Cronaca

Ricordato con la recita dell’Angelus ed un omaggio floreale il 75° Anniversario della inaugurazione del tempietto votivo della Madonna della Neve sull’Etna nei pressi del Rifugio Sapienza.

La prima Messa fu celebrata il 9 Settembre 1945. Dopo appena cinque mesi dalla fine della Guerra i giovani di Azione Cattolica di Catania realizzarono il progetto per la ritrovata Pace e il ricordo delle vittime della guerra. La nostra area urbana maggiormente bombardate in Italia, per la posizione strategica, Mediterraneo, e morfologica, la Piana dello sbarco. Il sentimento popolare usciva dai giorni bui delle privazioni e dagli stenti, il pane con le “tessere”, dalle distruzioni e dalla morte. Fra queste la memoria di giovani studenti e del Salesiano dell’Oratorio San Filippo Neri. La parziale distruzione di palazzi storici, seminario arcivescovile di Porta Uzeda e con la liquefazione del Fercolo per la bomba caduta nell’ala nord. La città degli “sfollati” sull’Etna comprese le reliquie di S. Agata, mimetizzate a Fleri. Il saccheggio era stato ipotizzato.

In breve tempo con lo spirito che animava la città per la ricostruzione , la  intenzione dei giovani divenne realtà.

La prima statua della Madonna venne traslata processionalmente dalla Cattedrale di Catania nell’Altare appena costruito. Il corteo di auto segui l’itinerario  da Barriera, Gravina, Mascalucia, Tremestieri Etneo, San Giovanni la Punta, Trecastagni, Pedara e Nicolosi. La Madonna passò fra la gente dei Paesi etnei, salutata dal suono delle campane e dalle bande locali e accolta con spontanei lanci di fiori. Oggi il  simulacro giace sepolto dalle imponente stratificazione di colate laviche dell’eruzione del marzo 1983.Un recente libro ha scritto la fake news che la statua sia stata recuperata. Non è cosi sotto la statua giace la coltre di decine di metri lava.

Il tempietto dopo una lunga fase di autorizzazione è stato ricostruito e inaugurato con la Festa della Madonna della Neve nell’ Agosto 2007.

La nuova statua ora li visibile è opera dello Scultore Aceto che nel 1989 l’ha riprodotta fedelmente dall’originario  calco in gesso del Maestro Juvara.

Il luogo scelto per la costruzione dell’Altare era situato sul margine del sentiero mulattiera , che segnava il confine comunale tra Belpasso e Nicolosi e conduceva  dalla Casa Cantoniera al Cratere Centrale.

Il sito era divenuto la base di partenza delle escursioni ad alta quota  nei capisaldi successivi del Piccolo Rifugio, della Torre del Filosofo dell’Osservatorio e della Fumarola fino alla cima del Vulcano a 3400 m. Punti di riferimento interamente divorati dalla lava e dalle sabbie eruttive. Prima ancora della costruzione della funivia il paesaggio costruito sull’Etna era percepito nelle mappe mentali dei turisti da queste strutture.

Nel corso degli anni l’ Altare della Madonna della Neve ha assunto una fisionomia  simbolica di platea di incontro e preghiera ed è stato scelto nelle manifestazioni nazionali.

Fra tutte la storica celebrazione del centenario dell’Unità d’Italia ,del 1961, quando il 5 di agosto furono raggiunte in contemporanea ben 100 vette in tutta Italia, apponendo in ognuna delle montagne  la targa della Madonna della Neve. Si trattò di una manifestazione , ideata da Carlo Carretto, che ebbe larga risonanza e la radio seguì con un collegamento in diretta e on pochi casi, fra cui l’Etna, ripresa dalla troupe televisiva per  la cronaca dai telegiornali allora a rete unica.

La identica cosa avvenne nel 150° anniversario dell’Unità italiana, durante la tappa  del Giro d’Italia 2011 con il gemellaggio della devozione mariana con le Statue della Madonna della Neve poste nelle salite di montagne mitiche nella storia del ciclismo, la nostra Etna, il Passo Stelvio e il Passo Gavia.

Un modo semplice per costruire nella montagna senza confini momenti di fratellanza.

Salvatore Di Mauro

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