Cronaca

Ormai se ne sente parlare sempre di più. Gli esports stanno rivoluzionando il settore dell’intrattenimento e rappresentano l’ultima frontiera del videogame. Si tratta di una vera e propria dimensione professionistica, che da qualche anno a questa parte sta premiando i gamer migliori del globo, ai quali è concessa la possibilità di lavorare con la loro più grande passione. Molteplici sono le competizioni ufficiali che vengono organizzate anno per anno, anche via web. Niente a che vedere con i tornei del casinò live che viene proposto online: qui sono in ballo videogiochi molto più complessi e apparecchiature all’ultimo grido. Le risorse degli esports vanno ben oltre le possibilità delle semplici partite a carte che si svolgono ormai anch’esse a distanza.

Una volta le sfide ai videogiochi avvenivano in eventi di nicchia, perlopiù sponsorizzati dalle riviste di settore. Da quando le console per il gaming hanno implementato la capacità di collegarsi alla rete, il senso agonistico degli amanti del gamepad è stato portato all’estremo, al punto che gli esports diventeranno presto persino una disciplina olimpica. Sono soprattutto i titoli sportivi e di guerra a dominare la scena in questo senso, proprio perché particolarmente competitivi. Inoltre, possono coinvolgere un numero nutrito di giocatori. YouTube e Twitch hanno contribuito non poco all’espansione del fenomeno: le informazioni principali sui videogiochi vengono reperite infatti tramite i gameplay o le dirette streaming di gamer già affermati.

Il World Cyber Games, l’Electronic Sports World Cup, l’Intel Extreme Masters e il DreamHack sono solo alcuni dei tornei più importanti che interessano gli esports. Le attività possono riguardare sfide individuali o a squadre. In linea con la filosofia internettiana degli ultimi tempi, le manifestazioni vengono trasmesse proprio in streaming, mentre solo le finali possono essere seguite dal vivo, di solito. Non mancano arbitri e commentatori professionisti per onorare l’evento. Insomma, l’organizzazione è sicuramente di un certo livello, anche perché le cifre che circolano nell’ambiente non sono affatto esigue: sommando i premi di tutte le competizioni, si arriva a parlare addirittura di miliardi di dollari erogati ai gamer più performanti.

Il pubblico degli esports ha già toccato le centinaia di milioni di persone. D’altro canto, sono gli stessi titoli che alimentano gli esports a vantare già da tempo una miriade di fan: FIFA, League of Legends, Street Fighter e chi più ne ha più ne metta. Non tutti i videogiochi sono adatti per i tornei agonistici, sta di fatto che ormai esistono persino delle scuole formative per gli arbitri o gli analisti delle partite virtuali, a riprova della grande considerazione culturale e mediatica che sta ottenendo il gaming professionistico.

L’Italia sembra ancora un po’ indietro nella valorizzazione degli esports. Lo Stivale non gode certo della stessa tradizione videoludica dei Paesi asiatici, ma anche da noi sono presenti gamer di fama internazionale come ad esempio Ettorito97, membro della squadra della Juventus esports, che l’anno scorso figurava tra i 50 gamer più importanti del mondo. L’impressione generale è che a poco a poco gli esports prenderanno sempre più piede anche in Italia. Nell’attesa, non resta che approfittarne per allenarsi divertendocisi!

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