Cronaca

Anche la solidarietà delle aziende, ai tempi del Covid-19, va in modalità “smart”. La Challenge contro la Fame, il più grande evento sportivo globale dedicato alle imprese, diventa temporaneamente digital nella sua terza edizione e, ora, può coinvolgere anche le imprese siciliane in una grande lotta contro la pandemia, la fame e la malnutrizione.

Grazie alla collaborazione con SquadEasy, piattaforma internazionale impegnata a promuovere “il gioco di squadra” e il benessere dei dipendenti d’azienda (200.000 gli utenti coinvolti finora), Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria leader nella lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, ha messo a punto una App che mira a coinvolgere, contemporaneamente, il mondo del business regionale in un grande impegno comune teso, da un lato, a incoraggiare il ritorno all’attività sportiva dopo il lungo lockdown e, dall’altro, a consentire a milioni di bambini malnutriti di ricevere cibo e acqua pulita nell’emergenza coronavirus.

Le imprese, in particolare, potranno aderire (entro il 29 maggio) a una nuova iniziativa di team building dedicata al proprio personale e, allo stesso tempo, sostenere le attività promosse da Azione contro la Fame, in 47 Paesi del mondo, per contrastare la malnutrizione infantile.

I team di ogni azienda, nel pieno rispetto dei provvedimenti anti-assembramento vigenti e in “modalità safe”, potranno scaricare SquadEasy sul proprio smartphone e inserire un codice dedicato: dirigenti, quadri e impiegati, siano essi principianti o veri e propri sportivi, potranno, così, impegnarsi nelle tre discipline previste: corsa, camminata e ciclismo. Con team costituiti da un minino di due fino a un massimo di dieci persone, i partecipanti avranno un mese di tempo, dall’8 giugno al 3 luglio, per percorrere un numero maggiore di chilometri rispetto agli altri atleti “avversari”. L’App rileverà le performance, generando una classifica.

Sarà una sfida nella sfida: i partecipanti, oltre a beneficiare della ritrovata forma, saranno anche protagonisti di un vero e proprio “gioco di ruolo”. Oltre a “misurarsi” su performance sportive, diventeranno per un mese operatori umanitari approfondendo, tramite quiz sull’accesso all’acqua in alcuni Paesi in cui opera Azione contro la Fame per garantire cibo, acqua e igiene nelle comunità più vulnerabili, ovvero Giordania, Repubblica Centrafricana e Madagascar. Va ricordato che, ancora oggi, un terzo dell’umanità non ha accesso all’acqua pulita e 1.000 bambini al giorno muoiono malattie che possono essere facilmente prevenute migliorando le condizioni igienico-sanitarie. Questo è il motivo per cui i fondi raccolti finanzieranno programmi che hanno a che fare con acqua, igiene e servizi igienico-sanitari. Azione contro la Fame, in questo ambito, ha aiutato quasi 8,9 milioni di persone nel mondo.

“Alla luce della rapida diffusione del Covid-19, è ancora più importante sostenere le popolazioni già vittime di conflitti, disastri naturali e povertà – ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame -. Lo faremo anche con un App dedicata alle aziende che, nel pieno rispetto delle misure di contenimento promosse dalle autorità, potranno starci a fianco in questa grande lotta globale al coronavirus. La pandemia, del resto, sta impattando, inevitabilmente, sulle comunità più vulnerabili del mondo e, di conseguenza, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi anche per far fronte alla grave crisi alimentare che Covid-19 sta causando”.

A livello internazionale, in dodici anni, grazie al coinvolgimento di 10.000 persone e di circa 200 aziende, l’evento “fisico” ha raccolto dieci milioni di euro, offrendo a oltre 350.000 bambini malnutriti la possibilità di accedere ai necessari trattamenti a base di cibo terapeutico pronto all’uso. Nelle due precedenti edizioni italiane, la “Challenge contro la Fame” ha raccolto fondi sufficienti per curare 3.000 bambini malnutriti.

Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame.

Da 40 anni, in circa 50 Paesi, salva la vita di bambini malnutriti, assicura alle famiglie acqua potabile, cibo, cure mediche e formazione, consentendo a intere comunità di vivere libere dalla fame.

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