Cronaca

Nel pomeriggio dell’8 marzo, la Procura della Repubblica di Catania delegava alla Polizia di Stato l’esecuzione della misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e contestuale divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, emessa dal Gip di Catania su conforme richiesta dell’ufficio inquirente nei confronti di un uomo, P.R., (cl. 1962), pregiudicato, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate in danno della moglie.

L’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile – Sezione “Reati contro la Persona”, ha preso spunto dal ricovero della persona offesa, avvenuto nel mese di Dicembre 2016 in un ospedale cittadino, in occasione del quale alla donna vennero riscontrate “contusioni alla regione dorsale ed all’emitorace destro”.

La donna, opportunamente escussa dal personale della Squadra Mobile specializzato in materia di reati in danno delle cosiddette “fasce deboli” e di “violenza di genere”, riferiva di essere stata malmenata dal marito ma di non volerlo denunciare. La vittima asseriva altresì di aver querelato in precedenza il consorte,  ma di aver successivamente  rimesso le querele. Aggiungeva, inoltre, di aver fatto ricorso già in altre occasioni alle cure ospedaliere a seguito delle aggressioni del marito.

Inoltrata la comunicazione di reato alla Procura della Repubblica, il P.M. titolare delle indagini conferiva delega alla P.G. – sezione specializzata della Squadra Mobile – che accertava che effettivamente la vittima aveva fatto ricorso per ben tre volte – nel 2011, nel 2013 e nel 2015 – alle cure ospedaliere, per traumi e contusioni di vario genere, e che in un’occasione aveva riferito al personale sanitario di essere accidentalmente caduta per strada.

Veniva effettuata una approfondita attività di indagine, si procedeva alla  escussione di persone informate sui fatti, che confermavano lo stato di terrore in cui la donna viveva ormai da diversi anni, vittima non solo delle aggressioni fisiche dell’uomo, ma altresì di gravi forme di violenza psicologica derivanti da gravi ingiurie, umiliazioni ed offese personali. Si appurava altresì che l’uomo si era reso responsabile, nel corso degli anni, anche di episodi di violenza nei confronti dei figli  che in alcuni casi intervenivano in difesa della madre.

L’ordinanza notificata l’8 Marzo compendia gli esiti dell’attività d’indagine e dispone per P.R. la misura dell’allontanamento dalla casa familiare, con il contestuale divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

La mattina del 21 Febbraio, su delega della Procura della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip di Catania su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Catania,  nei confronti di un uomo, T.M.I.S., (cl. 1986), pregiudicato, ritenuto responsabile dei reati di atti persecutori e lesioni gravissime nei confronti della ex compagna.

L’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile – Sezione “Reati contro la Persona”, ha preso spunto dal ricovero della persona offesa, avvenuto nel mese di Gennaio, in un ospedale cittadino, in occasione del quale alla donna vennero riscontrate lesioni personali, a seguito di una colluttazione avuta con l‘ex compagno, che le aveva causato “trauma al quarto dito della mano sinistra, la frattura della falange”.

Inoltrata la comunicazione di reato alla Procura della Repubblica, il P.M. titolare delle indagini conferiva delega alla P.G. – sezione specializzata della Squadra Mobile – che accertava che T.M.I.S., benché destinatario di provvedimento di ammonimento questorile per “atti persecutori”, non accettando la fine della relazione con la compagna, aveva continuato nel proprio comportamento nei confronti della donna, con condotte reiterate consistenti in messaggi sms e mail, ed appostamenti presso il luogo di lavoro, cagionandole un perdurante stato d’ansia ed ingenerandole un fondato timore per la propria incolumità.

L’uomo si rendeva altresì responsabile di un’aggressione nei confronti dell’ex compagna, perpetrata la notte tra il 5 ed il 6 Febbraio del 2017, quando, in occasione dei festeggiamenti agatini, in una nota piazza del centro cittadino interessata dalla festa, colpiva la donna con un pugno al volto causandole la “frattura del primo e del secondo incisivo superiore destro”.

L’ordinanza notificata in data 21 febbraio compendia gli esiti dell’attività d’indagine, e dispone per T.M.I.S. la misura degli arresti domiciliari.

La mattina del 7 Novembre 2016, la Polizia di Stato ha arrestato, in flagranza di reato, R.V., (cl. 1970), ritenuto responsabile del reato di atti persecutori.  L’attività d’indagine traeva spunto dalla denuncia presentata da una professionista della provincia catanese, che narrava di subire continui atti persecutori da parte di un cittadino mauriziano. Questi aveva lavorato come badante per l’anziano padre della vittima, poi deceduto, nell’abitazione sita in un comune dell’hinterland etneo, ed aveva quindi  iniziato, approssimativamente dalla Pasqua del 2014, a tenere comportamenti persecutori, che consistevano nel porre in essere continue telefonate e messaggi scritti e vocali nei confronti della donna, di cui riusciva ad ottenere anche la nuova utenza telefonica nonostante la stessa avesse cambiato sim, nonché nel farsi trovare nei luoghi frequentati dalla donna o presso lo studio ove la stessa esercita la professione, sito nel centro cittadino, ove altresì, non esitava a citofonare.

L’attività d’indagine confluiva in apposita comunicazione di reato alla Procura della Repubblica, ed il P.M. titolare delle indagini conferiva delega alla P.G. – sezione specializzata della Squadra Mobile .

 Pertanto, d’intesa con l’Autorità Giudiziaria, la prima mattina del 7 Novembre 2016, personale della Squadra Mobile, dopo aver appreso che la vittima sarebbe giunta a Catania, effettuava un servizio di appostamento nei pressi dello studio professionale della donna. Gli operatori scorgevano il cittadino mauriziano a poche decine di metri dallo studio professionale: lo stesso era intento ad effettuare una telefonata. Una volta bloccato, dalla visione del telefono emergeva che lo stesso era intento a telefonare al numero di cellulare in uso alla vittima, e che poco prima aveva contattato l’utenza fissa dell’abitazione della donna. Il telefono in questione veniva sottoposto a sequestro ed il cittadino extracomunitario veniva arrestato.

Inoltre, essendo stato accertato che il cittadino extracomunitario non era in regola con il permesso di soggiorno in Italia, venivano avviate le pratiche per l’espulsione dello stesso dal territorio nazionale.

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