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Giovedì 10 Maggio, alle ore 21.00, al Teatro Brancati, a Catania prima di “Addio vecchio Sangiorgi”, spettacolo di Varietà e Avanspettacolo, per la regia di Gianni Salvo con Tuccio Musumeci, Dodo Gagliarde, Angelo Tosto, Daniela Russello, Enrico Manna, Claudio Musumeci. L’orchestra è diretta dal Maestro Nino Lombardo, le coreografie sono di Silvana Lo Giudice. Il balletto è formato da: Felicia Bisicchia, Gabriella Caruso, Roberta D’Amico, Agata Rosignoli, Laura Tringale. L’orchestra: Salvatore Brischetto, Ricardo Urbina Cubillan, Alessio Gentile, Orazio Pulvirenti. Costumi delle sorelle Rinaldi, luci di Simone Raimondo, fonica di Salvo Torrisi.  Coproduzione Teatro Brancati e Teatro Massimo Vincenzo Bellini. Lo spettacolo verrà replicato al “Brancati” sino al 27 Maggio.

Il manifesto

“Il Sangiorgi”. Nell’arco di tutto un secolo, il Novecento ed oltre, i catanesi hanno indicato così, con un cognome preceduto dall’articolo determinativo, quello che per tutti è diventato un luogo della memoria, al di là della moderna struttura che nacque in piena belle époque per assecondare la voglia di divertimento di un’intera città. Fu il cavaliere Mario Sangiorgi, un ex idraulico dotato di intraprendenza e di vivacità, che sul finire del diciannovesimo secolo, torna da Parigi con un’idea formidabile e, acquistata una vasta area  edificabile sulla centrale via Lincoln – attuale via di Sangiuliano -, su un progetto che utilizza nel migliore dei  modi le indicazioni del Liberty più à la page, realizza un teatro all’aperto al centro di una serie di moderne  strutture di ritrovo e di ristorazione, fra le quali un caffè-concerto, un ristorante, una sala da pattinaggio, persino un albergo. Il primo luglio del 1900 s’inaugura con la messinscena della pucciniana “Bohème”, mentre nell’autunno dello stesso anno viene realizzata la prima proiezione cinematografica pubblica a Catania.

Un’intensa attività teatrale – vi passeranno i più grandi miti contemporanei -, musicale e ricreativa fa diventare il Sangiorgi uno degli spazi prediletti dai catanesi. Mario scompare nel 1916 e il ruolo di comando viene assunto dal fratello Concetto, con la collaborazione di Guglielmo Sangiorgi, figlio di diciannovenne di Mario, classe 1897, un personaggio eclettico, attore cinematografico, diretto nel 1953 da Luigi Zampa, ma anche giornalista ed editore. Sarebbe lunghissimo enumerare le centinaia di artisti, grandi e piccoli – da Eleonora Duse ad Anna Fougez,  da Ettore Petrolini a Totò, da Angelo Musco a Wanda Osiris, da Josephine Baker a Gilda Mignonette -, che  passarono dalla sala (e dall’albergo) del Sangiorgi. Ognuno ha lasciato una propria traccia – una foto, una  lettera, una dedica autografa-, che il commendatore Guglielmo ha raccolto e conservato con grande cura.  Lo stesso Tuccio Musumeci, che dedica al Sangiorgi questo nostalgico “atto d’amore”, ha avuto con questo  luogo rapporti non solo professionali.

Sul finire degli anni Cinquanta, con la crisi del varietà e con la nascita della televisione, il Sangiorgi vive la stessa crisi di altri mitici luoghi – l’Ambra-Jovinelli di Roma, lo Smeraldo di Milano, per esempio – si  trasforma in cinema di quartiere, quindi accende le “luci rosse”, subendo anche deterioramenti “fisici”, degrado. Ma alla decadenza fa seguito un periodo di rinascita con la restituzione ad una nuova vita. E quell’”atto d’amore”, quindi, messi da parte ogni malinconia e ogni carico di nostalgia, potrebbe costituire la premessa per indicare una nuova strada. Uno sguardo al passato per guardare dritto verso il futuro.

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