Cronaca

La tematica della “Via Crucis di Gesù, Via Crucis del Lavoratore”, organizzata dall’Ufficio diocesano Problemi sociali e lavoro diretto dal sacerdote Piero Sapienza, presieduta, da quasi 15 anni, in Arcivescovado e Cattedrale dall’arcivescovo mons. Salvatore Gristina, è stata incentrata sulle gravi problematiche cittadine nel quadro drammatico del dissesto economico del Comune di Catania.

Da sottolineare il valore dell’iniziativa socio-ecclesiale di riflessione e di preghiera con cui l’Arcidiocesi di Catania intende condividere “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne del nostro tempo”, come ha evidenziato il metropolita catanese, nel citare il documento conciliare “Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.

“La Via Crucis del lavoro” ha costituito un momento privilegiato in cui alla comunità diocesana è stato proposto l’approfondimento degli elaborati della Giornata sociale diocesana dello scorso novembre e un’occasione propizia per focalizzare l’attenzione sulle gravi questioni occupazionali, in un contesto di preghiera comunitaria, qual è appunto quello della Via Dolorosa di Cristo, come ha evidenziato il direttore dell’Ufficio problemi sociali.

Padre Sapienza ha precisato che nell’orizzonte, così problematico, del dissesto finanziario “a nessuno sfugge la forte valenza della solidarietà, come amalgama della vita sociale; diversamente, di fronte a tutte le situazioni di disagio si corre il pericolo di una sorta di corsa <all’arrembaggio>, di un <si salvi chi può>, che alimenta la mala pianta dell’individualismo e di fatto porta alla frantumazione, alla polverizzazione della vita sociale della città, aumentando incertezza, precarietà e rancore sociale. E d’altronde <solidarietà> e <sussidiarietà> non solo sono principi della Dottrina sociale della Chiesa, ma anche della Costituzione repubblicana”. “In questi scenari piuttosto inquietanti – ha proseguito il prof. Sapienza- la comunità cristiana con le persone di buona volontà deve prendere coscienza che si deve essere cittadini attivi e partecipi: per questo non bisogna dimenticare l’importanza dell’impegno sociale e politico. Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Gaudete et Exultate afferma che è un errore <ideologico> diffidare dell’impegno sociale considerandolo <qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista>. E mostra che quest’impegno per un cristiano non può essere separato dalla sequela di Cristo”.

A presentare la riflessione su tali argomenti fondamentali per la vita dei catanesi, avente come titolo “Legami di solidarietà, per una città comunità”, è stato, nella veste di qualificato relatore, Rosario Faraci, professore di Economia e Gestione delle imprese nell’Università di Catania che ha approfondito il percorso della XIV Giornata dal tema “Costruiamo insieme la città-comunità. Nuovi linguaggi e nuovi strumenti di comunicazione”, proponendo una triplice chiave di lettura del tema: politica, sociale, economica. L’economista ha evidenziato il diritto-dovere di rivendicare una buona politica capace di generatività sociale…che ricomprende la sostenibilità globale, i cui 17 obiettivi promossi dalle Nazioni Unite, nel 2015, dovrebbero rappresentare per tutti i Paesi del mondo un sicuro punto di riferimento nella progettualità politica: sconfiggere la povertà una volta per tutte, obiettivo fame zero, garantire a tutti il diritto alla salute, all’istruzione, e l’accesso a una fonte di acqua potabile, raggiungere la parità di genere, produrre energia pulita e sostenibile, fare in modo che la crescita economica sia duratura, industrializzazione, ridurre le disuguaglianze tra Paesi ricchi e poveri, città e comunità devono diventare più sicure, introdurre modelli responsabili di produzione e consumo, intervenire per contrastare i cambiamenti climatici, tutelare la vita marina e sulla terraferma, garantire pace e giustizia, incoraggiare la collaborazione internazionale al fine di raggiungere i diversi obiettivi.

“Anche Papa Francesco -ha precisato il relatore- nella <Laudato Sì> già si poneva questi temi al primo posto nell’agenda politica mondiale, parlando di radice umana della crisi ecologica mondiale. Rivendichiamo il diritto-dovere di una buona politica che sappia avere visioni olistiche dei fenomeni, capace di realizzare un compromesso fra posizioni diverse ma sempre un compromesso verso l’alto. E’ un’utopia? Parlerei piuttosto di eu-topia, di Speranza possibile”. Giorgio La Pira affermava: “Non si dica quella solita frase poco seria: La politica è una cosa ‘brutta’!No: l’impegno politico -cioè l’impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall’economico- è un impegno di umanità e santità”. “La solidarietà non è mera assistenza- ha precisato Faraci- o peggio ancora assistenzialismo, ma diventa principio, proprio come lo ha previsto la Costituzione italiana, l’Unione Europea, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani…Alla politica va ri-assegnato il ruolo delle scelte coraggiose che non siano subalterne alla burocrazia… che ingessa, pietrifica e mummifica”.

“In ottica sociale, ma anche in quella economica, la questione non sposta – ha continuato lo studioso- Ci vogliono anche qui competenze sociali e civiche elevate…Solidarietà non intesa come mera carità sbrigativa, ma come condivisione di idee, progetti, risorse e anche di responsabilità…In questa dimensione sociale la Chiesa ha un ruolo importante… riabilitando il concetto di solidarietà, rendendo i legami di solidarietà più forti, lavorando all’idea di una città comunità possibile. La Via Crucis del Lavoratore ci suggerisce che questa strada è percorribile dalla Chiesa”.

La Chiesa di Catania negli anni cinquanta dà vita all’ODA come opera di carità verso gli ultimi. L’ODA ancor oggi c’è…perché resistono i legami di solidarietà che rappresentano una trama di condivisione di buoni propositi…Però, se non subentra l’ottica di generatività, anche la solidarietà si può trasformare in slogan. La generatività rende forti i legami di solidarietà e apre le porte alla città comunità”.

Il relatore ha fatto riferimento, per l’ottica economica, alla città comunità chiamata Città dell’Uomo da Adriano Olivetti imprenditore illuminato di Ivrea, guidato da quelle che lui chiamava le 4 forze: Verità, Giustizia, Bellezza e soprattutto Amore. Il prof. Faraci, infine, si è soffermato su Catania dove la grande impresa è entrata in crisi, le medie imprese sono collassate, le piccole imprese, che rappresentano il nerbo della nostra economia, sono dimenticate da tutti. “Poi ci sono le imprese del diverso presente -ha sottolineato- Star up di giovani, imprese innovative, PMI a rapida crescita spesso operanti nei mercati internazionali, spin off universitarie ecc…imprese conosciute ai più, ma che cominciano ad affacciarsi nel panorama imprenditoriale e rendono il cosiddetto ecosistema di Catania interessante e attrattivo anche per grandi imprese, spesso multinazionali”.

L’importante iniziativa ecclesiale coglie i catanesi in un momento particolarmente delicato della vita di Catania, a causa del suo infausto dissesto finanziario. Ecco, perché dopo la magistrale relazione accademica, sono intervenuti l’ing. Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative Sicilia, che ha illustrato il tema “Cooperative di comunità”, indicando possibili iniziative, piccole luci di speranza per l’occupazione il lavoro, e il sindacalista dr Maurizio Attanasio, segretario generale CISL Catania che (a nome delle organizzazioni sindacali CGIL, UIL, UGL, con cui l’Ufficio diocesano PSL dialoga e collabora anche nel <tavolo di crisi> costituitosi in Prefettura) ha illustrato la situazione  del dissesto del Comune di Catania, affrontando e rapportando “il calvario di migliaia di lavoratori giovani, anziani, famiglie che vivono la “Via Crucis” e la sofferenza della disoccupazione e della povertà senza prospettive future occupazionali e immersi in un contesto politico inadeguato e distratto, autoreferenziale e distante dal bisogno e dal promuovere il <bene comune>”.

In Cattedrale, successivamente, gli intervenuti si sono associati alla meditazione comunitaria delle Stazioni della “Via Crucis di Gesù, Via Crucis del Lavoratore” presieduta dall’arcivescovo.

Antonino Blandini

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