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Una mostra fotografica dall’intrigante titolo “D’Io” – Interpretalo attraverso Te stesso, si è svolta nella chiesa titolare di San Teodoro, in provincia di Sassari, dal 23 agosto al 3 settembre scorso.

Il progetto fotografico interattivo ha accolto le opere di sette artisti, tra i quali anche Naser Bayat dell’Afganistan e Jocic Milivoje dalla Slovacchia, sotto la direzione artistica di Sebastiana Falchi e il sostegno dell’amministrazione comunale.

Il contest, realizzato con la collaborazione dell’assessorato al turismo, cultura ed eventi, prevedeva infatti anche un concorso, tramite voto, per la tavola fotografica più apprezzata dai visitatori.

“Siamo aperti a manifestazioni di questo tipo, con artisti internazionali, perché danno lustro e visibilità al nostro territorio – ha commentato la sindaca Rita Deretta –  quindi sì alla sperimentazione e anche alle opere controverse”.

Le opere esposte, nell’intenzione del progetto, erano prive di titolo, del nome dell’artista e del tema in maniera tale  da offrire ai visitatori di conferire, attraverso un voto, una identità, un contenuto e un valore sia alle opere che all’intero progetto e dare valore all’individuo attraverso il suo faticoso lavoro e non al nome.

La foto più votata è stata quella presentata dalla giovane artista siciliana Rosa Salvia, di Tremestieri Etneo, già affacciatasi alla ribalta in altri contest fotografici a livello nazionale.

Senza nulla togliere al valore artistico dell’evento e al suo successo in termini di pubblico e di consensi e all’apprezzamento dell’opera vincitrice, la mostra è stata oggetto della stampa locale per il diniego del parroco della chiesa di San Teodoro, don Alessandro Cossu, a far esporre una foto dell’artista sarda Gigliola Lai ritraente una donna con una corona di spine in testa, di fatto realizzando una vera e propria censura perché la foto è stata ritenuta dallo stesso parroco brutta e non consona al luogo espositivo della mostra. La decisione di non esporla è stata rispettata dall’ideatrice della mostra ma non condivisa, perché a suo dire la censura è un vero e proprio aborto embrionico del pensiero che nega al visitatore la libertà di diritto di nascita di un suo pensiero.

Il video della mostra con le opere partecipanti.

Vincenzo Caruso

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