Cultura

San Giovanni da Capestrano
Károly Lotz (1833-1904) – abbazia di Pannonhalma in Ungheria

Giovanni nasce a Capestrano, in provincia dell’Aquila, il 24 giugno 1386, da Antonio dei Conti di Celano. Essendo di famiglia nobile, ricevette i primi elementi culturali del Trivio e del Quadrivio in casa, secondo la consuetudine dell’epoca. Tra il 1405 e il 1406, Giovanni frequentò l’università di Perugia, fondata dal card. Niccolò Capocci nel 1361, allora chiamata Collegium Gregorianum e successivamente rinominata Sapienza Vecchia, dove si laureò in utroque iure.

Divenuto uno stimato giurista, con l’elezione del nuovo podestà di Perugia, Coluccio dei Griffi di Chieti, avvenuta il 14 aprile 1413, il giovane Capestrano venne chiamato ad amministrare la giustizia nel difficile rione di Porta santa Susanna. Nel luglio dello stesso anno, Perugia fu occupata da Braccio Fortebraccio da Montone, mettendo a ferro e fuoco la città e imprigionando nel castello di Forgiano chi sosteneva il governo popolare. Secondo i biografi, Giovanni fu incarcerato nella Torre di Brufa, da cui cercò di evadere calandosi da una finestra. Il progetto fallì perché cadendo si fratturò una gamba per cui fu facilmente catturato e rimesso in prigione.

Qui ebbe una visione di san Francesco d’Assisi che lo invitò a seguirlo. Dopo aver pagato un forte riscatto, Giovanni venne liberato e così poté recarsi al convento francescano di Monteripido, vicino Perugia, dove, il 4 ottobre 1416, all’età di trent’anni, vestì l’abito di san Francesco. Per più di quarant’anni frà Giovanni si dedicò alla predicazione del Vangelo, affrontando anche difficili dispute teologiche. Nella Quaresima del 1426, accompagnato da un gruppo di aquilani, si recò a Roma per difendere l’amico e confratello francescano Bernardino da Siena, accusato di idolatria perché faceva adorare il Nome di Gesù (JHS) siglato sulle tavolette. La difesa sostenuta da frà Giovanni ebbe grande successo e, al suo ritorno a l’Aquila, ottenne che la sigla del Santo Nome facesse parte dello stemma della città. Ma nuovi eventi trasformarono frà Giovanni da apostolo del Vangelo in soldato.

Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi, avvenuta il 23 maggio 1453, l’esercito Ottomano cercava di raggiungere l’Ungheria. Allora frà Giovanni fu incaricato dal papa Callisto III, insieme ad alcuni frati, di predicare la Crociata contro l’Impero Turco che aveva già invaso la penisola balcanica. Percorrendo l’Europa orientale, frà Giovanni riuscì a raccogliere decine di migliaia di volontari alla cui testa partecipò all’assedio di Belgrado nel luglio di quello stesso anno. Egli incitò i suoi uomini all’assalto decisivo con le parole di san Paolo ai Filippesi: «Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento» (Fil 1,6). L’esercito turco, tra il 14 e il 16 luglio 1456, fu messo in fuga e lo stesso sultano Maometto II venne ferito.

La notizia della vittoria dell’esercito cristiano giunse a Roma il 6 agosto e papa Callisto III, come ringraziamento al Signore per la vittoria riportata sui Turchi a Belgrado da János Hunyadi e Giovanni da Capestrano, inserì il 6 agosto 1456 nel Calendario liturgico Romano la Festa della Trasfigurazione di Cristo. Frà Giovanni da Capestrano, che dedicò tutta la vita alla predicazione del Vangelo in tutta l’Europa, in particolare in Ungheria orientale, cioè in Transilvania, dove era consigliere del governatore Giovanni Hunyadi, fu uno dei maggiori riformatori della Chiesa del XV sec. e un formidabile organizzatore dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti. A causa dei grandi disagi subiti durante la battaglia di Belgrado, in cui per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo per incitare con la sua parola infiammata i combattenti, contrasse una malattia che il 23 ottobre 1456 lo portò alla morte mentre si trovava nel convento da lui fondato a IloK (Villaco, oggi in Croazia). Il suo corpo rimase esposto alla venerazione per otto giorni. In seguito fu sepolto nella prima cappella della chiesa fino all’anno 1556, quando i turchi invasero l’Ungheria e la città di Villaco.

Frà Giovanni da Capestrano, sacerdote dell’Ordine dei Minori Osservanti, che svolse il suo ministero per tutta l’Europa a sostegno della fede e della morale cattolica, lasciò diversi scritti tra cui il Tractatus de cupiditate, lo Speculum coscientiae, il De papae et concili auctoritate, il De Judicio universali. Questo frate, che disciplinava militarmente le sue schiere di terziari francescani e di Crociati nel nome di Gesù, secondo la devozione tanto cara al confratello Bernardino da Siena, fu un vero <<apostolo dell’Europa>>. Frà Giovanni, che con il fervore delle sue esortazioni e delle sue preghiere incoraggiò il popolo dei fedeli e si impegnò nella difesa della libertà dei cristiani, fu proclamato beato il 19 dicembre 1650 da papa Innocenzo X e canonizzato da Alessandro VIII il 16 ottobre 1690.

Con lettera del 1963, il Vicario Castrense e Primate di Polonia, card. Stefano Wyszynski, insieme a tutti i vescovi della Polonia, compreso l’arcivescovo di Cracovia, mons. Karol Wojtyla, chiese al santo padre Paolo VI di proclamare il francescano aquilano san Giovanni da Capestrano celeste Patrono dei Cappellani Militari. L’iniziativa, già attivata dal francescano italiano Costantino Di Vico, combattente contro i tedeschi a Dubrovnik nel settembre 1943, che tanto si era adoperato per elevare questo “difensore dell’Europa” a patrono dei cappellani militari, ora trovò il giusto appoggio della Chiesa polacca.

L’iter per questo riconoscimento, che non fu semplice per opposizioni e contestazioni, si realizzò solo quando il card. Karol Wojtyla, che aveva sottoscritto l’istanza del Primate di Polonia, fu eletto Papa il 16 ottobre 1978. Il 10 febbraio 1984, con la Lettera Apostolica Servandus quidem, il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II proclamò san Giovanni da Capestrano celeste Patrono presso Dio dei  Cappellani Militari di tutto il mondo perché questo sacerdote <<nella sua vita era stato adorno di nobili virtù fondate sull’amore di Dio e del prossimo>>  e quindi <<anche in questi nostri tempi egli è da proporsi come esempio di santità al Popolo di Dio e specialmente ai sacerdoti e a coloro che ovunque presiedono alla Pastorale Militare>>.

IOANNES PAULUS PP. II

LETTERA APOSTOLICA – SERVANDUS QUIDEM

SANCTUS IOANNES DE CAPESTRANO CAPPELLANORUM MILITARIUM
TOTIUS TERRARUM ORBIS APUD DEUM PATRONUS CONFIRMATUR

 Ad perpetuam rei memoriam. – Servandus quidem et confirmandus ac fovendus est certus venerationis cultus, quo Sanctum Ioannem de Capestrano omnes variarum Nationum Cappellani Militares peculiarem in modem prosequi consueverunt. Non solum enim constat hunc presbyterum praeclaris virtutibus in vita sua praeditum fuisse ob Dei amorem et proximi, sed hac etiam aetate eum plerumque dominico gregi, imprimisque praesulibus ac presbyteris ubicumque pastoralem militum curam agentibus, tamquam mirum proponi sanctitatis exemplum. Hoc autem maxime expedire videtur, ut quivis ordo fidelium suum in caelis habeat Patronum, qui sua ipse intercessione ei semper assit a Deoque opportuna impetret auxilia. Quibus perpensis, venerabiles Fratres Vicarii Castrenses orientalium et occidentalium regionum, cοnsultis recteque auditis singularum istarum Nationum Conferentiis Episcοpalibus rationeque habita communium omnium votorum, sua auctoritate electionem memorati Sancti uti universalis caelici Patroni omnium Cappellanorum Militarium totius mundi rite approbaverunt atque iidem ab Apostolica Sede ut eiusmodi electionem et approbationem ratas haberet petiverunt. Quare Nos ipsi, quo maior christiana pietas omnium ad cuiusque Nationis exercitum quoquo modo pertinentium dehinc excitetur et efficacior fiat in dies, ex prudenti probata sententia Sacrae Congregationis pro Sacramentis et Cultu Divino, quam plane probamus, deque plenitudine pοtestatis Nostrae Apostolicae, cum enotescat propositas electionem et approbationem ad statutum ius peractas esse, Sanctum Ioannem de Capestrano, presbyterum, Curionum seu Cappellanorum Militarium totius orbis apud Deum Patronum confirmamus una cum adiectis iuribus ac liturgicis privilegiis per commemoratam Sacram Congregationem definitis in Instructione «de Calendariis particularibus atque Officiorum et Missarum Propriis recognoscendis» sub n. 30. Contrariis quibuslibet haud obstantibus. Ceterum omnino volumus ut hae Litterae Nostrae religiose serventur suosque nunc et in posterum tempus habeant effectus.

Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die X mensis Februarii, anno MCMLXXXIV, Pontificatus Nostri sexto.

AUGUSTINUS Card. CASAROLI,

a publicis Ecclesiae negotiis

 

 PREGHIERA DEL CAPPELLANO MILITARE

O glorioso San Giovanni uomo di Dio e della Chiesa, animatore di schiere audaci, noi Cappellani militari delle Forze armate di Terra, di Cielo e di Mare Ti preghiamo, con lo stesso ardore che Tu avesti quando invocavi il Signore, nel guidare i Tuoi uomini alla salvaguardia della cristiana civiltà.

Anche noi, per dovere sacro a Dio e alla Patria, siamo chiamati a sostenere le nuove generazioni, nella ricerca e nella difesa dei supremi valori della giustizia e della pace. Insegnaci ad amare i nostri soldati come Tu li amavi, a sentirli vicini piú che fratelli, a capirli nelle loro aspirazioni umane e spirituali.

Aiutaci a portare nel cuore delle nostre Unità, la stessa passione di fede e l’integrità della nostra testimonianza. Questo ci chiedono i nostri uomini d’arme e questo dobbiamo porgere loro. A Te perciò, o celeste nostro Patrono, noi ricorriamo; da Te, o apostolo serafico, noi impetriamo e per i Tuoi meriti aspettiamo i Doni dello Spirito. Amen.

 Diac. Sebastiano Mangano

 

1 commento

  1. Ho letto molto di S. Giovanni da Capestrano ma non riesco a memorizzare le cose che leggo. Da ragazzo lucidai il pavimento della biblioteca del Convento per ordine del padre Rettore e rimanevo assorto nel vedere tutti quei libri che riguardavano il santo.
    UNA COSA MI PIACEREBBE: che il convento, adesso vuoto, riacquistare il vigore e la vita di quando era Convento di studi

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