Cronaca

Tecnici dell’Arpa e della Protezione Civile, amministratori e tecnici dei comuni costieri siciliani e ufficiali della Guardia Costiera hanno partecipato nei giorni scorsi ad un Corso sull’analisi costi-benefici applicata alle misure di protezione delle zone costiere.

Il corso è stato organizzato, nel locali del dipartimento Di3A dell’Università di Catania, dal centro di ricerca Cutgana nell’ambito del progetto di ricerca EcosHaz svolto in collaborazione con diversi partner europei.

Ai corsisti sono state fornite le basi essenziali ed operative per valutare gli aspetti economici delle misure di difesa delle coste dai fenomeni di erosione e inquinamento, e spiegati i criteri per selezionare tra le possibili alternative progettuali.

“Il corso – spiega il prof. Giovanni Signorello, direttore del Cutgana e responsabile scientifico per l’ateneo catanese del progetto EcosHaz – è stato organizzato per promuovere la conoscenza e l’applicazione dell’analisi costi-benefici in un ambito in cui ancora oggi i piani e gli investimenti pubblici per la difesa delle coste dai fenomeni di erosione e di inquinamento da sversamenti di idrocarburi vengono pensati e realizzati senza tenere in giusta considerazione tutti gli aspetti economici coinvolti. La maggior parte dei tecnici che opera in questo campo si limita a considerare solo i costi degli interventi trascurando i benefici sociali e ambientali perché non sa come quantificarli in termini monetari”.

Come ha affermato anche la dott.ssa Lea Nicita, che ha curato la presentazione della specifica piattaforma di e-learning realizzata nell’ambito del progetto EcosHaz, “esiste oggi la possibilità di quantificare il valore degli ecosistemi costieri e marini e quindi la possibilità di mettere il decisore pubblico nella condizione di potere scegliere interventi che massimizzano il benessere sociale”.

Agli allievi sono stati illustrati anche diversi casi studio reali. Particolare interesse hanno suscitato la stima dei danni causati in Galizia dalla petroliera Prestige e il caso presentato in aula dal capitano di fregata Gianluca D’Agostino, comandante della nave Diciotti della Guardia Costiera, del naufragio della Costa Concordia avvenuto nel 2012 in prossimità dell’isola di Giglio che oltre a provocare la morte di 32 persone causò anche danni rilevanti all’ambiente marino.

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