Catania News

“Facciamo insieme la buona politica”.  Questo l’appello che si è alzato ieri dal palco delle Ciminiere di Catania a cui in centinaia hanno risposto, tra imprenditori, artigiani, produttori agricoli, studenti, lavoratori, categorie datoriali, cooperative, rappresentanti di onlus per il secondo appuntamento dell’associazione democratici siciliani.

“No a una politica dei palazzi, distante alla gente, bisogna ridare dignità attraverso il lavoro” lo ha ribadito, anche Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, che ha concluso il dibattito partecipato, moderato dal giornalista Antony Distefano. Ad aprirli, invece, è stato il neo coordinatore, Pierangelo Spadaro: “E’ il nostro secondo anno, non è un festeggiamento, ma il momento per tracciare delle linee programmatiche, per dire quello che vogliamo fare, a cominciare da un maggiore  radicamento sul territorio”.

Parole come ascolto, territorio, passione, cambiamento si sono rincorse nei tanti interventi. Erano Presenti per il Partito democratico Fausto Raciti, segretario regionale, Enzo Napoli, segretario provinciale e i parlamentare Giovanni Burtone. Sono intervenuti anche il sindaco di Catania Enzo Bianco, il segretario generale Cgil Giacomo Rota, Alfio Mannino, segretario confederale.

“Ci vuole l’ascolto, ma anche la responsabilità del fare – ha detto Bianco –ricominciamo dalle periferie. Auguro a Demosì di contribuire alla rinascita di una grande città e di una Regione che ha bisogno di grande coraggio io sono al vostro fianco”.

”Dobbiamo capire come PD quale direzione di marcia dare, quale percorso credibile – ha dichiarato Fausto Raciti – Attraverso quali strumenti e scelte vogliamo combattere la nostra battaglia politica per i valori che ci hanno sempre ispirato, l’uguaglianza delle opportunità e dei diritti”.

“Il partito democratico deve ritrovare le ragioni di un confronto e un dialogo interno –  ha aggiunto Enzo Napoli –bisogna costruire un rapporto con la società”.

“C’è bisogno di più politica –  ha esordito Concetta Raia, assiemea Luisa Albanella e Angelo Villari,  fondatrice di Demosì –il tema principale  resta il lavoro perché serve invertire una tendenza del disagio”.

“Alcuni temi  sono stati affrontati dal precedente Governo –  ha sottolineato Albanella –la legge contro il caporalato, la legge sul “dopo di noi”, quella sui call center, ma la gente non ha percepito quanto è stato fatto, perché il lavoro è rimasta una emergenza, soprattutto al Sud”.

E ancora sul mancato lavoro, ha rincarato la dose il segretario Cgil Giacomo Rota. “Bisogna eliminare la Legge 107,  il Job act, i voucher, il precariato, il PD torni a essere comunità politica chiara, con le regole”.

E poi ancora Angelo Villari, presidente Demosì molto applaudito dalla platea. “C’è un distacco troppo netto tra la politica e la gente – ha detto –questo divario va colmato con l’ascolto, le organizzazioni datoriali, le categorie vanno ascoltate perché sono il termometro della società. C’è un disvalore che deve essere colmato. Lo dico con orgoglio, noi in assessorato ai Servizi sociali abbiamo accorciato certe distanze tra i cittadini e l’amministrazione. Poca roba forse, ma l’essere passati dal 54° posto al 47° è una controtendenza. Non è merito personale, ma di un metodo che va usato”.

E in tema di solidarietà, in pieno clima natalizia Concetta Raia lancia la proposta: “Ricompreremo i giocattoli ai piccoli pazienti del reparto di oncologia pediatrica all’ospedale Garibaldi Nesima, che sono stato sottratti nei giorni scorsi con un gesto balordo”. E all’appello hanno risposto  anche due imprenditori seduti in sala.

Ha concluso Cesare Damiano: “In politica, non basta un mi piace su facebook, bisogna metterci la faccia: questo è il modo migliore per parlare della buona politica. Cerchiamo di stare sui contenuti, se la politica è solo  gioco di potere accresce le distanze e scivola  nei populismi. Il referendum ha segnato una netta sconfitta della politica di Renzi per la riforma della Costituzione, bisogna prendere atto e andare avanti, il malessere profondo è globale, chi ha pagato il prezzo più alto della crisi internazionale è il ceto medio che si è ribellato. Cambiare politica significa avere un governo Pd che guardi a sinistra e ai problemi reali”.

“È necessario che la sinistra smetta di fare le politiche della destra: credo che questo sia un punto dipartenza essenziale, da vent’anni siamo sotto il dominio del pensiero liberista. Per fare politica bisogna avere preparazione, noi rifiutiamo i leader, il cerchio magico, l’uomo solo al comando, noi siamo una squadra, che mette al centro la politica del merito”.

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