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Silvan Dillier vince alle Terme Luigiane battendo in una volata all’ultimo spasimo Stuyven. Maglia rosa sempre sulle spalle di Jungels.
L’intestazione è un motto di giornata, sentito da qualche parte, che oggi deve essere rimbombato tante volte nella testa di Dillier, a tal punto da diventare un tam tam. Una prima volta, quando assieme ad Andreetta, era andata in caccia del terzetto involatosi subito dopo il pronti e via.

L’inseguimento dei due a Stuyven, Pedersen e Postelberger si era concretizzato al chilometro trenta, ma nulla lasciava ancora presagire che il tentativo potesse essere quello buono. Il vantaggio del quintetto cominciava ad essere interessante quando raggiungeva un max di 8’50’’, il traguardo era però distante 140 km. Il gruppo aveva sin qui dormito sin troppo confidando eccessivamente nelle proprie capacità di recupero ed, evidentemente, non credendo in quelle di tenuta dei fuggitivi. Eppure c’erano elementi che non dovevano lasciar tranquilli. Su tutti Stuyven, buon corridore, parente alla lontana di Cancellara, aveva con se Pedersen, Postelberger aveva fatto capire ad Olbia di che pasta è fatto, Dillier , ottimo passista, con buone attitudini da cronoman. Insomma si trattava di una fuga diversa dagli altri giorni ed Andreetta poteva dirsi ben contento della compagnia. Il risveglio tardava e, con il passare dei chilometri, il tentativo di rientro del gruppo è diventato sempre più improbo per divenire inutile ben prima dell’interessante stretta finale. Ai meno cinque una improvvisa fiammata di Stuyven tradisce il nervosismo di quest’ultimo, la bella chiusura di Dillier ci dice un po’ di più sulla distribuzione di forze in campo. In ogni caso è ai meno 200, nel pieno dello strappo conclusivo, che il motto di Dillier diventa realtà. Approfittando di una impercettibile disattenzione di Stuyven, lo svizzero parte secco, riuscendo poi a resistere alla rabbiosa rimonta del ben più titolato fiammingo. Postelberger, terzo ed appagato, ha goduto dello spettacolo in prima fila. Andreetta, buon quarto ha fatto il massimo, resistendo sinchè ha potuto.

I veri sconfitti sono dietro, i tanti presunti finisseur esplosivi dell’ultimo chilometro hanno perso oggi una occasione, buona anche per fare colpo doppio. Quel che è peggio è la passività di tante formazioni in una fase del Giro in cui le forze sono ancora tante ed i team sono al completo. Buon per i fuggitivi che hanno dimostrato coraggio e tenuta. Buon per Dillier per cui l’impossibile è diventato possibile.

Si prosegue con la settima frazione da Castrovillari ad Alberobello, altra tappa lunga, 224 km. Frazione pianeggiante nella quale sono attesi i velocisti, la sorpresa può venire a causa del vento, del coraggio di pochi e delle pennichelle di tanti.
C’e’ in Giro chi sin qui ha visto un grande spettacolo non facendone mistero, io ho visto molte dormite e tanto tatticismo esasperato.
Forse dal divano si ha un punto di vista differente o forse è lui a chiamare a gran voce le pennichelle.
Sono impaziente di cambiare opinione.

Turi Barbagallo

 

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