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E’ davvero emozionante, nella sua semplicità ed immediatezza, la pièce itinerante di Pamela Toscano “Fonte a Ponente Luna Crescente”, proposta lo scorso fine settimana al Monastero dei Benedettini di Catania dall’Associazione Officine Culturali, da Ance – Giovani Catania e dai tre brillanti artisti coinvolti, Pamela Toscano, Carlo Ferreri ed Evelyn Famà. Si tratta di un viaggio nel tempo, riscoprendo fatti, avvenimenti in uno degli angoli più suggestivi di Catania come il Monastero dei Benedettini, con una fonte d’acqua che zampilla e che racconta allo spettatore – attraverso un magico, suggestivo, sognante itinerario – 500 anni di storia. Lo spettacolo è andato in scena per la prima volta a Luglio del 2016 in occasione di “Porte aperte all’Università”, grazie al contributo di Ance-Giovani ed è stato riproposto quest’anno con grandi consensi da parte del pubblico.

Carlo Ferreri, Pamela Toscano ed Evelyn Famà

Lo spettatore, in circa 60 minuti, si ritrova immerso oltre che in un luogo incantevole, che trasuda storia e storie, in una vera e propria favola costruita all’interno di un processo di comunicazione ed educazione al patrimonio culturale. I tre interpreti (Carlo Ferreri, Pamela Toscano ed Evelyn Famà), attraverso un registro giocoso e fantastico, conducono il pubblico alla scoperta  dei due chiostri, quello di Levante e quello di Ponente. In una dimensione surreale, con il supporto delle proiezioni di Andrea Raimondo, con le atmosfere musicali di José Mobilia e la voce di Alessandra Raichi, il pubblico vede materializzarsi oggetti inanimati e si trova ad ascoltare una fontana che zampilla, canta e racconta e monaci, ginnasti e animali parlanti che riassumono 500 anni di storia: dalla fondazione del Monastero al terremoto del 1693, dalla confisca da parte dello Stato Regio, fino al restauro dell’Università per opera dell’architetto Giancarlo De Carlo.

La fontana del Chiostro, quindi, resa palpitante, viva, da Pamela Toscano, parla e canta ripercorrendo quattro secoli di storia dei Benedettini di cui è stata testimone. Con lei si incontra una buffa rana (resa con simpatia da Evelyn Famà) ed un bizzarro acquaiolo (Carlo Ferreri), ma anche un elefante,  monaci, inquisitori, ginnasti, architetti che costruiscono un percorso fascinoso che parte dal 1558, dall’edificazione del complesso monastico e poi si procede, sotto lo sguardo della luna, tra sogni e mondo reale,  fino a giungere al presente, raccontando le meraviglie che il Monastero custodisce.

Ancora una scena (Ph. Salvo Puccio)

Il percorso teatrale, voluto e ideato da Officine Culturali, utilizza anche i linguaggi performativi come mezzo per raccontare i luoghi e le persone. Il passato diventa così fonte per la creatività, per produrre ancora arte e conoscenza per il nostro futuro.

La protagonista assoluta dell’intrigante pièce è comunque, con le sue trasparenze e suggestioni, la fontana, con un racconto che, passando per le pietre del monumento, abbraccia la storia della città. Lo spettacolo, grazie alla duttilità dei tre interpreti, alterna il comico-surreale al drammatico ed emozionante come quando ad esempio Pamela Toscano intona il brano “Bella Ciao!”, segno distintivo di una memoria di resistenza culturale passata anche dai chiostri.

Interessante anche il momento in cui si parla delle peripezie della fontana (legata alla ricostruzione del Monastero), smembrata e conservata nei sotterranei delle fogne e poi ritrovata e ricostruita minuziosamente, grazie all’opera di restauro condotta dall’architetto Giancarlo De Carlo.

Quello di Pamela Toscano risulta un lavoro di estremo interesse culturale, di conoscenza di luoghi ed avvenimenti e che, come favola itinerante, regala al pubblico una serata suggestiva e poetica, risultando soprattutto una occasione per approfondire la storia attraverso il teatro, raccontando il percorso affascinante della fontana del secondo chiostro del convento attraverso le fonti storiche a disposizione di studiosi e appassionati.

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