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Il cartellone “Sguardi” della Compagnia “Buio in Sala”, diretta dagli attori e registi Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia, alla sala “Spazio Bis”, all’interno dell’Istituto Leonardo Da Vinci di Catania, ha ospitato il 17 e 18 marzo il monologo “Quel Santo di mio padre” scritto, diretto ed interpretato da Giuseppe Brancato, una produzione Nave Argo, in collaborazione con “Latitudini” rete siciliana di drammaturgia contemporanea, l’organizzazione generale è di Fabio Navarra.

Giuseppe Brancato in scena

In scena pochi oggetti (una sedia, una cassapanca-baule, un inginocchiatoio) ed il protagonista, un determinato Giuseppe Brancato, con maglietta a maniche corte, bretelle rosse e pantaloncini neri a pinocchietto, che racconta una storia particolare nella Sicilia di fine anni Settanta. Si parla della vita del piccolo Salvatore Spanò, figlio di Lucia e Mariano, partendo dall’incontro dei suoi genitori. Il padre Mariano lavora per un piccolo malavitoso del paese e dagli atteggiamenti reverenziali che la gente ha nei suoi confronti il piccolo Salvatore crede fermamente che il genitore sia un Santo in grado di far miracoli ed esaudire qualsiasi desiderio gli venga espresso. L’uomo, in realtà, è uno che in casa perde spesso il controllo, è un violento, che picchia la moglie che, invece, cerca spesso di giustificarlo agli occhi del figlio. Ma, alla fine, il racconto – che fa conoscere al pubblico i vari personaggi e familiari – tutti interpretati da Giuseppe Brancato – del piccolo Salvatore (la zia, il cugino, gli amichetti, il prete, lo zio ed altri) si conclude con l’estremo gesto violento del padre, proprio alla vigilia della prima comunione di Salvatore, giorno che lui tanto aspettava, come quasi parente di Gesù.

La pièce, in circa 70 minuti, oltre alla sostenuta e ritmata interpretazione di Giuseppe Brancato, si avvale dell’amichevole partecipazione in voce di Nicole Grimaudo e del disegno luci di Fabio Maugeri, che ben isola e fotografa sulla scena i vari personaggi raccontati dall’autore/interprete.

Pubblico alla fine entusiasta e convinto dalla proposta di Giuseppe Brancato (attore che attualmente lavora con diverse compagnie italiane in produzioni di Teatro Ragazzi e di Prosa contemporanea), uno spettacolo dai ritmi intensi e che affronta tematiche tutt’altro che leggere e divertenti, stemperate comunque da battute, atteggiamenti, modi di dire che suscitano l’ilarità, la risata degli spettatori.

Gli applausi finali a “Spazio Bis”

Il lavoro, comunque, nonostante le battute – che, a volte, sconfinano nell’eccessivo macchiettismo – e le risate del pubblico, è amaro e si sofferma su argomenti, purtroppo, sempre attuali, nonostante il trascorrere del tempo, in primis la violenza di genere collegata poi al moralismo ipocrita di certa cultura cattolica, al rifiuto della diversità, al maschilismo in certi ceti o famiglie o alla cultura mafiosa e omertosa.

Una storia, quella del piccolo Salvatore, raccontata attraverso gli occhi innocenti di un bambino ed incentrata sulla violenza di genere, alla fine applaudita dal pubblico presente. Un monologo costruito con leggerezza e che mette in mostra l’impegno del protagonista e autore che riesce a consegnare allo spettatore una serata godibile, tra la risata e la riflessione per i delicati temi affrontati.

Scheda

Quel Santo di mio padre

scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Brancato

con l’amichevole partecipazione in voce di Nicole Grimaudo

Luci e fonica Fabio Maugeri

Organizzazione generale Fabio Navarra

Produzione Associazione culturale Nave Argo di Caltagirone

Durata: 70 minuti

Stagione “Sguardi” – Compagnia Buio in Sala- Spazio Bis Catania – 17 e 18 marzo 2023

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