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I risultati dell’Osservatorio Confcommercio – Si.Camera sulla demografia delle imprese nelle città italiane – che monitora nel tempo l’andamento degli esercizi commerciali per cogliere i cambiamenti della rete comunale di servizi al consumatore – rivelano un quadro in chiaro-scuro sui centri storici italiani.

L’analisi, svolta su 120 comuni, di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi più popolosi (escluse le grandi città) rivela infatti come le piccole e grandi migrazioni, la crisi demografica e il dinamismo insediativo che caratterizzano quest’epoca incidano sui livelli di urbanizzazione e, più in generale, sull’economia e la vitalità delle città.

A causa del diffuso fenomeno di spopolamento dei centri minori, ad abitare in queste città rimangono, non senza difficoltà, i più anziani. In queste città spesso a mancare non sono solo i giovani: il crescente fenomeno dei negozi sfitti nelle città, ancor più evidente nei centri storici, è dovuto a cause diverse quali, ad esempio, la modifica del comportamento di acquisto, la mancata corrispondenza tra l’offerta commerciale e la mutata domanda del consumatore, problemi di vivibilità, accessibilità e declino urbano.

Infatti, se la qualità dei contesti locali e degli agglomerati urbani è determinante nel generare o meno opportunità di lavoro, innovazione e sviluppo, altrettanto determinanti sono le attività economiche per la qualità del vivere urbano. Per questo Fipe auspica la definizione di una strategia nazionale a favore delle città e delle economie urbane in grado di indirizzare e promuovere modalità di intervento strutturali, e non più straordinarie, che possa basarsi su un quadro normativo organico chiaro e su risorse adeguate e continuative nel tempo; con l’obiettivo di accrescere la qualità urbana e generare nuove fiorenti economie in contesti sicuri e inclusivi.

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