarmente hanno partecipato all’Estemporanea d’arte #met2b – Urban Art MEeTing 2016, il progetto di arte urbana promosso da Thomas Battaglia del Met, il noto locale della frazione marinara, con la direzione artistica degli architetti Elisa Muccio e Danilo Dimartino. Una grande partecipazione collettiva che come ogni anno ha creato uno straordinario flusso di energia tra i creativi e la gente che ha assistito incuriosita ed ammirata alla realizzazione delle opere.

Ph. Rossana Bergamasco

Ph. Rossana Bergamasco

Passanti, turisti, in un flusso continuo dalla spiaggia gremita dai bagnanti di questa calda domenica estiva all’affollata piazza che dà sul mare. E proprio il mare e l’acqua, fisicamente e concettualmente legati al supporto utilizzato per questa edizione, hanno ispirato molte delle opere. Dall’acqua si alza un grido di speranza e disperazione. Ma dall’acqua emergono temi di attualità con un richiamo all’immigrazione, e un’ancora diviene simbolo di salvezza. Una piovra, intrisa di petrolio, contamina l’acqua cristallina e l’intera società con i suoi tentacoli del malaffare. Un’onda straborda da un secchio, è l’acqua del nostro mare, ma è anche acqua inquinata, e può anche essere acqua sprecata. Da un secchio esce una nuvola, ed un secchio fa pioggia a catinelle. L’acqua fonte di vita, l’acqua violentata, inquinata e i suoi fondali trivellati. L’acqua che divide, l’acqua che unisce, le terre, le culture, i popoli. Emerge un tempio greco e il rimando è alla nostra isola. Un mandala, il suo complesso significato, la sua vita effimera, pronta ad essere spazzata via da un soffio. Un secchio è troppo pieno, un altro è vuoto. Il riciclo creativo ha dato vita a molte opere, quasi a voler lanciare un urlo di protesta: “è già stato creato tanto, troppo, e adesso è il tempo di riutilizzare tutto. Il riuso salverà la bellezza”. Il catino ci richiama l’uomo di latta, e siamo pronti ad esser trasportati da un uragano nel fantastico mondo de “Il Mago di Oz”.

Ph. Rossana Bergamasco

Ph. Rossana Bergamasco

Le opere ci suggeriscono che tutto scorre, tutto cambia, tutto si può rigenerare. Un secchio può contenere il mare sporco di sangue, tomba inesorabile per chi cerca una via di fuga. Diventa simbolo di denuncia contro l’inquinamento, il degrado, la corruzione. Ma un secchio può anche diventare contenitore di bellezza, di poesia, di memoria, di ricordi. E così arriva sulla parete del Met una secchiata di colori, carica di speranza e di energia, che dona una nuova veste all’istallazione di arte urbana grazie alle 50 opere realizzate dai partecipanti. Durante l’estemporanea, a sorpresa, ha fatto il suo arrivo anche il presidente di giuria, il noto e bravissimo artista Velasco Vitali, che ha già iniziato a scrutare le opere, a carpirne le sfumature e i significati.

A conclusione dell’estemporanea, sono stati i ragazzi di “Scinni i duocu” ad arrampicarsi come agili uomini ragno sulla facciata del Met appendendo tutte le opere. Cinquanta secchi sono stati i  supporti proposti per questa edizione dal collettivo formato da Marie Scollo, Irene Minissale, Carla Difranco e Flavia Puglisi, divenuti adesso opere che potranno essere ammirate nella loro nuova “vita” fino al prossimo 21 Agosto, data in cui si terrà la vendita all’asta e verrà annunciato il vincitore, decretato dalla giuria composta, oltre che da Velasco, dal giornalista Michele Nania, dal food blogger e ristoratore Andrea Graziano, dall’editrice Alina Catrinoiu, dal regista Vincenzo Cascone e dai direttori artistici di #met2b, gli architetti Elisa Muccio e Danilo Dimartino. Per i partecipanti anche il premio social per la foto che riceverà più “mi piace” sulla pagina ufficiale del Met.

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