sportVari

All’Osservatorio Astronomico de Calar Alto, Miguel Angel Lopez dell’Astana coglie la sua prima vittoria in una frazione di un GT. Froome conserva la maglia, mentre Nibali sale al secondo posto della generale.
Con le prime salite che raggiungono le alte quote cambiano in modo deciso le strategie di corsa e la selezione che ne vien fuori sa di grandi corse a tappe.

L’avvio è quello atteso con tredici uomini a cercar fortuna. L’uomo più in vista Bardet cerca di dare un senso alla sua Vuelta. Purtroppo per lui la presenza nel drappello di Anton, distante in classifica solo cinque primi, consiglia alla Sky di non dar troppa confidenza alla fuga. Anton da tempo non fa più paura, ma non si sa mai. Il vantaggio dell’avanscoperta, di poco oltre i quattro minuti, invoglia l’Orica. Il forcing della formazione australiana porterà il gruppo ad un tiro di schioppo dei fuggitivi sulle prime impegnative rampe del Velefique. La montagna di lavoro di Juul Jensen e Cort Nielsen partorirà un topolino. Quando era lecito attendersi che a muoversi fossero gli uomini di classifica del team, Chaves e Adam Yates, ecco che a scattare è Simon Yates. Si avvantaggerà facilmente perché fuori classifica. L’ipotesi che possa fungere da testa di ponte per i compagni meglio piazzati scemerà pian piano lungo i tornanti del Velefique. La scalata è condotta al generoso ritmo Sky. Generoso per chi come Atapuma, Simon Yates, Bardet ed Armèè, conserva fiato ed energie per attaccare la salita finale con un discreto margine che nel frattempo è ritornato a gonfiarsi sfiorando i tre minuti.

Verso l’Osservatorio la musica cambia. E’ la miglior Bahrain Merida della stagione ad orchestrare le operazioni. Antonio Nibali, Visconti, trovato per strada e soprattutto l’ottimo Pellizotti operano un bella selezione annullando nel contempo la fuga. Le fiondate a più riprese di Vincenzo Nibali, ben controllato da Froome con il suo tipico metodo “a scoppio ritardato”, determineranno l’esito finale della frazione dilatando in modo importante le distanze fra la testa e coloro i quali, in diverse riprese, hanno man mano perso contatto dai migliori.
Ad approfittare della situazione il bravo Miguel Angel Lopez che ad un chilometro dall’arrivo chiude su Vincenzo, contrattacca di rimessa e vince in solitario. A quattordici secondi Froome batte Nibali per la piazza d’onore. Con loro arriva il solo Keldermann. Gli altri accuseranno ritardi che variano dai 31’’ di Contador e Zakarin, al 1’14’’ di De La Cruz, dal 1’32’’ di Aru, e finendo con i 2’05’’ di Chaves. Roche a 4’17’’, salta in modo definitivo.
La classifica ridisegnata dal Osservatorio di Calar Alto vede Froome ben saldamente al comando con 1’19’’ su Nibali, terzo Chaves a 2’33’. Aru sempre settimo con un distacco di 2’57’’.

Considerazione personale. Oggi finalmente si son visti degli attacchi finalmente portati a colpi di sciabola e non di fioretto. E si sa quando si sguaina la sciabola spesso c’è di mezzo Nibali. E’ vero, alla fine della fiera, l’immenso lavoro dei suoi, Pellizotti in testa, il suo fiato e le sue gambe hanno portato in dote solo la piazza d’onore provvisoria, ma il suo avversario è uno di quelli con la A maiuscola. In ogni caso sulla strada abbiamo assistito ad uno spettacolo a tinte forti lontano parente degli acquerelli visti sulle strade di Francia.

Il programma prosegue con la Motril – Antequera Los Dolmenes, 160 km. Tappa dal profilo finale stuzzicante che tuttavia non dovrebbe incidere sulla generale.

La vera Vuelta è partita. Per il si e per il no, io direi di allacciare le cinture di sicurezza.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post