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Il Centro culturale e teatrale Magma, nell’accogliente Sala Magma di Catania, in chiusura della rassegna tutta al femminile dedicata alla memoria di Vanessa Favara, ha riproposto, in un nuovo ed accattivante allestimento, uno dei cavalli di battaglia del Centro, ovvero “No, non sono Molly Bloom” di Giuseppe Mazzone, andato in scena in prima assoluta nel 1999.

Nella foto di Simone Nicotra, Barbara Cracchiolo

Rispetto alla prima ed applaudita edizione del lavoro di Mazzone, interpretato allora da Grazia Maria Ambra, il nuovo allestimento è completamente diverso, anche se si avvale sempre della scrupolosa ed attenta mano registica di Salvo Nicotra, che cura pure l’essenziale impianto scenico (una stanza disordinata con vestiti, trucchi, specchio con luci, scarpe e cassapanca, oggetti vari sparsi qua e la) e delle musiche originali di Eugenio Arezzo.

In circa 70’ il monologo al femminile di Mazzone prende le distanze dal più celebre monologo del Novecento (la “Molly Bloom” di Joyce). La protagonista in scena è Giulia (la camaleontica Barbara Cracchiolo), una donna inquieta ed insoddisfatta, alle prese con il suo percorso quotidiano, fatto di dubbi, di aspettative. Una donna come tante – che potrebbe essere la nostra vicina di casa o la nostra amica – e che si ritrova, tra uno sguardo allo specchio, una riflessione, un passo di danza ed una forbita discussione su argomenti vari, alle prese con il suo confuso presente, con i suoi desideri, le sue ansie, i suoi sogni ed allucinazioni che comunica al pubblico, intravedendo anche all’orizzonte un non ben definito futuro.

Ancora la protagonista in scena (Ph. Simone Nicotra)

Interessante la lettura registica di Salvo Nicotra che pensa e costruisce questa nuova edizione di “No, non sono Molly Bloom” sulle capacità interpretative, coreografiche e canore di una brillante Barbara Cracchiolo (autrice anche delle coreografie e dei costumi) che disegna una Giulia intrigante alle prese con se stessa, con uomini e donne, con un movimentato passato e con le speranze future.  Insomma una donna “Alla finestra” che guarda a terra con il desiderio di volare oltre il presente, di cambiare pelle.

La Giulia di Mazzone-Nicotra-Cracchiolo aspetta, pensa, ride, canta, si dispera, passeggiando sulla scena e su una passerella ricavata tra le sedie della sala e nel finale inatteso non riesce a resistere al richiamo della quotidianità e si lancia verso il sacco nero della spazzatura.

Applausi alla fine da parte degli spettatori per l’eclettica interprete, per la regia e la messa in scena e per un testo-con uno stile ed un linguaggio contemporaneo – che trasporta il pubblico in uno scenario di vita tutta al femminile.

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