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Sguardo lucido, onestà intellettuale, vigore nel ribaltamento espressionista della realtà. L’opera di Vitaliano Brancati è attraversata da una ricerca morale che alla contemporaneità può offrire strumenti critici e suggestioni anticonformiste per tenersi al riparo dall’appiattimento culturale. Sono alcune delle ragioni per riscoprirne l’opera e farla conoscere alle nuove generazioni, sottraendola all’oblio o alla sterile e paludata consacrazione accademica. Muove da questa esigenza il Progetto Brancati, ideato dal Centro Teatrale Siciliano diretto dall’attrice Graziana Maniscalco che con Nino Romeo, regista e direttore del Gruppo Iarba, da oltre un trentennio opera sul territorio promuovendo eventi culturali e che ha sempre dedicato attenzione elettiva alla divulgazione dell’opera e della figura dello scrittore di Pachino, voce tra le più incisive del Novecento europeo.

La presentazione del Progetto è avvenuta lo scorso giovedìnella sede dell’Accademia di Belle Arti di Catania – istituzione di alta formazione tra le più dinamiche del territorio etneo – che entra in gioco come partner, offrendo al progetto gli strumenti teorici e l’operatività creativa e laboratoriale. Presidente dell’Abact, Lina Scalisi ha dato l’abbrivio alla serata: “Con il Progetto Brancati – ha dichiarato – l’Accademia conferma ancora una volta il suo obiettivo nella Terza Missione, quella di essere presente sul territorio, accoglierne le istanze e trasferirle in competenze culturali, scientifiche e artistiche. Il Progetto Brancati mette insieme letteratura, teatro e l’esperienza delle arti. Contaminazioni necessarie per un progetto multidisciplinare che in Graziana Maniscalco e Nino Romeo trova due interlocutori di prestigio”.

Il Progetto Brancati avvia una sperimentazione che nell’arco di un biennio – sino al 2024, anno in cui ricorre il 70° anniversario della morte dello scrittore – produrrà opere di segno multidisciplinare (grafica, pittura, scultura, cinema) che andranno a confluire in mostre itineranti in Sicilia e nel resto della penisola. “Guardiamo alle nuove generazioni” – ha detto Graziana Maniscalco – Vogliamo fornire stimoli intellettuali, elevare la percezione estetica. A partire dalla diffusione dell’opera di Brancati, si metterà in campo un’azione ri-creativa e sperimentale i cui sviluppi daranno nuova linfa alla scoperta dell’autore”.

Prima tappa di questo percorso è proprio l’uscita sulla piattaforma Spreaker dell’audiolibro “Gli anni perduti” (da lunedì 14 novembre disponibili i primi 9 capitoli). “Abbiamo verificato il difficile reperimento dell’edizione cartacea di questo capolavoro – ha aggiunto Maniscalco – Forti del successo di Vocifero, abbiamo deciso di affrontare Gli anni perduti per restituirlo in formato audiodigitale nella sua versione integrale”.

Scritto nel biennio cruciale del ‘38/’39, “Gli anni perduti” rappresenta la svolta radicale nell’opera di Brancati, con l’abbandono del fascismo e della retorica della produzione giovanile e l’apertura alla consapevolezza critica, alla sofferta denuncia degli orrori della guerra e al disincanto dell’analisi del dopoguerra.

“Per lungo tempo Brancati è stato considerato uno scrittore regionale – ha dichiarato Nino RomeoAlmeno fino a quando sono intervenuti gli studi critici di Antonio Di Grado, Fernando Gioviale e Domenica Perrone, a restituirgli il posto che merita nel panorama europeo. Con questo Progetto vogliamo contribuire a un riposizionamento della sua figura nella contemporaneità. Da lungo tempo portiamo l’opera di Brancati nelle scuole e l’accoglienza dei giovani è sempre entusiastica”.

Accanto all’Abact, che svolgerà un ruolo di coordinamento attraverso Maria Arena, regista e docente di cinematografia, al progetto si legherà una rete di licei artistici di Catania e provincia.

“Farò da catalizzatore per riletture creative dell’opera brancatiana – ha dichiarato Maria ArenaCoordinerò un lavoro che, accanto all’aspetto teorico, consentirà la sperimentazione laboratoriale. Per quanto mi riguarda, con gli studenti partiremo dal documentario e cominciamo subito intervistando la figlia Antonia Brancati”. Ospite d’onore della serata, Antonia Brancati, scrittrice e drammaturga, ha espresso entusiasmo per il progetto intorno alla figura del padre. “Mio padre ha consegnato un patrimonio di lucidità intellettuale e di straordinaria articolazione del pensiero. Avvezzi alla comunicazione sintetica e frammentaria dei social, i giovani non possono che trarne giovamento. L’impoverimento del linguaggio rischia di impoverire il pensiero”.

Graziana Maniscalco e Nino Romeo – Ph. Roberto Oliveri

A chiudere la serata, lo spettacolo “Caricature frivole” di e con Graziana Maniscalco e Nino Romeo, ha offerto un excursus stimolante sull’opera di Brancati: dalle lettere al padre, a novelle, saggi e articoli. Un percorso intenso per restituire la natura dell’intellettuale, la grandezza di uno scrittore inquieto, che all’ironia affilata e al filosofico disincanto di un esistenzialismo mediterraneo affida la conoscenza profonda della realtà.

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