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Il secondo Cappellano Militare Capo della Sicilia, il sacerdote padre Giovanni Salvia -molto legato a Catania anche per il prezioso servizio religioso pastorale che, nell’ambito dell’Ordinariato Militare italiano di cui fa parte, presta con costante dedizione tra i militari e le loro famiglie dell’Aeronautica Militare nell’Aeroporto di Sigonella, nella Capitaneria di Porto-Guardia Costiera, con una significativa parentesi a Lampedusa dove ha svolto un’evangelica assistenza alle Forze Armate e di Polizia impegnate nell’accoglienza dei migranti- in occasione del Santo Natale del Signore ha scritto a scopo didattico-catechetico una favola poetica adatta ai nostri tempi dal titolo-tema: “PANETTONE, NO GRAZIE, MI BASTA GESU’”

C’era una volta un bambino cicciottello, molto goloso e capriccioso. I genitori lo viziavano. Era vicino il tempo di Natale, e gli chiesero: “Quale regalo desideri per Natale?”.

 Il bimbo rispose: “Voglio un panettone grande come la mia casa”.

 Il grande panettone arrivò, e dopo neanche un giorno, il bimbo si lamentò perché tutti gli oggetti della casa avevano preso sapore di panettone e non poteva più vivere come prima. Il bimbo cominciò a piangere.

 La nonna venne a trovarlo e chiese:”Perché piangi?”. “Non ho più la libertà di prima” rispose “La casa è un panettone, sono esausto di questo cibo, non ne posso proprio più!”.

 La nonna chiese al nipote: “Vuoi che togliamo tutto questo panettone?”.

 Il bimbo singhiozzando disse: “Si nonna, ti supplico”.

“Ti chiedo di fare una cosa assieme ai tuoi genitori, rispondendo bene alla domanda che ti farò”  precisò la nonna “Perché, ogni anno arriva Natale?”

Il nipotino rispose: “Perché nasce Gesù”.

 Appena il bimbo diede la risposta esatta, tutta la casa tornò come prima, e il panettone sparì.

 Il bimbo compreso che la vera gioia del Natale è la nascita del Bambino Gesù, piccolo come lui e che solo il Figlio di Dio ci porta i veri doni per un felice Natale.

 Tutti siamo chiamati a correre meno alla ricerca dei doni terreni, mentre desideriamo crescere nella fede per accogliere nella notte santa della sua Natività i doni di Gesù Bambino che viene a portare in tutto il mondo: l giustizia e la pace. Cantiamo con fede:“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Luca 2,14).

 Auguro a tutti i piccoli (inclusi i grandi) un Natale per accogliere nel cuore Gesù Bambino e ricordare i nostri poveri perché come ci ricorda Luca (Atti degli Apostoli 20,35 <discorso di Paolo agli anziani di Efeso>: “In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù che disse: <Vi è più gioia nel dare che nel ricevere>”.

                                 

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