Cultura

Ogni anno Catania onora il 20 febbraio, nella ricorrenza liturgica ed agiografica del “dies natalis”, S. Leone II vescovo detto il Taumaturgo o il Meraviglioso che avrebbe retto la diocesi bizantina etnea nella metà dell’8° secolo. La parrocchia cattolica “S. Leone vescovo” operante nell’omonimo quartiere, sorto negli anni Cinquanta per sistemare i residenti del vecchio S. Berillo, ricorda nella parrocchiale di via S. Leone il titolare con la messa celebrata dal parroco padre Vincenzo Branchina con l’assistenza liturgica del diacono permanente don Giuseppe Cannizzo nella festa in onore del “sostegno dei poveri, apostolo del Vangelo, che dissetò il gregge di Dio alle sorgenti della salvezza”.

 Anche la parrocchia greco-ortodossa “S. Leone vescovo di Catania”, la cui sede si trova nell’ex chiesa cattolica “S. Cristoforo minore”, in piazza Spirito Santo, nel cuore del vecchio S. Berillo, celebra il venerato <santo padre Leone> con sacre funzioni officiate dal padre Apollinariy Simonovich, rettore-parroco della comunità ortodossa russa che ha sede nella stessa chiesa: celebrazione del vespro, Divina liturgia, piccola benedizione delle acque e dell’Olio santo con il quale sono unti i fedeli ammalati ed infermi, in onore del “tersissimo e luminosissimo astro di Catania, il pontefice operatore di prodigi, Leone, iniziato della Triade, della Chiesa di Cristo luminare e maestro, pontefice sommo e padre venerabile, di mente divina”.

S. Leone II il Taumaturgo

Scrive l’agiografo lentinese prof. fra’ Agostino Amore, nella seconda metà del sec. XX rettore magnifico del Pontificio Ateneo Antonianum dell’Ordine dei Frati minori, che poche ed incerte sono le notizie che riguardano San Leone, sebbene esistano indubbi indizi che il suo culto sia stato diffuso e popolare, almeno nella Chiesa orientale. La sua festa è ricordata al 20 febbraio nel Martirologio Romano, inseritavi dal venerabile servo di Dio cardinale Cesare Baronio che la prese dai sinassari bizantini. La più antica fonte biografica è un panegirico del sec. VIII., ritenuto di scarso valore storico: oriundo di Ravenna, dove sarebbe stato ordinato sacerdote ed incaricato dell’amministrazione dei beni, Leone, dopo la morte del vescovo Sabino, a Catania si mostrò vero padre dei poveri e degli orfani, operò in vita e dopo morte molti miracoli. Nel <bios> di San. Leone sono narrate le mirabolanti peripezie dell’apostata Eliodoro, postosi al servizio del demonio e che il santo riuscì ad annientare, gettandolo nel fuoco e tenendovelo col braccio coperto dal suo <orarium> (stola) finché non fu ridotto in cenere: da qui la leggenda del “liotru”, monumento dell’Elefante in piazza Duomo.

Nel 1040, le sue reliquie sarebbero state prelevate dal cenobio dove ora sorge il convento Maria Santissima Annunziata al Carmine e trasferite dal protospartario Giorgio Maniake a Costantinopoli assieme alle reliquie delle martiri Agata e Lucia e di altri due santi siracusani Clemente ed Eutike. Nulla è detto circa il corpo del martire Euplio che si presume sia stato assegnato come bottino di guerra al contingente alleato normanno in procinto di rientrare a Salerno. In epoca imprecisata, le reliquie di Leone sarebbero state traslate a Roma e custodite nella basilica carmelitana “Santi Silvestro e Martino ai Monti” (la diaconia “titulus Equitii”): durante la ricognizione del 1950 alcune reliquie, comprese quelle di un San Leone vescovo, si sarebbero polverizzate a contatto con l’aria. San Leone è patrono di Longi, Rometta e Sinagra (Me)e di Saracena (Cs), nonché della Borgata Ottavia di Roma, nella cui parrocchia “S. Maddalena di Canossa” se ne zela il culto per iniziava di emigranti longesi. Ad Ordona (Fg) la parrocchia è intitolata al santo.

Sabato 25, alle ore 18.30 nella chiesa romana dell’Arciconfraternita Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Urbe, via del Tritone, mons. Ignazio Zambito, amministratore apostolico della Diocesi di Patti, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica nella memoria liturgica di San Leone il Taumaturgo vescovo di Catania e patrono di Longi ME.

Antonio Blandini

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