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Un carneade, l’americano Warbasse, si aggiudica giungendo da solo la quarta frazione del Tour de Suisse conclusasi a Villars sur Ollon. Un ottimo Damiano Caruso balza al comando della generale davanti a Kruijswijk staccato di 15”. Al terzo posto Pozzovivo a 24”.

La prima mano importante di questa edizione del Tour de Suisse si giocava sull’erta finale verso Villars sur Ollon. La carta più bella, il re di denari, tocca a Caruso. Il ragusano, finalmente capitano indiscusso della BMC, gioca benissimo la sua partita lungo i dieci km al 8% che portano a Villars sur Ollon. Sgombro dagli straordinari lavorativi a cui è solitamente dedito, Damiano, appena finito il buon apporto che gli ha dato Van Garderen, ha lanciato la sfida che lo intanto porterà in vetta alla classifica generale parziale. Mancavano circa sei chilometri all’arrivo, gli risponderanno Pozzovivo, Spilak, Frank, Kruijswijk e Soler. La tappa era praticamente andata a favore del poco conosciuto americano Warbasse, alfiere della Acque Blue Sport, sopravvissuto della fuga di primo mattino e lanciato verso una meritata vittoria. Nel sestetto che conta molto attivi, ma poco organici, Pozzovivo e Frank. Unici compagni di casacca al comando, a turno cercheranno di sganciarsi. Domenico, uscito benissimo dal Giro, è stato l’uomo che ha allungato definitivamente la fila determinando buona parte del break finale. Logica forse voleva che Frank si mettesse al suo servizio, ma evidentemente in casa Ag2R non si sono sentiti di sacrificare l’uomo di casa. Poi, molto bene Spilak , che quando respira l’aria delle montagne svizzere sembra un altro corridore. Caruso, dopo il là che ha dato inizio alle ostilità, ha badato bene a non dilapidare dimostrandosi attento ad ogni mossa altrui. Alla fine non si è lasciato sfuggire l’abbuono in palio per la seconda moneta, rimontando bene Spilak e resistendo al ritorno di Kruijswijk . Positivo quest’ultimo, passivo Soler.

Passando alle altre carte, un due di coppe inesorabile tocca a due dei protagonisti più attesi Dumoulin e Jon Izagirre, subito in difficoltà sin dalle prime rampe della salita finale. Dèbacle inattesa per entrambi. Il primo, dopo il Giro, evidentemente ha malauguratamente staccato la spina, il secondo dovrebbe invece spiegarci cosa è successo visto il gran lavoro dei suoi per buona parte della frazione.
Si diceva di Damiano Caruso. Il ragusano si è fatto trovare prontissimo non appena gli è stata concessa un’opportunità concreta. Già aveva avuto la soddisfazione di indossare la maglia di leader al termine della prima frazione della Tirreno Adriatico scorsa, ma questa maglia, a mio parere, ha un brillantezza diversa. In quel caso una gradita decisione del team lo aveva proiettato al comando della corsa al termine della cronosquadra vinta dalla BMC. Un premio per l’abnegazione dimostrata in tanti anni di leale lavoro, o forse un segno di rispetto per l’uomo di casa. Qui, invece, Caruso è il leader del team. La sua perfetta condotta di gara di questo inizio di Tour de Suisse , frutto dell’eccellente stato di forma raggiunto in prossimità del Tour de France, lo ha portato al comando con apparente facilità. E’ chiaro che per lui il difficile viene ora, ma, fatti gli scongiuri del caso, nulla gli è precluso. Intanto gli uomini più accreditati della vigilia si sono sciolti come quest’anno le nevi di Villars sur Ollon.

Fra i più pericolosi avversari certamente Pozzovivo. Il lucano non si farà certo pregare quando nei prossimi giorni si incontreranno le pendenze più amiche salendo verso l’Albula e soprattutto verso i ghiacciai di Solden, lì cercherà il successo parziale che manca da tanto e, perché no, il bottino pieno. Pericolosissimo Spilak, da non sottovalutare Kruijswijk.
Domani tappa interlocutoria, poi si tornerà in montagna.

Lì il Salotto aspetta i suoi amici!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

 

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