Catania News

Riceviamo e pubblichiamo la lettera denuncia inviata dall’associazione Free Green Sicilia, pronti ad ospitare eventuali interventi di risposta da parte delle autorità chiamate in causa.

Dopo ben diciotto anni dall’incendio doloso che ha devastato la Casina cinese ottocentesca, che per oltre cento anni è stata il simbolo riconosciuto del monumentale Giardino Bellini, nessuno ha voluto cercare i colpevoli del criminale atto e la verità dello svolgimento dei fatti, ovvero è mancato del tutto l’interesse da parte di quelle Autorità coinvolte nel rispetto dei loro compiti istituzionali. Mancata del tutto, per quanto abbiamo potuto osservare, nonostante la presentazione di numerosi esposti – sostiene deluso il portavoce di Free Green Sicilia Alfio Lisi – la volontà politica e istituzionale di ricercare la verità dei fatti accaduti prima e dopo l’incendio nel rispetto della città e dei suoi beni culturali irrinunciabili”.

Appello che rivolgiamo con fermezza, ma inascoltati, da ben 18 anni nel giorno del triste anniversario dello scempio del Giardino Bellini riconosciuto Bene Culturale dalla Regione (che non è rimasto isolato vista la devastante pseudo riqualificazione, costata quasi venti milioni di euro, che ha trasfigurato la ‘Villa’) anche per questo colpevole assenso e/o silenzio da parte delle Istituzioni coinvolte, e perché non si è fatto nulla per cercare i responsabili o comunque un’assodata verità sui motivi che portarono alla cancellazione del simbolo stesso della ‘Villa’ unico esempio di architettura liberty lignea orientale  della nostra città?

A nostra memoria – continua Alfio Lisi – nessun organo istituzionale cittadino né tanto meno alcun politico catanese ha chiesto a gran voce la ricerca dei colpevoli o delle responsabilità a qualsiasi livello come a voler dimenticare consapevolmente e velocemente l’accaduto. Allora sarebbe lecito chiedersi per l’ennesima volta: ma cosa si è voluto, se si è voluto, nascondere dietro tale tragedia che ha incenerito uno dei beni culturali  ottocenteschi più belli della città?

Dal 2001 l’area sommitale della collina nord del Giardino Bellini dove sorgeva il Chiosco cinese è irriconoscibile, abbandonata a se stessa e trasformata a deposito di rifiuti da giardinaggio rinsecchiti (alla faccia della prevenzione incendi e dall’incendio che ha devastato il Boschetto della Plaia!) e di contenitori di metallo, di cemento e tanto altro, come se tale luogo non appartenesse più a quello che è stato considerato uno dei più bei giardini storici d’Europa, purtroppo da qualche tempo depauperato a causa dell’uso improprio e illegittimo, decennale, distruttivo e commerciale, con la trasformazione in stadio e in fiera,  che ha stravolto in gran parte la struttura storica botanica e architettonica del monumento vivente”.

All’assenza di verità e di responsabilità sull’incendio da parte di tutte le Istituzioni coinvolte si sommano le promesse non rispettate dei sindaci pro-tempore sulla ricostruzione del Casina cinese così com’era nella sua prima installazione“, continua il portavoce di Free Green Sicilia.

Nota storica:

Il Chiosco o Casina Cinese, esempio dei neostili dell’800, forse dono dall’Imperatore della Cina, venne installato sulla collina nord del Giardino Bellini  intorno al 1869, utilizzato come caffè concerto, tipico di quei tempi  all’interno dei giardini ottocenteschi europei.

Ecco le 15 domande che Free Green Sicilia ripropone alle istituzioni in attesa di risposta dopo 18 anni:


1) L’incendio è stato di origine dolosa?
2) La Villa nella notte dell’incendio era sorvegliata dai vigili urbani?
3) E’ stata presentata dal Sindaco pro-tempore e dalla Sovrintendenza denuncia alla Procura?
4) Sono state svolte indagini dagli organi giudiziari preposti e quali gli esiti?
5) La ditta che si occupava del restauro doveva garantire l’integrità del manufatto?
6) I lavori di restauro dovevano avere termine il mese successivo?
7) La Commissione Consiliare alla Cultura aveva programmato prima dell’incendio un sopralluogo?
8) E’ vero che i lavori di restauro erano fermi per una tardiva e forse non giustificata variante?
9) E’ vero che secondo contratto la ditta che svolgeva i lavori avrebbe dovuto risarcire i danni, così come dichiarato al Consiglio comunale da un Assessore (verbale docet) con risposta a un consigliere d’opposizione?
10) E’ vero che l’Assessorato Regionale alla Cultura rifiutò l’inserimento del rifacimento della Casina cinese all’interno del progetto di riqualificazione della Villa Bellini, altro enigma irrisolto della città, altra verità nascosta?

Alfio Lisi  – Portavoce –  Free Green Sicilia  – SOS Beni Culturali

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