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Consummatum est… Qualcuno traduce la citazione evangelica con “semu pessi”… Se non sbaglio, l’unico vero tiro in porta il Catania lo ha fatto con Djordjevic… E per quest’anno può bastare; nel senso che la misura è colma.

Non che ci fossero le migliori condizioni per superare il turno… Anzi! C’erano esattamente tutte quelle contrarie, messe assieme dall’autorità costituita (divieto della trasferta per i tifosi), dall’infermeria (mezza squadra infortunata), dalla posizione in classifica delle due squadre e, per finire, da qualche discutibile scelta dell’arbitro (il cui giudizio nelle pagelle oscilla dall’insufficienza al 7… Mah… Io non vado oltre il cinque meno-meno: ho sempre ritenuto insopportabile il rigore a senso unico). A scanso di equivoci, Parisi ha sbagliato e il suo errore ne vale cento, di propri e di altrui; la domanda (credo, di tutti) è d’obbligo: perché De Rossi (che nelle recenti prestazioni non è stato per niente inferiore al siracusano) dopo e non da subito?

De Rossi

Più di una squadra si è qualificata vincendo in trasferta e, dunque, la cosa non era impossibile; infatti – bando alle scaramanzie – era questa la speranza che si nutriva; ma, appunto, bisognava vincere… E come? E giù le braccia! Le reiterate autorevoli affermazioni di rivalsa (l’anno venturo o, persino, entro tre anni il Catania sarà nel campionato che merita) sembrano dire tutto e niente… Può significare che in tre anni ci si trovi in Serie A, come anche che si rimanga in Lega Pro, come la squadra ha ampiamente mostrato – appunto – di meritare quest’anno. Con premesse del genere, oltre alla speranza, cos’altro si poteva avere?

E, se anche un “quidquid” di sorprendente (ad esempio, con il tiro summenzionato) fosse accaduto, a causa della marea di ammonizioni accumulate e con l’infermeria ancora piena, non so che futuro avrebbe potuto avere questo Catania “babbaleccu” nell’eventuale proseguo degli spareggi. Solamente la speranza avrebbe continuato a fare a pugni con la ragione.

Ma i “se” sono terminati; con un epilogo degno del canto III dell’Inferno dantesco. Esito messo a repentaglio, peraltro, più volte, visto che le “vespe” stabiesi hanno comunque provato sino all’ultimo istante a pungere e i rossocelesti (perché, insisto, di azzurro non si tratta e, in ogni caso – significativamente – bianchi, per l’occasione) a giochicchiare, sbagliando quantità industriali di passaggi. Come, del resto, per tutto il campionato con Scoppa davvero superstar in questa disciplina!

Passa la Juve Stabia che in classifica (pur conteggiando i sette punti di penalità degli etnei), ha accumulato dieci punti in più; mentre, Pozzebon, Mazzarani e compagni possono intraprendere (?) le vacanze “meritate”. 

Le restanti componenti (Società, tifosi, stampa) d’ora in avanti, oltre a qualche residuo mugugno, avranno altre cose di cui discutere, a cominciare da quelle preannunciate dal direttore: allenatore e contratto con Lodi. Cose, per le cui ufficializzazioni, comunque, bisognerà attendere i tempi consentiti dalle norme. Per molti, in ogni caso, il fischio dell’imperiese Piscopo è risuonato come una liberazione. Dall’incubo.

Rimangono gli impegni economico-amministrativi, basilari per ogni realtà, anche se all’esterno poco riconosciuti come tali. Vale anche per i sentieri “nobili” della cultura, nei quali Catania arranca peggio che nel calcio. “Senza dinari non si canta missa e senza mancu stola si cunfessa”, ha sempre sentenziato il popolo, traducendo in siciliano il principio secondo cui, senza organizzazione e disponibilità economica, non si va da nessuna parte e non basta neanche una sola delle due componenti, occorrono entrambe.

Augurando al Trapani di farcela a rimanere dov’è, la Serie B, negata anche al Siracusa, annovererà un’altra siciliana, non per meriti ma per demeriti; la cosa non riguarderà il Catania il cui campanile, invece, potrà vibrare per la novità lentinese. Unicuique suum

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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