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Ritorno con i fiocchi (e con la sala gremita), per la compagnia “Amici del Teatro” di Nicolosi che, dopo due anni di assenza dal palcoscenico a causa della pandemia, è tornata a calcare il palco del “Don Bosco” di Pedara, inaugurando, domenica scorsa, la stagione teatrale 2022 con la commedia brillante in tre atti di Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi, “Caviale e lenticchie”, con la regia di Domenico Rizzo, nei panni anche del funambolico protagonista Salvatore La Manna.

Domenico Rizzo, Giovanni Emmanuele e Giovanni Consolo

Caviale e lenticchie“, commedia scritta nel 1956, ispirata all’arte di arrangiarsi, si presta benissimo allo spirito comico partenopeo e deve la sua popolarità alla riduzione in dialetto napoletano da parte di Aldo Giuffré. Fu portata in scena con successo da Nino Taranto tanto da diventare uno dei suoi cavalli di battaglia. Sempre con Nino Taranto ne fu realizzata una versione televisiva ripresa al Teatro Valle di Roma e andata in onda l’11 marzo 1960 sul programma Nazionale della Rai.

Protagonista della vicenda è il sedicente commendatore Don Salvatore Lamanna, specializzato nella professione di “invitato” a matrimoni e battesimi, dove sottrae parte dei lauti banchetti. La sua famiglia è composta dalla “quasi moglie” Valeria, dalla sorella Matilde, che vende carta igienica a teatro, dalla figlia Fiorella che dipinge cartoline e dal figlio stralunato, fissato con la partecipazione a gare di ballo. I tre atti conducono il pubblico, allegramente, per oltre due ore e mezza, nella tradizionale ed affamata famiglia La Manna, in uno dei tanti bassi napoletani, dove bazzicano anche il dirimpettaio Antonio, traffichino e corteggiatore di Valeria, il sempre presente portinaio Marcello e poi non mancano anche nonno Simeone – con mille acchiacchi e con tanto di carrozzella e cappello da bersagliere- affittato per convenienza dal capo famiglia da Velluto, un giovanotto dell’alta società, una mamma apprensiva, una contessa e una marchesina ed un barone subdolo tutore che conferiscono alla briosa e divertente vicenda delle tinte gialle con l’aggiunta di spari, cadaveri immaginari, sparizioni e misteri.

Ancora una scena della commedia

Lo spettacolo, che si avvale della radiosa scenografia di Domenico Rizzo (che cura anche – in modo scorrevole – la regia), dei costumi di Graziella Villardita e luci e suono di Orazio Caruso e Giuseppe Caponnetto, regala una serata scacciapensieri al pubblico, mescolando finzione e realtà e si chiude, tra gli applausi degli spettatori, con un lieto fine che riconcilia i presenti con il buon teatro in presenza, finalmente riassaporato.

Gradevolissima l’interpretazione dei quindici protagonisti in scena, a cominciare dal pasticcione don Salvatore La Manna reso credibile da Domenico Rizzo e proguendo poi con la “quasi moglie” Valeria interpretata con sprint da Marzia Fiume, con la garbata e sognatrice figlia Fiorella (l’inappuntabile Maria Chiara Signorello), con l’indaffarata sorella Matilde di Melina Pellegrino e con il traffichino dirimpettaio Antonio, interpretato dal divertente Stefano Mazzaglia. A contribuire poi alla riuscita dello spettacolo, con la loro carica di vitalità, gli altri interpreti nei diversi ruoli: Graziella Laudani (la baronessa Ilona), Giovanni Messina (il barone Raimondo), Federica Caruso e Grazia Chiara Di Gregorio (contessa e marchesina), Filippo Santagati (Nicola), Giovanni Consolo (Velluto), Giovanni Di Gregorio (il portinaio Marcello), Giovanni Emmanuele (nonno Simeone), Alessandro Vallone e Giulio Licitra (Roberto e Alessio).

La compagnia “Amici del Teatro” di Nicolosi

Alla fine il regista Domenico Rizzo e la compagnia hanno ringraziato tutto il pubblico presente, ritornato dopo 2 anni in sala ad applaudirli e seguirli e poi, con un pizzico di commozione, sono stati ricordati i pilasti del gruppo nicolosita, Nuccio Pappalardo, Turi Consoli e Gaetano Salvia, che adesso seguono, da “altrove” e dalla loro privilegiata prima fila, i successi e la stagione dei loro cari “Amici del Teatro”. Prossimo appuntamento della stagione il 10 aprile al “Don Bosco” di Pedara, alle ore 19.00, con “La signora Mezza lira”, commedia in tre atti di Carlo Magiù, regia di Agata Tarso.

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