SpettacoloTeatro

Secondo appuntamento della stagione “Aria Nuova” del Teatro L’Istrione di Catania, diretto dall’attore e regista Valerio Santi. Da venerdì 18 a domenica 20 novembre 2022 (ore 21.00 e 18.00) nella sala di via Federico de Roberto 11, a Catania, dopo l’applaudito debutto stagionale con “La musica dei ciechi” di Raffaele Viviani, torna la prestigiosa compagnia dei Fratelli Napoli, famiglia storica di Pupari catanesi, con un altro grande successo appartenente al ciclo Shakespeariano, “La tragedia di Macbeth” di William Shakespeare, riduzione e adattamento per pupi catanesi di Alessandro e Fiorenzo Napoli. Protagonisti Fiorenzo Napoli, Davide Napoli, Agnese Torrisi, Giuseppe Napoli, Alessandro Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Giacomo Anastasi, Martina Sapienza, Roberta Laudani e con la partecipazione straordinaria di Tiziana Giletto.

La Marionettistica Fratelli Napoli

Composta dal Bardo di Stratford–upon–Avon intorno al 1606, la tragedia di Macbeth rappresenta uno dei vertici più alti della creazione shakespeariana, sia per qualità poetica che per intensità drammatica. Irretito da fatali profezie che gli rivelano la propria segreta ambizione, Macbeth, fedele guerriero del buon re Duncan, accelera il compimento della sua sorte, istigato dal luciferino coraggio della sposa. Tragedia del male e dell’ambizione, della paura e del rimorso, nella sua sinistra grandiosità, Macbeth è uno dei massimi capolavori universali incentrati sul tema della colpa e del rapporto dell’uomo con le potenze infernali. “Rappresentare il testo shakespeariano secondo i codici teatrali dell’Opira catanese ci è sembrato possibile – scrivono Alessandro e Fiorenzo Napolinon solo perché crediamo nelle grandi potenzialità dei nostri attori di legno, ma anche perché Macbeth, col finale trionfo del diritto sul tradimento, sulla frode e sull’assassinio, ripropone quell’aspirazione a un ordine del mondo più giusto che è la cifra essenziale dell’Opera dei Pupi. Inoltre, molti caratteri dei personaggi shakespeariani si ritrovano nel gusto teatrale dell’Opira di tradizione: solo per fare un esempio, Macduff, l’uccisore del tiranno, ci appare come un nobile paladino della giustizia che fa trionfare il bene sul male. Ancora, molte scene della tragedia rispondono a quel gusto per elaborate costruzioni scenotecniche che ha sempre caratterizzato l’Opira catanese, e soprattutto l’attività della nostra Marionettistica: pensiamo alle scene delle streghe, al banchetto e alle apparizioni soprannaturali. La riduzione e l’adattamento hanno dovuto costantemente tener conto della necessità di sposare l’intensità poetica della parola shakespeariana coi codici vocali e gestuali dei pupi catanesi. La rispettosissima riduzione del testo originale ha perciò dovuto in alcuni casi adattarsi a precauzioni e modifiche imposte da una tradizione che ha il suo complesso di regole rigorose, articolate e precise”.

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