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All’alba di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa in data 3.9.2016 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di Concetta Salici, (cl.1954); Gaetano Bellia, (cl.1982), pregiudicato, detenuto nella casa circondariale di Catania – “Bicocca”; Giovanni Salici, (cl.1964), pregiudicato, Emanuela Valentina Aquilino, (cl.1987) per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di usura e tentata estorsione, con le aggravanti dell’art.7 L.203/91, per avere commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa Cappello-Bonaccorsi  e di avere commesso il reato in danno di soggetti che versavano in stato di bisogno.

I particolari dell’operazione denominata Black tie sono stati illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa negli uffici della Procura della Repubblica di Catania in viale XX Settembre.

L'arresto di Giovanni Salici

L’arresto di Giovanni Salici

La misura cautelare accoglie gli esiti di indagini tecniche, avviate nell’ottobre del 2015, su delega della D.D.A di Catania, nei confronti dei fratelli Gaetano ed Attilio Bellia (cl.1978), noti esponenti del clan mafioso Cappello – Bonaccorsi, entrambi arrestati il 24 novembre 2015 nell’ambito della nota operazione “Revenge 5”.

Ed invero, già in quella sede, sebbene non fossero stati contestati specifici reati di usura, era emerso un giro vorticoso di denaro tra i citati germani e la madre Concetta Salici, circostanza  che lasciava ritenere il loro coinvolgimento nella fattispecie delittuosa, ulteriormente avvalorato dal rinvenimento, durante una perquisizione domiciliare eseguita nel luglio del 2013, di numerosi assegni post-datati privi dei beneficiari e di alcuni titoli cambiari.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro la Persona – facevano emergere un vasto giro di prestiti ad usura, gestito da Concetta Salici, la quale, avvalendosi del metus esercitato sulle vittime dai figli, dal loro carisma delinquenziale e dall’appartenenza alla famiglia mafiosa, coordinava  l’attività illecita, con la collaborazione del figlio, Gaetano Bellia, della convivente di quest’ultimo, Emanuela Valentina Aquilino, nonché del fratello Giovanni Salici.

E’ stato appurato come il gruppo criminale in questione fosse dedito all’attività usuraia nei confronti di numerose vittime che, in conseguenza dello stato di bisogno in cui versavano (determinato da disagiate condizioni economiche) erano costrette a rivolgersi alla Salici per ottenere somme di denaro, quantificabili in alcune migliaia di euro pro-capite, da restituire con interessi sino al 30% mensile. In caso di eventuali ritardi nei pagamenti seguivano le minacce poste in essere da Gaetano Bellia e, talvolta, anche da Giovanni Salici.

Sebbene le intercettazioni abbiano fatto emergere numerosi episodi di usura, nella misura cautelare ne sono contestati solamente tre, atteso che alcune vittime hanno volontariamente negato la loro sottoposizione alla pressione usuraia, consapevoli della potenziale denuncia per favoreggiamento alla quale sarebbero andati incontro, pur di non rendere dichiarazioni contro la famiglia Salici-Bellia.

Nel corso delle indagini, infatti, sono state indagate 7 persone per favoreggiamento personale per aver aiutato Concetta Salici e Gaetano Bellia ad eludere le investigazioni dell’Autorità, fornendo dichiarazioni non veritiere in occasione della loro escussione negli uffici della Squadra Mobile.

Alla Salici, quale istigatrice ed al figlio Gaetano Bellia, quale esecutore materiale, è altresì contestata una tentata estorsione, poiché, in concorso tra loro, al fine di incassare le somme pretese a titolo di interessi e di restituzione della sorte capitale, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere una vittima di usura a versare il danaro richiesto, evento non verificatosi per l’intervento di personale della Squadra Mobile e per la decisione della medesima vittima di denunciare i fatti. Nei confronti di 1 destinatario della misura, il G.I.P. ha disposto gli arresti domiciliari. 

Nel corso delle perquisizioni eseguite a corollario dell’esecuzione della misura restrittiva, all’interno dell’abitazione di Concetta Salici sono stati rinvenuti e sequestrati un foglio manoscritto in cui erano annotate cifre e nominativi. Inoltre, la donna aveva indosso due assegni indicanti l’importo, la firma del traente ma non l’indicazione del beneficiario, anch’essi sequestrati. Altro assegno è stato rinvenuto e sequestrato nell’abitazione di Emanuela Valentina Aquilino.

Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati nelle case circondariali di Catania – “Bicocca” e piazza Lanza.

Il video dell’operazione “Black tie

 

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