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Da dove cominciare? Della coerenza del Catania? Abbinata a un vagone di sconclusionatezza (nel senso indicato in precedenza; cfr.: https://www.cronacaoggiquotidiano.it/2017/01/03/per-il-catania-calcio-e-per-tutti-e-iniziato-il-2017-tanti-auguri-a-gioco-fermo-e-nel-frattempo-un-bilancio-sinora-evitato/)? «Nihil sub sole novum» (Bibbia, Libro dell’Ecclesiaste)… In latino la locuzione tratta dal libro sapienziale suona più solenne di quanto non serva per descrivere lo status del Catania. E, beninteso, nessuno se la può prendere con il nuovo inquilino di TdG. Perciò stesso al popolo etneo è sembrata strana la decisione di ricorrere solo adesso al cambio di nocchiero; il “niente di nuovo”, infatti, è riferibile alla situazione di mesi addietro.

L’occasione di Pozzebon con il Taranto (Ph. CalcioCatania)

Anche gli avversari più modesti vincono una quantità inspiegabile di “scontri” e non sembra fortunoso se i rimpalli li favoriscono. C’è anche lo strano insistere in lunghissimi lanci alla “cdc” con successive “scuse” da parte dell’autore e sconforto del presunto destinatario. L’idea era buona, ma… Nihil novum, appunto… Se, dunque, tale doveva essere la medicina, perché somministrarla solo adesso? Lo Monaco, che ha un’intelligenza raffinata, ha parato il colpo precisando che il cambio del capomastro è servito a togliere ogni alibi agli operai. Risposta acuta, ma anche enigmatica.

Allora, parliamo d’altro! Ad esempio, del Pescara? La squadra, ultimissima in classifica, ne ha fatti cinque al Genoa; forse, perché è tornato Zeman.

Oppure di San Remo? Da anni seguo il festival non per interesse alla cosa in sé ma, nel migliore dei casi, di sgaleggiu (“di sbieco”). Riflettendo, ad esempio, sul fatto che quando i grandi giornalisti (di solito i “grandi” sono, per assioma, nordisti e, quando sono meridionali – come Cannavò – si naturalizzano in fretta) elencano i presentatori che si sono avvicendati, citano al massimo Pippo Baudo; l’oblio avvolge Nunzio Filogamo e Nuccio Costa che, pure, di edizioni ne hanno condotte più d’una con professionalità tutt’altro che spocchiosa. Ho anche scovato – in una pubblicazione-annuario del 2009 – due nomi. Il primo è quello di Ciccino-Francesco Turnaturi, coautore della canzone “Io credo (ci son cose più grandi di te)”, portata in finale nel 1975 da Nico dei Gabbiani. La singolarità? L’autore, catanese del Fortino e scelbiano di ferro, fu anche sottosegretario di stato e sedette per molte legislature in Parlamento, sui cui scanni sembra che componesse; chissà che la definizione di “pianista” non sia nata così. Il secondo è di Arturo Zitelli, un caro amico, autore del brano “Non è colpa di nessuno”, portato in finale nel 1992 da Rita Forte, composto con Antonio Comis e con Antonio Bella (mio compagno di liceo e componente dell’omonima famiglia) in società con il quale condusse l’attrezzatissima sala d’incisione “La Ciminiera” in via Vittorio Emanuele).

Mazzarani  (Foto Calciocatania)

Non riesco a distrarmi… Brucia ancora, troppo, la figura barbina rimediata ad Agrigento e il seguito offerto col Taranto. Anche per questo a Mazzarani – già impallato di suo – la gente del Cibali non ha perdonato niente; in realtà, gli si imputano due rigori sbagliati (e qualche altro strafalcione) costati quasi come una seconda penalizzazione. Fra le battute raccolte tra la gente c’è, a tal proposito, quella secondo cui l’arbitro (discutibile nella distribuzione dei cartellini) non ha concesso alcun rigore al Catania per evitare che il “32” (se incaricato di calciarlo) sbagliasse…

I fantasmi della partita precedente incombevano, condizionando tutti, rossazzurri compresi. Per nulla rilevando che nella città dei templi tali non siano stati, avendo indossato le tristi mimetiche da “marines” che portano sicuramente male. E a chi dicesse “Ma a Castellammare di Stabia sono andati “in bianco”, si potrebbe candidamente replicare che s’è ben notato.

Mario Petrone in panchina (Ph. CalcioCatania)

Il successore di Rigoli, malgrado quanto si sia letto, per me (datemi pure del don Abbondio!) rimane una specie di Carneade; non il filosofo greco ignoto al prete; quanto, piuttosto, uno di cui si può dire “ma chissu chi fimmi ha fattu?”… Nessuna offesa; Carneade era – nel suo genere – uno importante; anche se il suo nome è stato immortalato in modo furbo da «quel tal Sandro, autor d’un romanzetto ove si tratta di Promessi Sposi», che, alla fine, salva tutti con palate di “Provvidenza”.

Franco Proto

Proto! In “area” messinese si premurano a puntualizzarne le origini troinesi; casomai, qualcuno potesse pensare a un Messina in mani catanesi… Già! Massimino (Salvatore), chissà di dov’era? E fu così che una già di per sé complicata trasferta, proprio quella di domenica (posticipo a Zancle) si immerge in un catino di colori… Lui, che adesso si dichiara innamorato del Messina, è accompagnato da personaggi come Marcello Pitino (direttore sportivo; superfluo ricordare i suoi recentissimi trascorsi al Catania) e Giorgio Corona (che domenica ha segnato una rete allo Sporting Trecastagni giocando in Promozione – toh! – con l’Atletico Catania e che è stato nominato “club manager”) che trovano in loco Anastasi, Musacci e Da Silva, mentre potrebbe arrivare Plasmati. Da quest’altra parte, ci sono – nientedimeno! – Lo Monaco e Pozzebon… e con i peloritani ha giocato anche Bucolo.

Sul fronte delle polemiche si distingue per garbo il “padrone” dell’Ascoli, Bellini (ironia della sorte!) che, in risposta ad alcune affermazioni del nuovo allenatore etneo, ha esclamato: “Petrone è uno stupido…”; Cristiano Giaretta (direttore sportivo) ha spiegato meglio il concetto del suo capo (in “rete” se ne trova la registrazione): “…Sa bene (Petrone, n. d. r.) che problemi di budget ad Ascoli non ce ne sono, perché fortunatamente c’è una proprietà che non solo può comprare il Catania ma probabilmente tutta la Sicilia…” (http://www.picenotime.it/articoli/21567.html).

Noi, invece, ci accontenteremmo di trovare presto sulla bancarella di qualche rigattiere quell’amalgama tanto famosa; bene di cui si avverte maggiore bisogno.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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